Ecocardiogramma

L’ecocardiogramma è un tipo di ecografia che attraverso gli ultrasuoni permette di visualizzare la struttura del cuore e i flussi di sangue che lo attraversano.

Il nostro cuore e gli elementi a esso connessi sono componenti imprescindibili per la salute del nostro corpo. La complessità del sistema di cui fa parte rende fondamentale il ruolo della prevenzione e dell’accertamento (o esclusione) di una diagnosi. Un esame molto utile, soprattutto in determinate situazioni che andremo ad approfondire, è l’ecocardiogramma, detto anche ecocardio, ecocuore, eco-color-doppler cardiaco o ecocardiografia e consente di avere un’immagine dinamica del cuore, ovvero in movimento. 

Ma facciamo un passo indietro il cuore com’è strutturato e perché è importante visualizzarne la morfologia?

Responsabile del trasporto di ossigeno e sostanze nutrienti in tutto l’organismo, il cuore è capace di muoversi in autonomia: ciò gli consente di pompare opportunamente il sangue. È la sua stessa struttura a renderlo possibile.

All’interno il cuore è diviso in quattro camere: nella parte destra, l’atrio destro si trova in alto e il ventricolo destro in basso; nella parte sinistra, la medesima divisione vede protagonisti atrio sinistro e ventricolo sinistro. Il sangue non ossigenato proveniente da tutto il nostro corpo, approda all’atrio destro, per poi passare attraverso la valvola tricuspide nel ventricolo destro che lo spinge verso i polmoni attraverso la valvola polmonare. L’atrio sinistro quindi accoglie il sangue nuovamente ossigenato proveniente dai polmoni. Da qui il sangue attraverso la valvola mitrale riempie il ventricolo sinistro che successivamente lo spinge attraverso la valvola aortica verso tutti i tessuti dell’organismo.

La circolazione deve seguire sempre la giusta direzione, cosa di cui si assicurano le quattro valvole cardiache: queste membrane si aprono e si chiudono a ogni battito cardiaco seguendo il flusso ematico. Le valvole atrio ventricolari (mitrale e tricuspide) separano atri e ventricoli mentre valvola aortica e valvola polmonare rispettivamente connettono il ventricolo sinistro e destro con l’aorta e l’arteria polmonare. In sintesi, il ruolo di queste valvole è uno soltanto: garantire che il flusso sanguigno avvenga in un’unica direzione ed evitare un eventuale flusso retrogrado del sangue, che comporterebbe un sovraccarico di lavoro per il cuore stesso.

Ecocardiogramma: a cosa serve

Quando il paziente presenta sintomi sospetti per essere di origine cardiovascolare come batticuore, dolore al petto, svenimenti, gonfiore degli arti inferiori, stanchezza e mancanza di fiato dopo l’esercizio fisico o anche a riposo, si prescrive una visita cardiologica per ricercarne la causa. Durante la visita, il cardiologo può ritenere opportuno svolgere anche come esame l’ecocardio per identificare:
 
  • Insufficienza valvolare (mitralica, aortica, tricuspidalica o polmonare), causata dal malfunzionamento della valvola: questa non si chiude e una parte del sangue refluisce all’indietro.
  • Stenosi valvolare (mitralica, aortica, tricuspidalica o polmonare) che comporta il restringimento dell’apertura determinando uno sforzo eccessivo per il cuore o l’impossibilità di mantenere un flusso di sangue sufficiente per i fabbisogni dell’organismo.
  • Patologie legate all’aorta: dilatazione (aneurisma) o rotture (dissezione, ulcera ecc) dell’aorta toracica ascendente o discendente.
  • Disfunzioni della capacità di contrazione del cuore, sia nel ventricolo sinistro, sia in quello destro. Tali problematiche possono essere all’origine di uno scompenso cardiaco.
  • Patologie cardiache congenite, causate da un’anomalia nello sviluppo del feto durante la gravidanza.
  • Malattie proprie del muscolo cardiaco (cardiomiopatie) come ad esempio la cardiomiopatia ipertrofica (ispessimento eccessivo delle pareti), dilatativa, restrittiva o infiltrativa.

