Un trauma sportivo, una caduta, l’attività fisica o lavorativa, le posture scorrette mantenute a lungo, sono tutte possibili cause di
alterazioni ai tessuti dell’apparato locomotore, con conseguenti problemi a
ossa, muscoli, tendini e cartilagini. Oggi le moderne tecniche di
medicina rigenerativa consentono di trattare traumi, patologie tendinee e dei legamenti, processi infiammatori e artrosi allo stadio iniziale
senza ricorrere alla chirurgia.
Abbiamo posto alcune domande sulla medicina rigenerativa e come si applica alle patologie articolari al Dottor
Federico D’Amario specialista in Ortopedia a
ICLAS – Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità di Rapallo.
Che cos’è la medicina rigenerativa?
La medicina rigenerativa è una disciplina che permette il
ripristino strutturale e funzionale di tessuti localmente lesionati o degenerati attraverso l’utilizzo di
cellule staminali prelevate dal sangue (PRP, Plasma Ricco di Piastrine), dall’addome (lipo cell o lipogem), o dal midollo osseo della cresta iliaca o della tibia. Nel trattamento con le cellule mesenchimali, siano esse concentrati stromali o midollari, la zona danneggiata viene trattata grazie all’
immissione di nuove cellule, a differenza del plasma ricco di piastrine che, invece, stimola l’attività di cellule, già presenti. I concentrati midollari, stromali e piastrinici iniettati nella sede della lesione sono in grado di stimolare i processi riparativi dell’organismo. Talvolta sono anche utilizzati come
supporto alla tecnica chirurgica per consentire una migliore e più rapida guarigione.
Come si svolge il trattamento con il sangue ricco di piastrine?
In primo luogo è necessario prelevare, al paziente, un piccolo quantitativo di sangue venoso che viene centrifugato con un’apposita apparecchiatura per separare, dagli altri elementi,
il plasma, un componente ematico
ricco di piastrine. Il PRP, infatti, contiene una concentrazione di piastrine da sei a nove volte maggiore rispetto al sangue del prelievo. Questo concentrato di plasma viene
iniettato nella zona di lesione, dove le piastrine, ricche di fattori di crescita, intervengono per
accelerare e aumentare la riproduzione di cellule nell’osso e nei tendini e consentire una più
rapida guarigione e
rigenerazione dei tessuti muscolo-scheletrici. Non si riscontrano effetti collaterali perché il sangue utilizzato appartiene alla persona stessa. Tutta la procedura si svolge in
day hospital, il trattamento con PRP non è una metodica dolorosa, tuttavia, quando viene effettuata nei tendini e nei muscoli, si utilizza un anestetico locale. Per i processi infiammatori da artrosi sono necessarie due infiltrazioni, per le patologie traumatiche ne occorrono almeno tre.
In che cosa consiste il trattamento con le cellule mesenchimali?
Questa tecnica utilizza particolari cellule presenti nell’organismo, dette staminali non specializzate, dotate però della
capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule, per esempio: in condrociti, ossia cellule della cartilagine; osteoblasti, quelle dell’osso; e mioblasti, quelle delle fibre muscolari. Le cellule vengono prelevate con la tecnica della liposuzione, o dal midollo osseo o dal tessuto adiposo, solitamente dell’addome. Successivamente, dopo un trattamento di purificazione (il campione è filtrato e concentrato in un apposito kit), vengono iniettate nell’articolazione o nel tessuto danneggiato e lì si
autorigenerano differenziandosi, favorendo i
processi antinfiammatori e rigenerativi, stimolando la
rigenerazione cartilaginea e la produzione di collagene. L’intervento si effettua previa anestesia locale, è indolore e si svolge in day hospital. Per il trattamento di traumi e per le patologie artrosiche si esegue una sola infiltrazione ripetibile dopo un anno, se necessario.
Quali sono gli accorgimenti per il paziente a seguito di un intervento di medicina rigenerativa?
Dopo il trattamento con cellule mesenchimali è possibile che si verifichi un leggero gonfiore e si percepisca, per i primi due o tre giorni, un leggero fastidio nelle zone di prelievo e di iniezione, per questo motivo si consiglia l’utilizzo di due stampelle con carico parziale (cioè si può caricare sull’arto interessato dall’iniezione solo il 50% del peso corporeo) per 15 giorni, in seguito con carico progressivo. Ad
un mese dall’intervento il soggetto può riprendere, in modo graduale,
l’attività fisica.
Al termine del trattamento con PRP, invece, è possibile avvertire un leggero dolore nella sede di iniezione che può essere alleviato con l’applicazione di ghiaccio 1 o 2 volte al giorno.
Come si applica la medicina rigenerativa a ICLAS?
La medicina rigenerativa, a ICLAS, in ambito ortopedico, è utile nel trattamento di diverse
patologie articolari di tipo
traumatico, post-traumatico e degenerativo, per esempio lesioni muscolari e cartilaginee per traumi o usura, sofferenze di tendini o legamenti per forme infiammatorie e artrosi in fase iniziale.
Le infiltrazioni di cellule staminali o di PRP sono utilissime nell’artrosi perché
rallentano il processo degenerativo della cartilagine articolare, riducono la limitazione funzionale ed
eliminano il dolore.
Questa disciplina sfrutta la
capacità del corpo di auto-ripararsi per trattare, con metodi conservativi e senza ricorrere alla protesica, le patologie articolari, in modo particolare nell’ambito del
professionismo sportivo, ma anche per la classe amatoriale o in caso di degenerazione precoce, e permette di tornare alle prestazioni precedenti in tempi rapidi riducendo il post-operatorio.
E’ una procedura indicata a tutte le età e per tutti i pazienti?
Essendo trattamenti che agiscono su cellule e tessuti sono consigliati in
pazienti giovani o di media età cioè
fino a 60 anni, oltre i 70 anni non sono indicate a causa di una risposta cellulare più lenta.
Nonostante la mininvasività delle procedure sono controindicate in pazienti affetti da neoplasie, infezioni locali in atto, per esempio quelle dentali o quelle sistemiche com Epatite C e HIV (virus da immunodeficienza), a causa di un sistema immunitario già deficitario.
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