La
rizoartrosi è una patologia molto frequente: quasi la metà delle donne over 65 ne soffre e il rischio aumenta per alcune professioni accomunate da un sovraccarico di lavoro dell’articolazione del pollice, soprattutto in movimenti a pinza pollice-indice, ripetuti con frequenza. Un esempio tipico di professione usurante in questo caso è quella del sarto. Anche la predisposizione genetica sembrerebbe giocare un ruolo nella comparsa della patologia.
Con la
Professoressa Anna Maria Spagnoli Specialista in
Chirurgia della Mano presso il
Santa Rita da Cascia Hospital a Roma tracciamo l’identikit di questa diffusa patologia.
Professoressa, che cos’è la rizoartrosi?
Si tratta di una forma di artrosi, dunque una patologia progressiva, che interessa l’articolazione alla base del pollice della mano, il trapezio: in buona sostanza si riduce progressivamente lo spazio tra le due parti dell’articolazione. Inizia con una lesione della cartilagine che progredisce fino a deformare il pollice.
Oltre alla deformazione progressiva, ci sono altri sintomi?
La rizoartrosi provoca
dolore e perdita delle funzionalità dell’articolazione. I pazienti affetti da questa patologia si trovano limitati nei gesti quotidiani anche semplici, soprattutto quelli che richiedono il movimento a pinza di pollice e indice e, in generale, nell’uso del pollice opponibile. Diventa difficile cucire, impugnare le posate, aprire o chiudere a chiave, svitare qualcosa. Le ripercussioni sulla qualità della vita sono quindi evidenti.
Come si diagnostica la rizoartrosi?
La prima forma di diagnosi è clinica e cioè si ottiene con una
visita medica specialistica, come quelle che svolgo presso l’ambulatorio del Santa Rita da Cascia Hospital: si raccoglie l’anamnesi del paziente e si valuta la situazione. La rizoartrosi è riconoscibile proprio per via della deformità che provoca alla mano e dei sintomi che i pazienti accusano. Se occorre un esame obiettivo, si preferisce prescrivere una
radiografia bidimensionale, o una
TAC, che mostrano l’immagine dell’osso e dell’articolazione.
Qual è il trattamento?
Il primo approccio non è chirurgico. A seconda della severità della patologia si può tentare la strada del
tutore, che il paziente deve indossare per tenere fermo il pollice interessato, e somministrare
terapie farmacologiche antidolorifiche o antinfiammatorie, oppure
trattamenti fisiochinesiterapici e da qualche tempo la medicina rigenerativa. Qualora tutto questo non porti alla risoluzione del problema, si ricorrerà alla
chirurgia, che consiste nella rimozione totale o parziale del trapezio metacarpale, talvolta sostituito con delle protesi. Lo scopo è quello di restituire all’articolazione lo spazio tolto dalla rizoartrosi, riducendo il dolore del paziente.
Per maggiori informazioni o per prenotare una visita contatta Santa Rita da Cascia Hospital allo 06.3608081 oppure tramite form contatti