Durante la visita, un ecocardiogramma può quindi essere scelto come test per approfondire la situazione.

È prima di tutto utile chiarire cosa non è un esame di ecocardio. Spesso, infatti, lo si confonde con un altro esame, ovvero l’elettrocardiogramma: quest’ultimo si esegue per analizzare lattività elettrica del cuore e verificarne il ritmo. L’ecocardiogramma è un’ecografia, che permette di visualizzare le strutture del cuore, analizzarne le dimensioni, la sua contrattilità e indagare il flusso sanguigno all’interno dei vasi o attraverso gli apparati valvolari.

Permette dunque di verificare se le camere cardiache sono in buone condizioni e se il cuore è caratterizzato da anomalie congenite o patologie acquisite. Un ecocardio utilizza gli ultrasuoni, dunque è un esame che non richiede e non emette alcun tipo di radiazione. Proprio per questa fondamentale caratteristica, è assolutamente eseguibile anche un ecocardiogramma nelle donne in gravidanza e senza un limite di numero.
 

Come si fa l'ecocardiogramma?


Tutto dipende dal tipo di indagine che il cardiologo ha ritenuto opportuna.
La tipologia più diffusa è l’ecocardiogramma transtoracico.
Il paziente deve scoprire il torace e distendersi sul fianco sinistro su di un apposito lettino. Durante l’esame, il cardiologo appoggia e sposta lungo il torace una sonda a ultrasuoni: sia sulla sonda, sia sul petto del paziente viene applicato un gel specifico. L’ecografo è il dispositivo a cui è collegata la sonda: permette di visualizzare su uno schermo e registrare le immagini ottenute grazie al passaggio dello strumento sul torace. Il paziente deve soltanto restare immobile o fare respiri profondi quando e se richiesto.

Al termine della procedura, si rimuovono i residui di gel dal torace. In genere, l’ecocardiogramma non richiede alcuna preparazione. Un ecocardiogramma ha una durata variabile, che in media va dai 15 ai 30 minuti. Al termine dell’esame, il paziente può immediatamente tornare a casa.

Altre modalità per eseguire un’ecocardiografia e analizzare il cuore sono le seguenti:
 
  • Ecocardiogramma transesofageo, che prevede il passaggio, lento e graduale, di un sottile endoscopio con sonda a ultrasuoni attraverso bocca, gola ed esofago fino allo stomaco.
    Data la modalità con cui viene eseguito, l’esame richiede una procedura specifica prima di cominciare: si applica un anestetico spray nella gola del paziente ed eventualmente, si somministra un leggero sedativo, in modo da agevolare il rilassamento.
    In caso di ecocardiogramma transesofageo, è obbligatorio il digiuno per almeno 4 ore prima dell’esame e comunicare tempestivamente eventuali difficoltà nella deglutizione.
    Si chiede al paziente di essere accompagnato perché in caso di sedazione non potrà mettersi alla guida di veicoli.
    Una volta terminato l’esame, il paziente potrebbe percepire una lieve irritazione della gola dovuta al passaggio della sonda, che di solito scompare dopo circa 1 ora.
    Infine, deve prestare maggiore attenzione nel riprendere le attività quotidiane, poiché l’uso di anestetici e sedativi influisce sul suo livello di concentrazione. Sempre legato all’utilizzo di anestetici e sedativi è il monitoraggio dei parametri vitali che il cardiologo porta avanti durante tutta la durata dell’esame, in caso di reazioni allergiche.
    Questo tipo di esame ecocardiografico viene eseguito soprattutto quandol’ecocardiogramma transtoracico non risulta sufficiente o non ha dato risultati utili in risposta al quesito clinico. In alcuni casi viene però scelto come test di primo livello, in quanto permette di diagnosticare patologie complesse.
    Presenta diversi vantaggi, in quanto non solo offre una visione anatomica estremamente dettagliata, ma consente di pianificare l’eventuale intervento chirurgico. Inoltre, può anche essere utilizzato come guida intraprocedurale prima e dopo l’operazione per valutarne i risultati, così come durante l’operazione stessa, per gestire tutte le fasi previste.

