In età geriatrica, la funzionalità cerebrale può essere compromessa da patologie come
l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. “
La demenza di Alzheimer – spiega il
Dott. Alfonso Mastropietro, neurologo dell’Unità Operativa di
Neurogeriatria di
Clinica Santa Caterina da Siena -
è una patologia che comporta una progressiva incapacità a riconoscere gli oggetti e la loro funzione, i luoghi familiari, amici e conoscenti. Altri sintomi sono modificazione dell’umore, ansia, depressione, disturbi comportamentali e allucinatori che conducono a grave invalidità. La Malattia di Parkinson una patologia neurodegenerativa, progressiva, cronica, colpisce le cellule nervose di un’area del cervello che producono livelli più bassi di dopamina. Rallentamento dei movimenti (bradicinesia, o ipocinesia), instabilità posturale, tremore, rigidità muscolare sono i sintomi principali. In queste malattie la diagnosi precoce è fondamentale .”
Questo genere di patologie si diagnosticano con una
visita neurologica, dove avviene una valutazione complessiva del paziente tramite anche lo svolgimento di
test neurocognitivi. Possono essere inoltre richiesti
esami ematochimici, di diagnostica per immagini come la TC o la Risonanza Magnetica. Per il Parkinson è indicata la Spect con DATSCAN per evidenziare o escludere danni al sistema dopaminergico.
La terapia è principalmente farmacologica: per l’Alzheimer si utilizzano farmaci per arginare i deficit mnesici e cognitivi, come gli inibitori dell’acetilcolinesterasi e neurolettici e antidepressivi depressione. Oltre a questo tipo di terapia si associano training di stimolazione neurocognitiva.
Anche per il Parkinson la terapia è prettamente farmacologica come la Levodopa e i Dopamino agonisti che aumentano i livelli di dopamina i MAO-B inibitori, che hanno azione neuroprotettiva. Approcci non farmacologici sono la stimolazione cerebrale profonda per ridurre il tremore.