Maria Pia Hospital / 17 aprile 2023

Ematuria: cosa fare se c’è sangue nelle urine?

Ematuria: cosa fare se c’è sangue nelle urine?
L’ematuria è la presenza di sangue nelle urine, che può essere visibile a occhio nudo se le urine presentano un colore rossastro, oppure che può essere individuata solo attraverso le analisi biochimiche. Questa condizione richiede sempre attenzione, perché non dovrebbero essere presenti neppure tracce di sangue o globuli rossi in condizioni di salute ottimale.
 
Come spiega il Prof. Giovanni Muto, Responsabile dell’U.O di Urologia presso Maria Pia Hospital e Clinica Santa Caterina da Siena di Torino, l’ematuria può essere il sintomo di patologie lievi (per es. un’infezione transitoria delle vie urinarie, sforzi fisici), ma anche di patologie più severe come la cistite, la calcolosi delle vie urinarie o l’esito dei traumi. Le cause possono essere finanche oncologiche nel caso di tumori del rene o della vescica.
 
Le cause
Tra le patologie, la cistite è la più frequente soprattutto nelle donne. Si manifesta con altri sintomi oltre che con la presenza di sangue nelle urine: bruciore durante la minzione, dolore addominale, stimolo frequente a urinare. Nel caso di infezioni, nel test delle urine si rileva la presenza di globuli bianchi (leucociti e granulociti).  L’assenza di infezioni o di altri sintomi correlati all’ematuria è un campanello di allarme per patologie più significative.
 
Ci sono però anche dei farmaci che possono provocare ematuria, come gli antiaggreganti o gli anticoagulanti che possono indurre piccole lesioni della mucosa delle vie urinarie. Altri farmaci come la rifampicina tingono le urine di un colore rossastro (ma anche altri liquidi corporei come le lacrime, la saliva, il sudore) e ad occhio nudo questa pigmentazione può essere confusa con la presenza di sangue nelle urine.
 
Come comportarsi se si trova del sangue nelle urine
Se si riscontra la presenza di ematuria, è bene rivolgersi al medico che prescrive degli accertamenti. Di solito si inizia con l’analisi delle urine durante la quale si esegue un test noto come conta di Addis, che serve a individuare la quantità di globuli rossi presenti nel campione e la loro forma. Se i globuli rossi appaiono deformati, possono provenire dai glomeruli renali. Se invece presentano una forma regolare, possono provenire da una fonte più a valle lungo le vie urinarie. Stabilire la provenienza del sangue è importante per la diagnosi.
 
Per approfondire, si esegue una urinocoltura, a cui è possibile aggiungere l’antibiogramma, un esame che consente di trovare l’agente patogeno responsabile dell’infezione, per prescrivere antibiotici mirati. In caso di sospetto oncologico è possibile anche ricercare eventuali cellule anomale (esame citologico) o prescrivere una TAC. Ulteriori approfondimenti strumentali possono essere fatti con l’eco-addome e con la citoscopia, che consente di inserire una video sonda nelle vie urinarie per osservare le pareti interne e le mucose.
 
Come fare prevenzione
Per prevenire patologie severe, anche di natura oncologica, è buona norma eseguire il test delle urine almeno una volta l’anno anche se si è in salute. Invece chi ha già avuto patologie delle vie urinarie o i pazienti anziani dovrebbero eseguire controlli più ravvicinati. L’ematuria di per sé non è una condizione allarmante, ma è una spia di un problema che è sempre meglio indagare e individuare.
 
 
Per maggiori informazioni chiama o scrivi
Revisione medica a cura di: Prof. Giovanni Muto

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