Clinica Privata Villalba / 18 ottobre 2018

Autoesame: la buona abitudine di prevenzione per il tumore al seno

Autoesame: la buona abitudine di prevenzione per il tumore al seno
L’autoesame del seno è il primo strumento di prevenzione del tumore al seno, si tratta di un test di autovalutazione, semplice da apprendere e da eseguire, che rappresenta un’arma fondamentale nella prevenzione di quest’ultimo. 

Durante il corso della vita il seno delle donne, si modifica, nell’età fertile prevale la componente ghiandolare, mentre dopo la menopausa questa viene gradualmente sostituita da tessuto grasso. Nonostante queste fisiologiche evoluzioni, mantiene sempre una fisionomia di base e imparare a conoscere quale è l’aspetto normale è fondamentale in quanto permette di notare qualsiasi cambiamento anomalo e quindi di cogliere dei segnali di allerta. 

Ne abbiamo parlato con il dott. Stefano Mignani, specialista senologo e radiologo di Clinica Privata Villalba di Bologna.

“Per incrementare l’efficacia della prevenzione del tumore al seno le donne hanno a disposizione diverse armi, tra cui l’autoesame. Si tratta di un esame che la donna può eseguire da sola, preferibilmente a partire dai 20 anni di età, che si compone di due fasi: l’osservazione e l'autopalpazione. Ogni donna deve imparare a conoscere il proprio corpo, senza ansie, per individuare eventuali cambiamenti e rivolgersi al medico in caso di segnali insoliti”.

L'autoesame deve essere eseguito una volta al mese e richiede circa 15 minuti:
  • In età fertile: una settimana dopo la fine del ciclo, poiché questa è la fase in cui il seno è meno dolente e turgido
  • In gravidanza o in menopausa: il momento in cui eseguirlo è indifferente.
 
Vediamo come svolgere le due fasi:

FASE 1: OSSERVAZIONE

La fase di osservazione serve a verificare che non vi siano cambiamenti nella simmetria, nella forma e nelle dimensioni dei seni, sia di fronte che di lato, o alterazioni cutanee e del capezzolo come avvallamenti, ispessimenti o arrossamenti.
E’ bene iniziare prima di tutto con una attenta ispezione del busto davanti allo specchio, osservando le mammelle tenendo
  • con le braccia distese lungo i fianchi
  • con le braccia in alto sopra la testa 
  • con le mani appoggiate sul bacino spingendo forte in modo da contrarre i muscoli del petto.
 
FASE 2: AUTOPALPAZIONE

Dopo aver osservato attentamente la morfologia dei seni si passa alla fase di autopalpazione vera e propria, in questa fase l'obiettivo è verificare che non siano comparsi noduli nel seno o nella zona ascellare.  E’ consigliato cominciare piegando partendo dal seno destro, il braccio destro dietro la nuca e cominciare a palpare delicatamente la mammella con la mano sinistra e le dita tese, cercando eventuali masse anomale, indurimenti o ispessimenti. Per finire, stringere delicatamente i capezzoli tra le dita per rilevare possibili fuoriuscite di liquido, siero o sangue. L’operazione va quindi ripetuta sul seno sinistro.
E’ possibile effettuare l’autopalpazione:
  • In posizione eretta, ad esempio sotto a doccia poiché eventuali alterazioni risultano meglio percepibili quando la pelle è umida e i tessuti mammari sono rilassati dal calore
  • In posizione supina, con un cuscino sotto la spalla, quando il seno si distende ed è più facile palpare in profondità.
Una certa nodosità e irregolarità delle mammelle sono normali vista la natura nodulare del seno, così come il gonfiore e la consistenza molle che si riscontrano immediatamente prima o durante il periodo mestruale.
 
Esistono 3 schemi di palpazione per esaminare il seno:
  • Movimento verticale: cominciando dall'ascella muovere lentamente le dita verso il basso fino ad arrivare sotto la mammella. Muovere leggermente le dita verso il centro e lentamente indietro verso l'alto, finché l'intera superficie della mammella non è stata coperta.
     
  • Movimento circolare: cominciando dal margine esterno del seno, muovere le dita lentamente in cerchio. Ruotare intorno alla mammella descrivendo cerchi sempre più piccoli, avvicinandosi gradualmente al capezzolo. E’ importante esaminare anche quest’ultimo, poiché 1/3 dei tumori insorge nell’area dietro al capezzolo.
     
  • Movimento per quadranti: partendo dal margine esterno della mammella, muovere le dita verso il capezzolo e poi di nuovo verso l'esterno. Palpare l'intera superficie della mammella, analizzando una piccola sezione a forma di cuneo per volta. Valutiamo bene tutto il seno, con particolare attenzione al quadrante superiore esterno, dove circa la metà dei tumori al seno si sviluppa.

 
“Nel caso di noduli o di altre irregolarità, è consigliato rivolgersi al proprio ginecologo o senologo per una visita e una mammografia. La prevenzione e la diagnosi precoce sono molto importanti per il tumore al seno, ecco perché ogni anno ottobre è il mese della prevenzione”.

“Va sottolineato infine che la cosiddetta “prevenzione secondaria radiologica” rimane fondamentale e insostituibile. L’autopalpazione è un primo strumento di prevenzione del tumore del seno, ma da sola non è sufficiente. Deve essere abbinata ad esami più precisi, quali ecografia mammaria e mammografia. La mano infatti riesce a percepire la presenza di noduli di 1 centimetro mentre la mammografia può trovare noduli allo stadio iniziale, anche di soli 2-3 millimetri di diametro.
Entrambi sono esami strumentali, la differenza sta nel modello d’indagine: l’ecografia mammaria sfrutta le onde sonore, gli ultrasuoni, per l’elaborazione delle immagini diagnostiche. E’ indicata alle donne in età inferiore ai 45 anni, la cui densità ghiandolare delle mammelle è preponderante, in genere a frequenza annuale, soprattutto se si vuole verificare l’incremento di qualche nodulo. La mammografia invece impiega i Raggi X, ed è dunque un vero e proprio esame radiografico, ritenuto più efficace nell’individuazione di lesioni tumorali, anche millimetriche, che l’ecografia spesso non riesce a mettere a fuoco. E’ indicata alle donne sopra i 45 anni, nelle quali il tessuto ghiandolare è stato sostituito dal tessuto grasso, più molle”.

 

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