“L’estate sta finendo e un anno se ne va” cantavano i Righeira negli anni Ottanta ma, più che un generico senso di nostalgia per spiaggia, mare e sole, il ritorno in città e alle attività quotidiane può causare un vero e proprio stress da rientro.
Di cosa si tratta, come riconoscerlo e imparare a gestirlo? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa
Chiara Maddalena, psicologa e psicoterapeuta dell’Ospedale Santa Maria di Bari.
Cos’è lo stress da rientro?
In realtà non esiste alcuna categoria diagnostica per definire lo “stress da rientro”, e non si tratta di una patologia.
È uno stato d’animo, spesso percepito come negativo,
che può incidere sui comportamenti, su come si vivono le giornate al rientro dalle vacanze estive, quando ci si deve accingere alla cosiddetta ripresa delle normali attività di vita, si ritorna a casa e ricomincia il tran tran della quotidianità.
Le persone si sentono generalmente
oberate dalle richieste provenienti dal mondo esterno, sia esso il luogo di lavoro, il contesto scolastico, la rete affettiva o amicale. Del resto, quanti hanno rimandato le scadenze con un risolutivo e assolutorio “ne riparliamo a settembre”? Si tratta di una condizione diffusa e va normalizzata, perché ha a che fare con dei tempi sociali, non solo individuali.
Lo stress delle richieste genera nelle persone in prima battuta una
fase di allarme, come una sirena che suona e che avverte che c’è un pericolo. Alla fase di allarme, con correlati psiconeuroendocrini, che comportano una serie di
modificazioni interne biochimiche e ormonali, segue una fase in cui si cerca di
gestire lo stress, adattandosi alla nuova condizione per ripristinare uno stato di omeostasi.
Quali sono i comportamenti utili per evitare lo stress?
Dopo giorni di ferie, che ci si augura siano stati liberi e spensierati, senza orologio, sveglia e scadenze, la fine di agosto segna per molti il ritorno di una calendarizzazione delle attività e degli impegni, purtroppo spesso serrata per la maggior parte dei lavoratori e degli studenti.
Pianificare può essere un’ottima strategia per fronteggiare il caos delle valigie del ritorno e la valanga di compiti che ci si sente crollare addosso appena il calendario avvisa della necessità della ripresa.
È fondamentale non “caricarsi del peso dell’universo”, e
stabilire delle priorità, con piccoli e graduali obiettivi, così come è opportuno fare quando ci si riprende da una malattia.
È importante
ascoltare le esigenze del corpo e della psiche e riprendere poco alla volta il ritmo, senza aspettative irrealistiche, garantendosi fatiche e ricompense.
Anche i bambini soffrono di stress da rientro?
I bambini ci osservano e sono abilissimi nel captare le più sottili variazioni emotive. Non c’è bisogno per gli adulti di esprimere verbalmente un disagio, perché i piccoli sono in grado di coglierlo e manifestarlo loro stessi.
Pertanto,
è importantissimo per i genitori lavorare su se stessi per poter aiutare i più piccoli a digerire ed esprimere in maniera sana le proprie emozioni.
I figli vanno osservati e ascoltati. Chiedete loro come si sentono all’idea di tornare a scuola. Forse vi sorprenderanno, perché in tanti desiderano ritornare in un luogo “sicuro”, rivedere i compagni, le maestre, avere delle regole fisse.
Il gioco è sicuramente l’arma vincente con i bambini, e bisogna cercare di usarlo per alleviare l’ansia da separazione dalla famiglia, o l’ansia dovuta alla competizione scolastica e alle pressioni e richieste sociali. Lo stress scolastico può anche avere un impatto sulla salute, sul successo di apprendimento e sul piacere di imparare.
Bisogna cercare di
evitare i ritmi frenetici: ci deve essere tempo sufficiente per i pasti insieme, per fare i compiti, per le attività di svago e per i momenti di relax fuori dalla scuola.
Infine,
l’igiene del sonno e l’attività fisica vanno curate a tutte le età e, quando si sente che il disagio compromette una qualsiasi area della nostra vita, è utile chiedere aiuto ai professionisti.
Le vacanze, per come vengono intese oggi, sono una pausa di evasione, una parentesi di libertà, ma
il vero obiettivo dovrebbe essere vivere una quotidianità e una normalità all’altezza delle aspettative, in grado di garantire salute, benessere e serenità a lungo termine.