Tra i trattamenti di natura strumentale proposti durante il
percorso di riabilitazione ambulatoriale, le
onde d’urto focali occupano un posto di rilievo, sia per l’evidenza dei
risultati ottenuti sia per la
grande varietà di problematiche su cui è possibile intervenire.
Il trattamento con le onde d’urto focali è mutuato dall’ambito urologico, nel quale viene utilizzato per “distruggere” i calcoli renali. Tuttavia,
in ambito ortopedico, la sua funzione è bioumorale, in grado di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni e la riduzione dell’infiammazione.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Lorenzo Musci, responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione funzionale di
Villa Lucia Hospital, a Conversano.
Cosa sono le onde d’urto focali
Le onde d’urto focali sono un
trattamento di mano medica utilizzato durante la riabilitazione fisioterapica per
intervenire in profondità su tessuti interessati da diverse patologie, da tendiniti a borsiti, a edema intraspongioso.
Le più frequenti a essere trattate in ambito ambulatoriale sono:
- fasciti plantari su speroni sotto calcaneari o retrocalcaneari;
- calcificazioni intratendinee (soprattutto a livello di scapolo-omerale, in particolare del sovraspinoso);
- epicondiliti;
- tendinopatie del rotuleo;
- borsiti trocanteriche.
Tuttavia l’onda d’urto ha anche altre indicazioni, come
fratture mal consolidate, e ha un’
azione vascolarizzante, viene usata in cardiologia interventistica per rompere le calcificazioni intravasali, o sulle ulcere per rivascolarizzare le lesioni da decubito obbligato.
Si tratta di un trattamento solo di mano medica in quanto può avere delle controindicazioni rappresentate dalla presa in carico del paziente stesso (se in cura con una terapia anticoagulante, con infezioni sistemiche o processi neoplastici in atto).
Come funziona la terapia con onde d’urto focali
L’onda d’urto è un
impulso sonoro rilasciato a
diverse energie e
diverse frequenze. La strumentazione può essere di tre tipologie, piezoelettrica, elettroidraulica o elettromagnetica, ma la sua funzione è sempre la stessa, non di natura meccanica, come si evidenzia in ambito urologico, ma bioumorale. Come una pietra che cade in acqua e genera cerchi concentrici, così
l’onda va a stimolare i fattori di crescita endoteliali, che aiutano la formazione di nuovi vasi sanguigni in grado di nutrire la regione interessata dal processo flogistico, infiammatorio. Il nutrimento dell’area consente una
riduzione dell’infiammazione e il ripristino di un manto cellulare adeguato.
Il trattamento viene generalmente somministrato in
cicli, composti in maniera convenzionale da 3-4 sedute, una a settimana. A 30-40 giorni dall’ultima seduta del ciclo è possibile valutare durante una visita specialistica il miglioramento della situazione, in base ai tempi di attivazione dei meccanismi bio-umorali, tenendo conto dell’andamento sintomatico e della diagnosi strumentale anche dal punto di vista osteoarticolare. In caso di risultati parziali, le sedute con onde d’urto focali possono essere ripetute nel tempo.