13 maggio 2022

Protesi spalla e riabilitazione: il percorso

Protesi spalla e riabilitazione: il percorso
L’impianto di protesi di spalla è sempre più comune. Diversi sono i modelli e le tipologie di protesi disponibili oggi, fra le quali il chirurgo può selezionare quella più opportuna in base alle condizioni del paziente. Particolarmente utilizzata è la protesi inversa di spalla.

Che cos’è la protesi inversa di spalla
Come illustrato dal nome, questa tipologia di protesi implica l’inversione della regolare anatomia della spalla, attraverso componenti protesiche così utilizzate: si posiziona l’elemento di forma emisferica nella cavità scapolare e la componente concava sulla testa dell’omero. Questo permette di rispondere alla rottura irreparabile della cuffia dei rotatori, a sua volta legata alla rottura dei tendini: la protesi va ad attivare il deltoide, che bilancerà il mancato contributo dei tendini al movimento.

Gli approcci chirurgici possibili sono due: quello delto-pettorale, utile soprattutto in caso di revisioni ma che compromette il muscolo sottoscapolare, e quello supero-laterale, che espone l’omero fino al collo chirurgico.

Protesi inversa di spalla e riabilitazione
L’impianto di una protesi inversa di spalla implica una riabilitazione ben definita, sempre da programmare con uno specialista. Dopo un intervento di protesi inversa di spalla non esiste un protocollo riabilitativo vero e proprio, in quanto ogni percorso cambia a seconda delle caratteristiche fisiche e psicologiche del paziente, della protesi utilizzata e delle eventuali complicanze. La riabilitazione va poi pianificata tenendo conto di questi fattori, specifici per la protesi inversa di spalla:
  • Bisogna evitare movimenti di intrarotazione, anche quelli più semplici, come ad esempio mettere la mano nella tasca posteriore dei pantaloni. In genere, questo rischio è limitato nelle prime settimane dall’utilizzo di un tutore apposito
  • Si devono rinforzare gli elementi su cui si fondano la stabilità e la mobilità della spalla dopo l’impianto di una protesi inversa, ovvero il deltoide e la muscolatura periscapolare. È possibile iniziare ad attivare i muscoli già durante la prima settimana dopo l’intervento, ma si devono attendere dalle 6 alle 8 settimane per eseguire esercizi di rinforzo
  • Le strutture periarticolari della spalla vengono limitate da questo tipo di protesi. Ciò significa che il paziente deve porsi obiettivi realistici e sempre condivisi con il medico. I soggetti sportivi possono tornare alla pratica concreta con esercizi dedicati
Il successo dell’intervento è dato in gran parte dal lavoro impostato nel periodo di recupero, che aiuta il paziente a raggiungere la funzionalità ottimale della spalla. Ma va detto anche che la riabilitazione solitamente incomincia già prima dell’intervento: in fase preoperatoria al paziente verranno insegnati tutti gli esercizi che dovrà compiere una volta avvenuto l’intervento, mirati al rinforzo muscolare e alla mobilità dell’articolazione. Il paziente sarà tra inoltre informato di tutte i movimenti e i comportamenti a cui dovrà prestare attenzione nell’immediato periodo postoperatorio.
 
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