Ospedale Santa Maria - Bari / 17 gennaio 2018

Percorso nascita e cure prenatali all'Ospedale Santa Maria

Percorso nascita e cure prenatali all'Ospedale Santa Maria
Da più di 25 anni Ospedale Santa Maria a Bari sostiene le coppie nel desiderio più grande, quello di avere un figlio. Agli aspiranti genitori la struttura offre servizi creati intorno alle loro esigenze, assicurando personale altamente specializzato, tecnologie innovative e ambienti confortevoli. 

Il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia fa parte delle specialità dedicate alle donna e alle esigenze legate alla sua salute, soprattutto durante la gravidanza e il parto, fino alla nascita. 

Compito del dipartimento di cui fa parte il Dott. Giuseppe Caringella è seguire le pazienti in tutte le fasi della gravidanza, indicando gli esami da effettuare, le metodiche per lo screening delle malformazioni e, tramite visite mensili, il controllo per mezzo dell’indagine ecografica. Assieme a tutti gli step da seguire per una gravidanza serena e in salute, anche al parto viene dedicato un percorso in grado di fornire supporto alle specifiche esigenze. 

Parto spontaneo, epidurale o con cesareo?

“Qui a Ospedale Santa Maria seguiamo le paziente sia nel percorso del parto spontaneo sia con tecnica epidurale e, laddove necessario, con cesareo. Il parto in epidurale è uno dei nostri fiori all’occhiello. Questo Dipartimento è stato tra i primi nel Sud Italia a introdurlo di routine più di 15 anni fa. È un’opportunità che mettiamo a disposizione gratuitamente, 24 ore su 24 in quanto l’Ospedale si è dotato di un’organizzazione anestesiologica e ostetrica dedicata e formata allo scopo”.

Diagnosi prenatale: le tappe da affrontare

“La diagnosi prenatale prevede un test combinato - che include un campione di sangue materno e l’ecografia della translucenza nucale del feto - e l’esecuzione, in tappe successive, di esami ecografici che consentono di rilevare il più precocemente possibile l’eventuale presenza di malformazioni del feto. Grazie alle nuove tecnologie introdotte riusciamo ad effettuare una diagnosi in tal senso già alla 15a/16a settimana di gestazione. Fino ad alcuni anni fa, le possibili anomalie venivano evidenziate all’incirca un mese dopo (alla 21a settimana) e cioè al momento dell’ecografia morfologica”.

In che modo il test combinato fa da filtro alle diagnosi prenatali? 

“Alle nostre pazienti diamo la possibilità di accesso a tutte le metodiche di diagnosi prenatale. Il ‘filtro’ si esegue mediante il test combinato. Ovviamente sia nei casi in cui il test dia indicazione di possibili anomalie sia che la paziente decida di effettuare ulteriori test per specifiche condizioni cliniche e per precedente valutazione medica, possiamo predisporre la villocentesi e l’amniocentesi - con prelievo dei villi coriali e del liquido amniotico - e tramite essi fornire una diagnosi cromosomica e genetica rispetto alla normalità del feto”.

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