In attesa di un vaccino o di una cura efficace contro il COVID-19 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) emana una nuova guida per il “
mantenimento dei servizi sanitari essenziali durante un'epidemia”, in cui viene sottolineata l’importanza delle vaccinazioni. Un tema delicato a cui
l’OMS dedica un intero capitolo.
Il motivo di questa indicazione è chiaro: evitare che i sistemi sanitari nazionali possa non essere sufficientemente pronti per affrontare, durante un’epidemia, anche ulteriori ricoveri dovuti ad altre patologie stagionali e vengano messi sotto stress a causa di ricoveri prevenibili con il vaccino.
Nelle stesse linee guida pubblicate dell’OMS si legge “
quando un sistema sanitario è sopraffatto aumentano drasticamente sia il tasso di mortalità direttamente riconducibile alla malattia, sia il tasso di mortalità per condizioni prevenibili e curabili con il vaccino”.
In questo contesto assume particolare importanza la
vaccinazione antinfluenzale, che viene raccomandata agli operatori sanitari, agli anziani e a tutte le categorie di pazienti considerate a rischio.
La prevenzione dell’influenza con il vaccino è da sempre un capitolo della medicina molto discusso.
Abbiamo affrontato l’argomento con la
Dottoressa Valentina Di Gregori, Vice Direttore Sanitario di San Pier Damiano Hospital.
Dottoressa Valentina Di Gregori, come mai quest’anno è stata sottolineata l’importanza del vaccino antinfluenzale?
L’influenza è una malattia acuta delle vie respiratorie caratterizzata da sintomi come: febbre, tosse, mal di gola, naso che cola, spossatezza, dolori muscolari diffusi e sensazione di malessere generale.
Nei casi più gravi, quando l’infezione raggiunge le vie respiratorie può evolvere in bronchite o polmonite che , associata ad altre patologie, ed in particolare nel paziente anziano può necessitare di un ricovero.
Il vaccino antinfluenzale quest’anno non proteggerà dal COVID-19, ma ridurrà il rischio di influenza, che può impegnare dal punto di vista di risorse e posti letto il Sistema Sanitario , già in condizioni di emergenza .
A questa considerazione va aggiunto anche il fatto che
uno dei rischi associati all’influenza è quello di lasciare spesso l’organismo debilitato e soggetto ad ammalarsi di nuovo. Una possibilità che si verifica soprattutto nelle persone più anziane.
Dottoressa Di Gregori chi dovrebbe fare il vaccino quest’anno
Il vaccino antinfluenzale
viene raccomandato per le fasce di anziani con più di 65 anni e per quei bambini e quelle persone adulte che presentano comorbidità. Il Sistema Sanitario Nazionale deve ancora esprimersi su eventuali nuove categorie di copertura per il vaccino antinfluenzale, ed essendo una prestazione fornita gratuitamente non sarà verosimilmente fornita per tutta la popolazione. Comunque
alla fine del mese di Agosto saranno diffuse le ultime normative aggiornate sulla base della valutazione epidemiologica e microbiologica dell’OMS sui ceppi virali ed allora sarà possibile sapere se si può rientrare nelle fasce di popolazione a rischio esente dal pagamento per categoria.
Certo è che se persone che frequentano posti affollati e viaggiano spesso vogliono farla spontaneamente possono riferirsi alle Farmacie per acquisirla liberamente e farsela somministrare dal MMG.
E’ sicuramente una delle vaccinazioni che presenta il miglior rapporto rischio-beneficio.Non bisogna poi dimenticare che i sintomi dell’influenza sono molto simili a quelli del COVID-19 e ciò potrebbe indurre le persone, in assenza di una diagnosi, a confonderli e a entrare in uno stato d’ansia e di paura.
In particolare la paura potrebbe spingere queste persone a recarsi in ospedale o dal proprio medico di base per ricevere una diagnosi, esponendosi così a un possibile contagio.
Chi sono invece le categorie di pazienti considerati a rischio?
Il vaccino è normalmente raccomandato a tutte le persone che corrono il rischio di essere colpite da complicazioni dell’influenza, ossia:
- persone con età > a 65 anni
- bambini
- chi soffre già di patologie croniche dell’apparato respiratorio, cardio-circolatorio e gastrointenale
- chi soffre di diabete
- chi soffre di insufficienza renale
- chi è affetto da epatopatie
- le donne in gravidanza
- chiunque abbia un sistema immunitario debilitato a causa di particolari patologie
A queste persone vanno poi aggiunti
i familiari di soggetti ad alto rischio di complicanze, i donatori di sangue e tutti coloro che svolgono un lavoro di primario interesse collettivo come ad esempio medici, infermieri, vigili del fuoco, agenti di polizia etc.
Per le persone considerate a rischio il vaccino è gratuito.
Qual è il momento giusto per vaccinarsi?
Di norma il periodo più indicato per fare il vaccino antinfluenzale è la
stagione autunnale, nello specifico da metà ottobre fino alla fine di dicembre.
Ad ogni modo lo stesso Ministero della Salute raccomanda di offrire il vaccino in qualsiasi momento della stagione influenzale, soprattutto se i pazienti sono a rischio o nel caso in cui la stagione sia iniziata in ritardo.
Da quando invece il vaccino diventa efficace?
Il vaccino diventa efficace nel momento in cui l’organismo inizia a produrre gli anticorpi necessari per difendersi dai virus influenzali: possono servire almeno due settimane.
Per questo motivo è opportuno
ricevere il vaccino prima che inizi a diffondersi il virus influenzale, tenendo conto che i primi focolai dell’infezione si registrano tra novembre e dicembre dell’anno in corso.
Il vaccino antinfluenzale è rischioso?
Tutti i vaccini prima di venir diffusi e somministrati ai pazienti vengono sottoposti a rigorosi controlli di sicurezza e di qualità sia a livello nazionale che internazionale.
Quelli che possono verificarsi dopo aver fatto il vaccino sono per lo più reazioni a livello locale come febbre, gonfiore e arrossamento. Si tratta comunque di reazioni temporanee e moderate.