Maria Cecilia Hospital / 26 agosto 2024 Endocardite infettiva: quali sono i sintomi e come curarla L'endocardite infettiva colpisce principalmente gli anziani e si manifesta con febbre, sudorazione notturna, affaticamento, difficoltà respiratoria, perdita di peso e di appetito. Se non diagnosticata e trattata tempestivamente, può essere fatale. Ne abbiamo discusso con la dottoressa Elisa Mikus, specialista in cardiochirurgia del Maria Cecilia Hospital. Dottoressa, che cos'è l'endocardite, quali sono le cause e quale fascia di popolazione è più colpita? L'endocardite infettiva è un'infezione dell'endotelio del cuore, del tessuto cioè che riveste internamente le pareti degli atri, dei ventricoli e delle valvole cardiache. Colpisce più frequentemente la popolazione in età avanzata e si tratta di una condizione grave con associata elevata mortalità. Ha un'incidenza annuale di 3-10/100.000 abitanti, con una mortalità fino al 30% a 30 giorni. L'epidemiologia dell'endocardite infettiva è gradualmente cambiata nel corso degli anni: le malattie reumatiche cardiache si sono ridotte, mentre stiamo assistendo ad un aumento della popolazione anziana. Inoltre bisogna considerare l’emergere di nuovi fattori di rischio quali dispositivi intracardiaci (per esempio i pacemaker definitivi o protesi valvolari) o endovenosi, oltre a condizioni immunosoppressive come il diabete, l’emodialisi e l’uso di farmaci per via endovenosa. Le condizioni cardiache che favoriscono l'endocardite includono: Valvola aortica bicuspide Prolasso della valvola mitrale Malattia valvolare reumatica Cardiopatia congenita Precedente endocardite infettiva Dispositivi cardiaci impiantati (pacemaker, defibrillatori) Valvole cardiache protesiche Le condizioni cliniche che favoriscono l'endocardite comprendono: Uso di farmaci endovenosi Malattia renale cronica (soprattutto in dialisi) Malattia epatica cronica Patologie tumorali Età avanzata Uso di corticosteroidi Diabete scarsamente controllato Accessi venosi fissi Stato immunocompromesso (inclusa infezione da HIV) Quali sono i sintomi? La presentazione clinica è altamente variabile e può presentarsi sia come una condizione acuta che subacuta o cronica in base al patogeno che l’ha causata e alle eventuali patologie pre-esistenti del paziente siano esse cardiache o no. Fino al 90% dei pazienti presenta febbre, sudorazione notturna, affaticamento, difficoltà respiratoria, perdita di peso e di appetito, in aggiunta, di questi, il 25% presenta anche i sintomi dovuti a fenomeni tromboembolici quali per esempio l’ictus. Quali accertamenti sono necessari per la diagnosi? Per diagnosticare l'endocardite sono necessari: Emocolture: sono fondamentali per stabilire una diagnosi e permettono di identificare i microrganismi che hanno generato l’infezione. Sono essenziali per impostare una terapia antibiotica mirata. Ecocardiografia transtoracica: Per rilevare eventuali anomalie del funzionamento delle valvole e/o la presenza di vegetazioni: piccole masse adese alla superficie delle valvole cardiache che possono portare a complicazioni locali o sistemiche. Il rigurgito valvolare è spesso il segno principale di distruzione/perforazione dei lembi, mentre il blocco cardiaco di primo grado e progressivo può segnalare la presenza di un ascesso della radice aortica e richiedere ulteriori indagini per immagini cardiache. Qualora sia necessario un ulteriore approfondimento, l'ecocardiografia transesofagea può dirimere i dubbi. AngioTC: è utile nel determinare la presenza di patologia perivalvolare (formazione di ascesso, aneurisma o pseudoaneurisma), in particolare quando si sospetta un'endocardite della valvola aortica o un ascesso radicolare. Fornisce inoltre un valore aggiuntivo nella pianificazione preoperatoria e nella valutazione dell'anatomia. TC total body: Per evidenziare complicanze emboliche sistemiche, più frequenti in caso di vegetazioni grandi o molto mobili. Quali sono le terapie? Prima dell'avvento degli antibiotici, l'endocardite infettiva era spesso fatale. Oggi, una terapia antibiotica appropriata è essenziale, ma spesso è necessario un intervento chirurgico. L’indicazione al trattamento, sia esso chirurgico o meno, viene data da un team di esperti “endocarditis team”, costituito da cardiologo, infettivologo, espetto di imaging, anestesista, cardiochirurgo, neurologo ed eventualmente neurochirurgo. L’intervento chirurgico è spesso eseguito in condizioni di urgenza e consiste principalmente nella sostituzione della valvola o delle valvole coinvolte, facendo particolare attenzione all’attente rimozione di tutto il tessuto infetto. È possibile prevenire l'endocardite? Non solo è possibile, ma è fondamentale fare prevenzione. E’ consigliata una profilassi antibiotica (cioè un trattamento antibiotico preventivo) ogni volta che pazienti a rischio devono essere sottoposti a procedure invasive (inclusi interventi chirurgici ed odontoiatrici). Per maggiori informazioni chiama o scrivi Revisione medica a cura di: Dott.ssa Elisa Mikus condividi o salva l'articolo Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Mi Racconto - Storie di tumore al seno Le parole hanno uno straordinario potere: possono aiutare, confortare, dare coraggio. Studi dimostrano che scrivere è un'attività curativa, per la mente e per il corpo. Abbiamo raccolto in un libro i racconti autobiografici di donne che hanno vissuto l'esperienza del tumore al seno e che hanno affrontato il percorso anche grazie all'aiuto degli specialisti di GVM Care & Research. Ulteriori Informazioni