Il
laboratorio di Emodinamica e Cardiologia interventistica di
Anthea Hospital – Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research - ha ottenuto un riconoscimento importante nel corso del
38° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (10-13 ottobre, Milano) per aver presentato
un caso live dalla sala operatoria su un paziente complesso trattato secondo criteri di rivascolarizzazione miocardica funzionale e con imaging (laddove necessario) come stabilito dalle linee guida internazionali sia nell’ambito della diagnosi che delle strategie terapeutiche destinate alle patologie coronariche.
All’interno del Congresso GISE – che quest’anno ha assistito ad un’altissima partecipazione di oltre 2000 cardiologi interventisti italiani, con tanti casi clinici ed abstract inviati – il Centro di Emodinamica e Cardiologia interventistica di Anthea Hospital diretto dal dottor
Alfredo Marchese ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo di nuove metodiche grazie al caso eseguito dai dottori
Marco Basile, Vasile Sirbu e Fabrizio Resta.
Il paziente - su cui si è concentrata la discussione - era affetto da due patologie: un’ aterosclerosi diffusa su una coronaria e una stenosi su biforcazione coronarica. Per la prima patologia gli operatori hanno eseguito una valutazione funzionale del vaso coronarico tramite la
metodica FFR (Fractional Flow Reserve): questa nuova procedura impiega una piccola sonda inserita nella coronaria per stimare la stenosi prima della rivascolarizzazione, in modo tale da intervenire con lo
stent in maniera precisa e puntuale nel punto malato della arteria. E’ particolarmente indicata per i casi dubbi, cioè quando la patologia interessa più di un vaso coronarico e dall’anamnesi e dalle metodiche non invasive non si evince quale delle lesioni potrebbe essere quella responsabile della sintomatologia e, a volte neppure se la sintomatologia possa essere riferita a una delle stenosi coronariche visualizzate.
“Grazie alla metodica FFR è possibile applicare un
approccio funzionale alla rivascolarizzazione miocardica secondo le più attuali Linee guida – spiega il dottor Marchese – questo vuol dire che l’emodinamista non è più soltanto guidato dalle immagini dell’angiografo, ma dispone di una tecnica che consente di fare diagnosi e al tempo stesso individuare la strategia terapeutica più idonea”.
Per la seconda patologia che interessava il paziente trattato in diretta dalla sala operatoria – ossia la stenosi della biforcazione coronarica – gli operatori di Anthea Hospital hanno adottato un’altra metodica di ultimissima generazione questa volta di imaging che oggi rappresenta lo strumento più all’avanguardia per ottenere informazioni sulla malattia coronarica e per la valutazione dello stenting intracoronarico:
l’OCT (tomografia a coerenza ottica).
“Con la valutazione angiografica intracoronarica tramite OCT – aggiunge il dottor Marchese - si possono studiare microstrutture di tessuti biologici e identificare i principali componenti della placca aterosclerotica. Attraverso il filo guida la sonda OCT, viene posizionata all’interno del vaso coronarico – prosegue il dottor Marchese – e si ottengono informazioni sull’eventuale presenza di mal apposizione delle maglie dello stent o di coaguli, spesso in
subset challenging come nelle biforcazioni”.
Dopo il grande successo riscosso dalla sessione live nel corso del Congresso GISE, il Laboratorio di Emodinamica di Anthea Hospital sarà parte attiva dei lavori del prossimo
Congresso Europeo PCR e il dottor Marchese farà parte del
board scientifico della sessione dedicata all’approccio moderno nel trattamento delle biforcazioni coronariche.