  • Ecostress  farmacologico o Ecocardiogramma sotto sforzo. Il paziente esegue un esercizio fisico la cui intensità cresce gradualmente (in genere su un tapis roulant o una cyclette): durante o subito dopo, si esegue l’esame. A seconda dei casi, è possibile che in alternativa si somministri al paziente per iniezione un farmaco, il cui obiettivo è accrescere l’attività del cuore proprio come farebbe l’esercizio stesso.
    Anche nel caso di questa tipologia di ecocuore, i parametri del paziente vengono tenuti attentamente sotto controllo, in quanto l’esercizio o il farmaco potrebbero causare un’alterazione del battito cardiaco.

L’ecocardio transtoracico e quello transesofageo possono essere eseguiti in modalità ecocardiogramma 3D. Le strutture cardiache, soprattutto la valvola mitrale, risultano così visibili a tre dimensioni: ciò consente di identificare con ancora maggiore precisione un’eventuale valvulopatia o altre patologie migliorando il livello diagnostico o per pianificare il miglior trattamento possibile.

È possibile eseguire un ecocardio anche in modalità pensate appositamente per studiare casi particolari.

L’ecocardiogramma con microbolle (bubble test) o ecocardiogramma con contrasto salino è utile a rilevare il forame ovale pervio. Questo passaggio, che permette ai due atri del cuore del feto di comunicare (e al sangue di ossigenarsi senza l’intervento dei polmoni), si chiude entro il primo anno di vita. Ma quando ciò non accade, anche solo parzialmente, il sangue non ossigenato passa nel circolo arterioso in modo anomalo. Molto raramente, tale condizione può essere causa di ischemia cerebrale.
L’esame consiste nell’iniettare in una vena superficiale del braccio una soluzione salina, che genera alcune piccole bolle. Queste, che non hanno alcun effetto negativo sull’organismo, possono però essere osservate mentre raggiungono il cuore grazie alla circolazione venosa: se è presente il forame ovale pervio, le bolle passano direttamente dall’atrio destro a quello sinistro.


Una nota a parte meritano l’ecocardiogramma fetale e quello pediatrico. Il primo è infatti utilizzato per verificare le condizioni del cuore e del flusso sanguigno di un bimbo ancora nel grembo della madre. Di solito, si esegue fra le 18 e le 24 settimane di gestazione.
Non tutte le future madri devono per forza sottoporsi a un’ecocardio fetale, ma questo esame consente di riconoscere tempestivamente eventuali difetti e programmare un trattamento precoce, con un aumento significativo delle possibilità di sopravvivenza del bimbo anche in presenza di anomalie gravi.
Sulla stessa linea preventiva si pone l’ecocardiogramma pediatrico, a cui possono sottoporsi i bambini dai 2 ai 12 anni con l’obiettivo di identificare possibili difetti nella struttura cardiaca.

Nel dettaglio, con un ecocardiogramma cosa si vede? Grazie a questo esame, il cardiologo ha la possibilità di analizzare le dimensioni, la struttura e la capacità del cuore di fungere correttamente da pompa. Permette inoltre di diagnosticare eventuali valvulopatie sospettate durante la visita all’auscultazione cardiaca (il soffio al cuore). Un ecocardio può anche consentire di riconoscere la presenza di tumori. In generale il referto dell’esame viene consegnato al paziente immediatamente dopo la fine dell’esame.

Dopo un ecocardiogramma, i risultati portano il cardiologo a stabilire come procedere, rassicurando il paziente sul suo stato di salute o, nei casi in cui venga diagnosticata una patologia, a programmare il trattamento opportuno, sia esso medico o chirurgico. Se il quesito clinico non ha trovato risposta adeguata, si ricorre ad altri esami di approfondimento.

Quando si riceve la prescrizione per l’ecocardiogramma, “dove farlo?” è certamente la prima domanda che ci si pone. È necessario poter contare su un personale specializzato e un cardiologo esperto, così come sulla presenza di strumenti di ultima generazione. Tutto questo è possibile in strutture come gli ospedali GVM Care & Research, basati su una concezione a 360 gradi delle esigenze del paziente.

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