Maria Cecilia Hospital / 15 giugno 2021

Terapia Intensiva: infermieri in prima linea

Terapia Intensiva: infermieri in prima linea
Dopo un intervento chirurgico molto complesso, come un’operazione di cardiochirurgia o neurochirurgia, il paziente viene trasferito nel reparto di Terapia Intensiva, dove un’equipe di medici ed infermieri esperti lo assiste nella fase post-operatoria.
Gli infermieri di Terapia Intensiva, in particolare, sono le figure che accolgono il paziente subito dopo l’intervento, ne monitorano i parametri nelle ore più critiche e lo accompagnano progressivamente verso il risveglio. E sono sempre gli infermieri che, sorvegliando il paziente di ora in ora, possono anticipare un’evoluzione dei parametri e allertare i medici per prevenire complicanze improvvise.    
Insieme a Michela Valente, infermiera di Terapia Intensiva dal 1996, varchiamo la soglia della Terapia Intensiva di Maria Cecilia Hospital e osserviamo il lavoro di chi, come lei, è un «infermiere in prima linea». 
 

Quali tipi di pazienti vengono assistiti nella Terapia Intensiva di Maria Cecilia Hospital?

Nella Terapia Intensiva di Maria Cecilia Hospital sono disponibili 24 posti letto (più un venticinquesimo di appoggio) organizzati in tre settori: 10 letti di open space per i pazienti appena usciti dalla sala operatoria, 10 letti di area box per pazienti lungodegenti, che richiedono un’assistenza più complessa a causa di complicanze o di altre patologie e quattro 4 posti letto di zona semi-intensiva.
«Ad accedere alla nostra Terapia Intensiva sono prevalentemente pazienti post-operatori sottoposti ad interventi di cardiochirurgia , neurochirurgia, chirurgia toracica e, di recente, anche chirurgia maxillofacciale».
L’infermiere di Terapia Intensiva ha il compito di accogliere il paziente quando è ancora sedato e intubato, cioè in ventilazione completamente assistita, e di monitorare i  parametri emodinamici durante le prime ore di rientro dalla sala operatoria: queste sono le  più critiche, in cui è più probabile che si verifichino eventuali complicanze post-operatorie. Una volta che i parametri del paziente si sono stabilizzati, si può procedere gradualmente all’estubazione, al risveglio e al proseguimento per la degenza.
 
In aggiunta a queste competenze , l’infermiere di Terapia Intensiva deve sempre essere pronto a gestire eventuali urgenze. «L’imprevisto è all’ordine del giorno. La Terapia Intensiva di Maria Cecilia Hospital accoglie infatti anche le urgenze che provengono da altri reparti – per esempio, un paziente ricoverato che va incontro a complicanze – oppure le urgenze cardiologiche che provengono dal territorio – come pazienti infartuati ».
 

Come si svolge l’attività dell’infermiere di Terapia Intensiva?

Nella zona semi-intensiva il carico assistenziale è di un infermiere ogni quattro pazienti (1:4) mentre nel settore open space e nell’area box il rapporto è di 1:2, con un infermiere che segue costantemente due pazienti. Dei pazienti che ha in carico «l’infermiere conosce tutto dal punto di vista clinico e monitora l’andamento dei  parametri di ora in ora. L’infermiere è quindi sempre accanto al paziente, sia per il monitoraggio sia per l’assistenza diretta. Non si è mai da soli e in caso di emergenza ci sono sempre colleghi che possono affiancarti e assisterti nelle manovre».
Quella dell’infermiere di Terapia Intensiva è un’attività molto variegata. «Non c’è mai una giornata uguale all’altra», perché i pazienti che l’infermiere deve seguire hanno storie cliniche diverse e può sempre verificarsi un’emergenza improvvisa. Questo richiede costantemente un altissimo livello di attenzione, ma è anche l’elemento che contribuisce a rendere questo un mestiere estremamente stimolante: «quello dell’infermiere di Terapia Intensiva è un percorso di formazione che non si arresta: si continua ad aggiornarsi e a specializzarsi nel tempo, anche per tenersi al passo con le nuove tecnologie e le nuove tipologie di pazienti con cui ci si può confrontare. È un percorso in continua evoluzione, che permette di crescere tutti i giorni anche grazie al contributo di nuovi colleghi che, provenendo da altri contesti, apportano nuove conoscenze».
 

Quali aspetti del lavoro infermieristico prevalgono in Terapia Intensiva: tecnici o assistenziali?

«La Terapia Intensiva combina entrambi gli aspetti. Non è infatti un reparto di degenza, in cui generalmente prevale l’aspetto assistenziale di un paziente meno critico e non è neppure una sala operatoria, in cui non c’è interazione diretta con il paziente e prevalgono gli aspetti tecnici».
Dal punto di vista delle competenze dell’infermiere, la Terapia Intensiva rappresenta una zona intermedia, in cui è importante saper combinare sia le competenze tecniche sia quelle assistenziali: «è fondamentale che l’infermiere sappia gestire e muoversi con destrezza tra gli aspetti più tecnici e strumentali, ma è altrettanto importante l’aspetto assistenziale: quando si risvegliano, alcuni pazienti possono aver bisogno di rimanere per qualche giorno in Terapia Intensiva, per esempio se è necessario che alcuni parametri si normalizzino prima del trasferimento in reparto. In queste situazioni è possibile instaurare un contatto diretto con i pazienti, parlare con loro e ascoltare le loro storie».
L’infermiere di Terapia Intensiva deve quindi saper padroneggiare gli aspetti più tecnici, ma non per questo deve rinunciare all’aspetto umano, che è sicuramente un elemento chiave del mestiere .Questo può essere importante per i giovani infermieri che devono scegliere il proprio percorso .
 

Quali sono gli aspetti più positivi del lavoro in Terapia Intensiva?

«La Terapia Intensiva è stata la mia prima e unica esperienza, perché ti dà davvero tanto: nonostante il carico di stress, hai la possibilità di vedere molte situazioni diverse e di imparare moltissimo, grazie anche al fatto che in questo contesto si instaura un ambiente collaborativo che ti porta a vedere da subito tutto quello che si è studiato sui libri. Inizialmente questo può avere un impatto molto forte, ma è anche molto gratificante, perché ti fa sentire da subito utile e in prima linea».
Fondamentale è, inoltre, il clima di collaborazione tra medici e infermieri: «C’è un grande lavoro di squadra e di equipe: tra medico e infermiere si instaura un rapporto di fiducia che permette all’infermiere, pur rimanendo nell’ambito delle sue competenze, di prevedere l’insorgere di eventuali complicanze e di allertare il medico prima ancora che il problema si manifesti».
L’infermiere, in terapia intensiva , non si limita quindi ad eseguire determinate manovre, ma diventa un elemento essenziale per supportare le decisioni dei medici: un ruolo fondamentale in un contesto in cui urgenze si possono verificare di frequente e richiedono tempi di risposta molto rapidi.
 Sei interessato a far parte del team infermieristico di Maria Cecilia Hospital 
condidati tramite il sito dedicato Lavora con Noi 

condividi o salva l'articolo

Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni