Trattamento percutaneo di lesioni tumorali renali

Trattamento percutaneo di lesioni tumorali renali
Il trattamento percutaneo, che negli ultimi anni è sempre più utilizzato in oncologia come valida alternativa all’intervento chirurgico, è la termoablazione. Tecnica mininvasiva che permette di distruggere le cellule tumorali grazie al calore.

Che cos’è la termoablazione 

"La termoablazione è una tecnica che consente di trattare le neoplasie renali senza incisioni, al posto del bisturi viene utilizzato un ago che, sotto guida ecografica, attraversa la cute del paziente per raggiungere e distruggere, con il calore, la zona di tessuto interessata dal tumore"; spiega il Dott. Giorgio Perron Cabus specialista in radiologia presso la Clinica Santa Caterina da Siena di Torino.

Il trattamento di termoablazione è una procedura indicata per tutti i pazienti e in particolare per: 
  • pazienti con monorene congenito (con un solo rene dalla nascita) o acquisito (perché precedentemente asportato)
  • cardiopatici ad alto rischio anestesiologico
  • controindicazioni all’intervento classico (pazienti anziani o con patologie concomitanti)
  • recidive dopo precedente procedura chirurgica tradizionale
  • lesioni inferiori a 4 cm
  • tumori non operabili chirurgicamente
Anche i soggetti trattati con anticoagulanti, possono sottoporsi a termoablazione, circa 1 settimana prima dell’intervento, però, devono sospendere la terapia e passare alle iniezioni di eparina. 

Come si esegue questa tecnica ablativa

Si ricorre a una sedazione superficiale, eseguita da un anestesista, e un’anestesia locale nel punto in cui viene introdotto l’ago attraverso il quale passa della corrente ad alta frequenza. La somministrazione di sedativi e anestetici serve per alleviare la sensazione dolorosa che il paziente può avvertire nella parte terminale dell’intervento, quando il calore generato arriva alla massima potenza.
In seguito, per mezzo della termoablazione ecoguidata per via percutanea, ovvero un ago che attraverso la cute viene orientano verso l’area da trattare, si espongono le cellule neoplastiche alle alte temperature così da provocarne la necrosi, ossia la morte cellulare. La procedura ha la durata di circa un’ora, ma dipende dal tipo di lesione e da quanti noduli tumorali si devono ablare.  

Il decorso post-intervento percutaneo

Solitamente il paziente viene dimesso dopo 48 ore; il giorno delle dimissioni, per monitorare il processo di guarigione della lesione, viene eseguita una visita con ecografia e dopo 5/6 mesi viene effettuata una TAC di controllo.

La termoablazione si può associare ad altri trattamenti

E’ possibile associare il trattamento anche a chemioterapia in atto per altra patologia neoplastica. Nel caso di un paziente con un tumore renale non è necessario combinare la termoablazione ad altri trattamenti (chemioterapia, radioterapia ecc.), perché l’intervento ablativo può essere ripetuto se si manifestano delle recidive.
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Giorgio Perron Cabus

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