02 luglio 2012

Piede di Charcot: il Professor Luca Dalla Paola ha fatto il punto sulla patologia al convegno internazionale organizzato a Bologna

Piede di Charcot: il  Professor Luca Dalla Paola ha fatto il punto sulla patologia al convegno internazionale organizzato a Bologna

L’osteoartropatia di Charcot, più comunemente nota come Piede di Charcot, è stato il tema al centro del congresso internazionale organizzato all'hotel Royal Carlton di Bologna dal Dipartimento Piede Diabetico di Maria Cecilia Hospital, uno dei centri di eccellenza nella cura e nel trattamento
del piede diabetico, diretto dal professor Luca Dalla Paola, tra i massimi esponenti a livello internazionale nello studio di questa patologia.

“Le tematiche affrontate nel convegno si sono concentrate sulla diagnostica, sugli aspetti fisiopatologici, sulle tecniche terapeutiche più innovative” ha precisato il prof. Dalla Paola. “Particolare attenzione è stata posta all’aspetto chirurgico, che in Italia soffre di mancanza di valutazione univoca da parte degli specialisti”.

All’evento, che ha visto la partecipazione di circa 500 specialisti tra podologi, diabetologi e chirurghi ortopedici, particolarmente seguiti sono stati gli interventi dei maggiori esperti mondiali del settore, fra cui i luminari americani John Mario Giurini (Boston, Massachusetts), Lee Sanders (Lebanon, Pennsylvania) e Robert Frykberg (Phoenix, Arizona).

Il Piede di Charcot è una complicanza del diabete che colpisce le ossa e le articolazioni del piede. Se non trattato adeguatamente al momento della sua comparsa, provoca la frammentazione delle ossa e una deformazione dei piedi, tali da perdere i normali rapporti articolari. L’architettura del piede viene così fortemente compromessa e il risultato è una grave deformità. “L’incidenza del Piede di Charcot è circa 0,1-5% in pazienti diabetici complicati da polineuropatia periferica ma il dato è sicuramente sottostimato” ha aggiunto il professore. “La causa va ricercata nella mancata diagnosi della fase acuta e nel ritardo dell’intervento chirurgico nella fase cronica.
Tuttavia, anche in caso di perfetta tempistica diagnostica e curativa, si tratta di una patologia che mette a dura prova il paziente”.

La maggior parte dei soggetti colpiti ha un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, con una storia di malattia diabetica alle spalle di circa 10 anni. “La prima causa è la presenza della neuropatia diabetica, un’alterazione strutturale dei nervi legata all’iperglicemia cronica” ha spiegato il prof. Dalla Paola. “Su questa neuropatia si innesca un sovvertimento osseo-articolare che provoca deformità tali da procurare ulcere difficilmente guaribili o recidivanti, che alla fine possono portare all’amputazione dell’arto colpito. Le teorie sull’origine di questa patologia sono numerose ma è soprattutto la genesi di tipo infiammatorio locale che, in alcune persone con neuropatia diabetica, spinge l’osso del piede a subire alterazioni che sfociano nel Piede di Charcot. I sintomi molto spesso vengono confusi con altre patologie. Un piede gonfio, edematoso, dolente in un diabetico deve far pensare alla neuropatia di Charcot, invece la maggior parte dei pazienti arriva troppo tardi a un centro specialistico”.

Attualmente non esiste un trattamento farmacologico efficace nel bloccare la progressione di questa malattia diabetica. “La diagnosi precoce permette di avere una gestione conservativa” ha commentato il prof. Dalla Paola. “Il riposo e l’utilizzo di gambaletti permettono di affrontare una guarigione quasi completa. Laddove le deformità sono gravi si interviene con una chirurgia ricostruttiva”.

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