Maria Cecilia Hospital / 04 dicembre 2023

Prof. Miran Skrap, luminare della neurochirurgia, entra nell’équipe di neurochirurgia

Prof. Miran Skrap, luminare della neurochirurgia, entra nell’équipe di neurochirurgia
Entra a far parte del team di Neurochirurgia il prof. Miran Skrap, luminare di questa branca e tra i migliori neurochirurghi d’Europa. Dopo 26 anni di carriera a Udine come direttore della neurochirurgia e poi come direttore del dipartimento delle chirurgie specialistiche, il prof. Skrap mette la sua expertise a disposizione dei pazienti di Maria Cecilia Hospital di Cotignola.
Una lunga esperienza, quella del prof. Skrap, che lo ha portato a lavorare anche in Slovenia, Svizzera, Stati Uniti (Università di San Francisco, di Pittsburgh e di Seattle, Medical Center di New York, General Hospital di Boston). È stato il primo neurochirurgo, 20 anni fa, ad intervenire in Italia sul cervello di un paziente sveglio, senza sedazione generale. Oggi il suo know-how è a disposizione dell’ambulatorio di neurochirurgia dell’Ospedale San Carlo di Nancy a Roma, dove seguirà pazienti con patologia neurochirurgia a livello cerebrale o spinale già diagnosticata, e dell’équipe di neurochirurgia a Maria Cecilia Hospital.
A Roma, all’Ospedale San Carlo di Nancy, visiteremo pazienti con diverse problematiche di pertinenza neurochirurgica, come tumorale cerebrale, patologia vascolare, patologia malformativa (malformazioni cerebrali – ad es. sindrome di Arnold-Chiari) o sindromi dolorose come la nevralgia del trigemino, lo spasmo facciale o problemi da confitto neurovascolare – commenta il prof. Skrap –. Qualora riscontrassimo la necessità di un intervento, in quanto il primo passo per problematiche cerebrali è spesso chirurgico e ha l’obiettivo di asportare la lesione, il paziente verrà riferito a Maria Cecilia Hospital, dove disponiamo di sale operatorie dotate delle più moderne tecnologie. Ritrovo inoltre a Cotignola un collega di valore, il dott. Ignazio Borghesi, responsabile qui dell’U.O. di Neurochirurgia, che è stato un mio giovane assistente quando sono stato nominato primario a Udine”.

Tumori cerebrali in Italia: perché si registrano dati in aumento?

I tumori cerebrali rappresentano circa l'1,6% di tutte le neoplasie e sono pertanto considerati abbastanza rari. L’incidenza è in aumento a livello globale e in Italia si registrano circa 6mila nuovi casi all’anno (dati AIOM-AIRTUM, 2021).
Sicuramente la diagnostica oggigiorno è più raffinata e viene impiegata più di frequente – commenta il prof. Skrap –, scopriamo così più pazienti con questa patologia rispetto al passato. Moltissime persone hanno maggiori possibilità di sottoporsi ad una RM, e questo è l’esame più importante per la diagnostica cerebrale. Le cause dell’aumentata incidenza si potrebbero indagare anche nel tipo di vita odierna e nella tossicità di elementi a cui siamo esposti nella quotidianità: forse 100 anni fa c’erano meno tumori rispetto ad oggi anche per questo motivo”.

La diagnostica genetica è inoltre l’ultima frontiera nell’individuazione e nell’analisi di patologie cerebrali: data la variabilità importante delle neoplasie, poter studiare la lesione stessa in laboratorio e monitorare la rispondenza alle terapie consente un passo avanti per la ricerca in questo campo.
Sono sicuro che un giorno si potrà parlare anche di prevenzione – dichiara il prof. Skrap –. Già oggi con un semplice prelievo è possibile effettuare una diagnosi liquida, ovvero monitorare l’evoluzione delle malattie attraverso lo studio del sangue. Attualmente i dati sono relativi ma è possibile che con il passare degli anni e con il progredire della ricerca arriveremo a trovare dei marcatori anche per i tumori cerebrali”.

Il futuro della neurochirurgia

Le percentuali di sopravvivenza per alcune tipologie maligne di tumori cerebrali sono ancora molto basse.
Tuttavia la chirurgia oggi ha raggiunto il top. La cura in futuro arriverà da trattamenti ad personam, realizzati sulla base dello studio dell’assetto genetico di quello specifico tumore, consentendoci di intraprendere terapie mirate che agiscano su quella neoplasia e su quel paziente in particolare. La soluzione nascerà dunque nei laboratori di ricerca e immagino potrà essere una sorta di “vaccino”, una sostanza che agirà sulle cellule tumorali rinforzando le difese della persona rispetto a quel tumore. In questo campo abbiamo un’enorme variabilità ma ancora oggi la chirurgia ricopre un ruolo importante perché ci permette di “combattere” il nemico riducendolo o asportandolo”, conclude il prof. Skrap.
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Revisione medica a cura di: Prof. Miran Skrap

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