San Pier Damiano Hospital / 19 novembre 2018

​La tecnica Starr e la soluzione indolore per le emorroidi

​La tecnica Starr e la soluzione indolore per le emorroidi
Emorroidi: la stima di questo disturbo, nelle sue diverse manifestazioni, è circa un adulto su tre, particolarmente colpita risulta la fascia d’età dei 40 enni.

Le emorroidi sono parte dell’anatomia di ciascuno fin dalla nascita, si classificano come tessuto artero-venoso presente nel canale anale già nel feto. Esistono le interne e le esterne e hanno tutte il fondamentale compito di completare la continenza dei liquidi e dei gas. Il loro ruolo si compie nel gonfiarsi e sgonfiarsi attraverso l’afflusso e il deflusso del sangue, quindi la loro natura non è patologica.

Essendo quindi parte anatomica normale e di tutti comprendiamo insieme al Dott. Andrea Conti – Chirurgo proctologo di San Pier Damiano Hospital e Clinica Privata Villalba – quando e perché diventano fastidiose e problematiche.
 

Abbiamo compreso che le emorroidi sono presenti in ciascuno di noi, come e quando diventano un problema e provocano dolore?


Il disturbo delle emorroidi è dovuto al cedimento dei tessuti che reggono la mucosa del retto che provoca un vero e proprio scivolamento verso il basso della parete di cui è rivestito il canale anale. 
La mucosa rettale portandosi verso il basso spinge all’esterno le emorroidi interne, che a loro volta spingono fuori le emorroidi esterne. 
 

Come riconoscerle e quando è opportuno rivolgersi ad uno specialista?


Per appurare con certezza se un paziente ha la malattia emorroidaria e il grado della stessa è quello di sottoporsi ad una visita proctologica ed a un’anoscopia.

Queste, con il passare del tempo e, in base alla sede e alle dimensioni del cedimento della mucosa rettale, vengono classificate in quattro gradi. Si va dal meno importante e superficiale, le emorroidi scivolano all’interno del canale anale e l’unico sintomo è il sanguinamento, al più importante e doloroso in cui le emorroidi fuoriescono indipendentemente dalla espulsione delle feci, anche per un qualsiasi sforzo (tosse, sollevamento pesi).

La diagnosi si basa essenzialmente sui seguenti sintomi: sanguinamento, fuoriuscita delle emorroidi (prolasso), senso di fastidio anale sia in piedi che da seduti, perdita di muco e talvolta dolore (es. trombosi emorroidaria).
 

Trattamenti chirurgici e rimedi farmacologici, come si procede una volta eseguita la diagnosi di malattia emorroidaria?


La malattia emorroidaria può essere curata solo con intervento chirurgico quando il paziente è sanguinante e dolorante.

Si definisce cura chirurgica, cioè che elimina il problema che genera la patologia. 
A San Pier Damiano Hospital viene utilizzata la tecnica da noi utilizzata è la tecnica Starr - l'emorroidopessi o prolassectomia, secondo la nuova tecnica di Longo.
La causa della fuoriuscita delle emorroidi è il prolasso, per riportare queste nella loro posizione anatomica naturale, all’interno del canale anale, è necessario risolvere questo problema.

Entrata in disuso l'emorroidectomia tradizionale che eliminando solo le emorroidi prolassate non risolve lo stato patologico del paziente che quindi riscontrerà delle ricadute.
 

La tecnica Starr, in cosa consiste?


E’ a tutti gli effetti un “lifting” della mucosa prolassata, che ripristina la giusta circolazione venosa evitando ulteriori sanguinamenti. La tecnica chirurgica Starr-Longo è la più recente e la meno invasiva in quanto mantiene le emorroidi del paziente, fondamentali per la continenza dei liquidi e dei gas, correggendo e riposizionando il tessuto in eccesso.

Il chirurgo in sede operatoria, accedendo dal canale anale, rimuove la parte di tessuto di mucosa rettale soggetta del prolasso e ricolloca la mucosa, i cuscinetti emorroidali e l’anoderma nella loro posizione originaria. Viene terminato con una suturatrice circolare per una cucitura sterile della mucosa, consentendo di eseguire l’intervento in maniera rapida e sicura.

L’intervento viene eseguito internamente nel canale anale, in zone non innervate, non creando quindi ferite esterne e non provocando dolore (circa l’80% in meno rispetto alle metodiche tradizionali). Questa tecnica può essere eseguita in anestesia generale o loco-regionale; dura 30-45 minuti e nella maggior parte dei casi, non insorgono complicanze.
In fase post-operatoria si riscontrano scarsi episodi di sanguinamento e prurito ed un consumo ridotto di analgesici.
 

Esistono indicazioni e/o controindicazioni per essere sottoposti a questa procedura?


L'intervento è indicato nei casi di emorroidi gravi anche in presenza di componenti fibrosclerotiche. Si sconsiglia in presenza di fistole anali, ascessi, gangrena, stenosi anale, prolasso rettale molto spesso e in pazienti con patologie legate alla coagulazione.
 
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