L’occhio femminile è diverso da quello maschile?

L’occhio femminile è diverso da quello maschile?
Gli occhi delle donne sono particolari. E lo sono anche da un punto di vista medico - biologico. Infatti, alcune evidenze che sostengono la nascita di una medicina oculistica di genere, dimostrano che gli occhi della donna differiscono da quelli dell’uomo per motivi anatomici. Inoltre, l’occhio femminile subisce delle piccole trasformazioni nel corso della vita, ma anche nel corso del mese, a causa dei cambiamenti ormonali.

Il Dottor Scipione Rossi, medico specialista in Oculistica presso l’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, traccia alcune differenze tra l’occhio femminile e quello maschile, tenendo conto delle diverse fasi dell’età.

Gli ormoni cambiano il modo di vedere

Gli ormoni giocano un ruolo essenziale in tutte le differenze di genere. La situazione non cambia per quanto concerne l’occhio e la capacità di vedere.
Ad esempio, la percezione visiva dipende da alcune connessioni tra due strutture del cervello, il talamo e la corteccia, che dipendono da fattori che vengono influenzati dagli estrogeni. Alcuni studi suggeriscono quindi che l’uomo abbia una migliore visione da lontano, mentre gli occhi delle donne vedano meglio da vicino

La letteratura scientifica suggerisce che gli occhi e la visione della donna varino nella varie fasi evolutive, dall’infanzia alla menopausa, passando per l’età fertile e la gravidanza. Le variazioni però si registrano anche su base mensile, a seconda del ciclo ormonale che influenza le capacità visive e la lacrimazione.  Anche l’assunzione di contraccettivi orali può influire.
 
In gravidanza, per esempio, sembrerebbe aumentare la quantità d’acqua nell’occhio, creando uno stato leggermente edematoso - come per molte altre parti del corpo durante la gestazione. In questo periodo, per esempio, la donna potrebbe tollerare di meno le lenti a contatto. Ma anche l’allattamento al seno può creare disidratazione, con conseguente alterazione delle capacità visive.  Similmente, i cambiamenti ormonali in menopausa fanno sì che l’occhio della donna anziana subisca variazioni superiori rispetto a quello maschile. 

L’occhio secco: una patologia oculistica più frequente nelle donne

Una patologia oculistica che si registra maggiormente nelle pazienti di sesso femminile è la sindrome da occhio secco. Questa patologia si manifesta o con una produzione insufficiente del liquido lacrimale, o con un’evaporazione eccessiva. Provoca stati di bruciore, dolore e secchezza, ma anche annebbiamento visivo. Spesso di accompagna alla secchezza di altre mucose del corpo, incluse, nella donna, le mucose vaginali. In questi casi potrebbe essere spia di una malattia sistemica. Il trattamento standard in oculistica prevede l’uso di lacrime artificiali o farmaci con azione locale, di tipo antinfiammatorio, o l’uso di lenti a contatto.

Tra le cause di questa sindrome vi è l’età. Concorrono anche altri fattori non solo genetici, ma anche ambientali: trascorrere molte ore di fronte a fonti luminose come uno schermo, per esempio, aumenta la disidratazione oculare. Nelle donne, come si accennava, la fase dell’allattamento può concorrere alla disidratazione anche delle mucose oculari.
Questa patologia, comunque, si rileva più facilmente nel sesso femminile, specialmente dopo i 45 anni di età, e ancora di più colpisce le donne in menopausa.

Occhi delle donne: rischi e vantaggi rispetto agli uomini 

Ci sono altri stati, non tutti strettamente patologici, che si manifestano più facilmente nell’occhio della donna che in quello dell’uomo.
Per citarne alcuni: l’ectropion - un ripiegamento della palpebra verso l’esterno - è più comune nella donna; a seconda delle età e delle fasi ormonali si registrano mutamenti nello spessore della cornea (per esempio è più spessa in gravidanza e più sottile in menopausa) e nella sua curvatura (che aumenta in gravidanza e con l’assunzione di contraccettivi, e varia con il ciclo mestruale).

Le variazioni ormonali tipiche delle donne risultano invece vantaggiose in alcuni casi: in gravidanza, per esempio, migliorano le uveiti, e con la menopausa diminuisce il rischio di occlusione della vena centrale della retina. O ancora, una pubertà precoce o la fertilità protratta oltre l’età media, sembrano proteggere dalla cataratta legata all’età.

In qualsiasi caso, il suggerimento per le pazienti è quello di fare prevenzione, con controlli regolari dall’oculista, soprattutto in caso di sintomi riconducibili a occhio secco, cataratte, glaucomi o perdita di visus.

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