San Pier Damiano Hospital / 09 novembre 2017

Bruciore di stomaco e disturbi della digestione: perché possono aumentare in inverno?

Bruciore di stomaco e disturbi della digestione: perché possono aumentare in inverno?

L'arrivo dell'inverno porta con sé le tipiche malattie da raffreddamento ma è anche un momento critico per il nostro stomaco: in questo periodo possono aumentare gonfiore, stipsi, reflusso gastroesofageo e i disturbi digestivi in genere.

Spesso il periodo che ci separa dalla pausa natalizia coincide anche con un vero e proprio tour de force, un momento molto intenso dal punto di vista lavorativo o scolastico che può mettere ancor più a dura prova il nostro apparato digerente.
 
Ne parliamo con il Dottor Massimo Vincenzi Gastroenterologo di San Pier Damiano Hospital - ospedale polispecialistico GVM Care & Research accreditato S.S.N. di Faenza (Ravenna).
 
L’arrivo del freddo, insieme alla routine frenetica e al cambio di alimentazione che ne consegue possono aumentare i disturbi gastrointestinali?
 
Tra gli organi più sensibili ai cambi di stagione e quindi al progressivo abbassarsi delle temperature, ci sono proprio lo stomaco e l’intestino. Nei cambi di stagione, è vero, si possono avvertire più frequentemente fastidi come l’acidità e il bruciore di stomaco.  Anche lo stress in particolare può aggravare i nostri disturbi: nella stagione estiva siamo in genere più rilassati mentre i ritmi di lavoro intensi, soprattutto per chi lavora e vive in città, rischia di indebolire l'apparato digerente.
Il cambio del bioritmo, delle ore di luce solare modificano anche la produzione di ormoni neurotrasmettitori come melatonina e serotonina che incidono sul sonno e sull’umore. Il sistema nervoso inoltre è sensibile ai mutamenti della temperatura e dell’umidità. Sono più tipici infatti sempre in questa stagione problemi di insonnia, dolori reumatici e senso di fatica.

I cambiamenti influiscono sulla digestione, perché?

In parte dipende anche da come ci alimentiamo. Quando le temperature diventano più rigide e usciamo anche meno all’aria aperta, la nostra alimentazione cambia di conseguenza: solitamente mangiamo di più, c’è un maggiore desiderio di carboidrati che - se diventano eccessivi - possono aumentare il gonfiore addominale e le alterazioni della funzionalità intestinale, peggiorando così problematiche come la stipsi o l’intestino irritabile. Anche il fatto di mangiare di fretta, fuori casa, durante la pausa dal lavoro o tra una lezione e l’altra possono incidere sulla nostra digestione.

Dottore quali sono i disturbi a cui dobbiamo fare più attenzione, come campanello d’allarme?

I due disturbi digestivi più frequenti sono la gastrite e il reflusso gastroesofageo. Si parla di gastrite quando la mucosa che riveste internamente lo stomaco si infiamma per l’aumentata produzione di acido o per la riduzione delle difese della mucosa stessa. In questo caso il sintomo principale è il bruciore di stomaco, che a volte si accompagna anche alla nausea o vomito, o alla sensazione generale di difficoltà nel digerire. 

Si parla invece di reflusso gastroesofageo quando il succo gastrico refluisce appunto nell’esofago e ne irrita la parete che non è predisposta per tollerare l’aggressione dell’acido prodotto dallo stomaco. I sintomi possono essere diversi: il rigurgito di materiale gastrico, la sensazione di fastidio dietro lo sterno.

Cosa possiamo fare per ridurre i disturbi?

L’alimentazione deve essere sempre bilanciata: l’apporto di fibre e l’idratazione sono più “naturali” durante il periodo estivo ma sono fondamentali in ogni stagione. Come pure è importante continuare a svolgere attività fisica. Anche se per alcuni può diventare meno gradevole stare all’aria aperta quando le temperature diventano più rigide è importante sfruttare la luce solare per il benessere generale, per la produzione di quei neurotrasmettitori attivati dalla luce stessa e per abituarsi anche più gradualmente alle temperature invernali.

In generale possiamo comunque dire che se i fastidi si presentano ad esempio una volta ogni dieci giorni, è sufficiente quindi fare attenzione all’alimentazione, evitare gli alimenti che possono provocare bruciore come il caffè, il cioccolato, gli agrumi, i cibi piccanti o grassi. Se invece i sintomi sono più frequenti e insieme al bruciore avvertiamo anche un dolore nella parte posteriore dello sterno è bene rivolgersi al proprio medico che valuterà se ricorrere ad uno specialista Gastroenterologo per un'eventuale terapia con farmaci antiacidi o inibitori della secrezione acida. Se anche i farmaci non dovessero essere risolutivi è il caso allora di sottoporsi a esami mirati per avere una diagnosi precisa e  impostare di conseguenza una terapia specifica.

Spesso nella stagione fredda sentiamo parlare anche di “influenza intestinale”, di cosa si tratta?

Quando parliamo di influenza intestinale parliamo di vera e propria gastroenterite da virus spesso provocata da batteri e virus che proliferano tipicamente in inverno e arrivano ad aggredire l’intestino tenue e lo stomaco lasciando anche postumi problematici. Si tratta di una forma virale e appunto si può essere contagiati se si viene a contatto con chi è già malato. I sintomi più evidenti sono il vomito, la diarrea, crampi e dolori addominali unitamente alla febbre e al mal di testa. Questa forma virale è pericolosa soprattutto per anziani e bambini perché rischiano più facilmente la disidratazione.

Anche in questo caso l'attenzione all’alimentazione è fondamentale insieme ad una cura a base di fermenti lattici che sarà il Medico a suggerirci nella combinazione più adatta. La dieta deve essere sicuramente povera di grassi e si consiglia in generale di fare più pasti e più piccoli nell’arco della giornata con ingredienti semplici come possono essere il riso, il finocchio, la carota e le mele. Per reidratarsi è necessario sforzarsi di bere molta acqua, tisane o spremuta di melagrana che è astringente.

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