Ernia del disco: quanto tempo ci vuole per guarire?

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Non esiste una risposta univoca a questa domanda. Tutto dipende dalle condizioni di partenza, che comprendono non solo l’entità e la tipologia di ernia del disco, ma anche lo stato generale del paziente, la sua storia clinica, la sede e le caratteristiche anatomiche dell’ernia.  

Tutti questi elementi – ci spiega il Dott. Riccardo Draghi, Neurochirurgo presso Maria Cecilia Hospital e San Pier Damiano Hospital - concorrono infatti a determinare anche il trattamento o la combinazione di trattamenti, individuati dal neurochirurgo durante le visite e grazie agli esami diagnostici.  

Del resto, sebbene sia una condizione benigna, un’ernia del disco trascurata può dar luogo a tutta una serie di sintomi anche molto invalidanti.  
 

Le tipologie di trattamento 

Si guarisce dall’ernia del disco? Anche se un disco danneggiato non “guarisce” mai veramente, sì, è possibile trattare con successo questa problematica, soprattutto per quanto riguarda il dolore: si parla quindi di terapia antalgica (ossia “contro il dolore”) per l’ernia del disco. Oltre che con l’assunzione non prolungata di farmaci analgesici, antinfiammatori e miorilassanti, è possibile alleviarlo con queste opzioni terapeutiche: 

  • Ozonoterapia per l’ernia del disco, priva di controindicazioni: può trattarsi di un ottimo trattamento conservativo per lenire il dolore e ridurre l’infiammazione. Consiste in infiltrazioni intramuscolari para-vertebrali di ozono e ossigeno. La percentuale di guarigione con questo trattamento è del 90% e il tasso di recidive piuttosto basso. 
  • Radiofrequenza pulsata: che agisce sull’ernia del disco trattando il dolore acuto o cronico: grazie all’inserimento di un ago, si rilascia la corrente (che ha la stessa frequenza delle onde radio) e il campo elettrico generato porta alla riduzione del dolore. 
  • Tecarterapia: efficace sull’ernia del disco in quanto utilizza la corrente alternata per creare un campo elettromagnetico e agire sui tessuti. 
  • Infiltrazioni peridurali o foraminali (a cura di un Medico specialista in Terapia del Dolore) 
  • Fisioterapia: specifica per ernia del disco, con massaggi, trazioni, allungamenti, rieducazione posturale ed esercizi dedicati.  

L’intervento chirurgico 

Il neurochirurgo opta per l’operazione chirurgica solo quando le soluzioni conservative non hanno dato sufficiente sollievo al paziente e vi sono rischi di peggioramento della condizione. Fra le procedure utilizzate, è particolarmente valida in casi selezionati l’artrodesi vertebrale con tecnica ALIF (Anterior Lumbar Interbody Fusion), che riesce a risolvere situazioni di discopatia piuttosto severe grazie alla fusione di due o più vertebre e permette di ristabilire la corretta curvatura della colonna, risparmiando i muscoli paraspinali.  
 
L’operazione prevede le seguenti fasi: dopo aver eseguito un’incisione anteriore dell’addome a livello del disco interessato, il chirurgo procede per via retroperitoneale, rimuove il disco, ripulisce le vertebre ed esegue l’impianto della gabbia. Il tutto con ottimi risultati: secondo i dati, la maggior parte dei pazienti ha presentato un tasso di fusione del 96% o perfino superiore. Inoltre, in genere il paziente viene dimesso dopo 4 o 5 giorni dall’intervento (se si tratta di pazienti giovani e particolarmente attivi le dimissioni possono avvenire anche in 3^ giornata post-operatoria). 

 

 



 
Revisione medica a cura di: Dott. Riccardo Draghi

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