San Pier Damiano Hospital / 06 dicembre 2017

Il Crossfit è pericoloso? Parola al fisiatra

Il Crossfit è pericoloso? Parola al fisiatra
Il Crossfit è una disciplina sportiva statunitense basata su un sistema di allenamento ad alta intensità suddiviso in sessioni – chiamate Wod (workout of the day) - che vanno dai 5 ai 30 minuti.
Corde da barca, pneumatici, pareti, ostacoli, palle mediche, trapezi, manubri, kettlebel: questi gli attrezzi di una disciplina sempre più in voga che crea un programma di esercizi funzionali volti a un benessere fisico completo. 

È importante sapere che proprio i picchi di intensità variabile del Crossfit rendono questo sport non adatto a tutti. Per capire quali siano le controindicazioni e le misure preventive da tenere in considerazione, il Dott. Fortunato Resta - responsabile della Medicina Riabilitativa di San Pier Damiano Hospital di Faenza - approfondisce l’argomento fornendo utili consigli. 

 
Quali sono le premesse fondamentali per chiunque voglia intraprendere un percorso di attività fisica?

La premessa fondamentale è che ogni allenamento dovrebbe essere impostato in base al livello dei partecipanti. In questo caso, il Crossfit rientra nella famiglia della attività funzionali quindi la diversificazione del lavoro che richiede può essere controproducente all’economia del movimento, essendo un’attività così intensa, nonostante migliori tutte le capacità atletiche.

Come fare a capire se questa disciplina sia adatta alle proprie peculiarità?

Il mio consiglio è di effettuare sempre una valutazione specialistica fisiatrica prima di praticarlo, questo per evitare problematiche in seguito. Una persona sana, con un’ottima base atletica può praticarlo.

Pro e contro del Crossfit: come possiamo distinguerli?

I pro riguardano principalmente la capacità del Crossfit di riunire esercizi da diversi ambiti sportivi, rielaborati in modo tale da coinvolgere tutti i muscoli (secondo i principi dell’allenamento funzionale). Migliora la resistenza cardiorespiratoria e muscolare, forza, elasticità, potenza, destrezza, equilibrio, tempi di reazione e coordinazione. Essendo ogni sessione di lavoro differente, completa e di grande impatto emotivo, il momento diventa unico ed in grado di stimolare oltre che il corpo anche la mente, fornendo quindi stimoli sempre nuovi.

Di contro, il Crossfit come ogni attività fisica ad intensità elevata, non è indicato per tutti ed è decisamente sconsigliato a chi soffre di patologie croniche come problemi osteo-articolari ed ernie del disco o di malattie cardiovascolari quali pressione alta, aritmia, diabete, angina, infarto. L’intensità prevista in una sessione può portare alla nausea, inconveniente che può esserci anche in altre discipline ad alta intensità. Questa sgradevole controindicazione può essere sintomo di cattiva gestione della modulazione tra carico esterno e carico interno, quindi del bilanciamento fra ad esempio il sollevamento di un attrezzo (carico esterno) e la resistenza che vi opponiamo (carico interno). L’altro punto critico invece concerne nel “rest day ovvero una frequenza troppo alta di allenamenti che elude invece la necessità di modulare la programmazione, alternando giorni ad alta intensità e giorni di scarico. La conseguenza è una progressiva diminuzione delle concentrazioni basali di Testosterone e IGF-1 e, di contro, un aumento di livelli di cortisolo che inibiscono la produzione di alcuni ormoni tiroidei.

Oltre all’allenamento funzionale che ha già citato si parla spesso di allenamento isotonico. Qual è la differenza?

Nell'esercizio isotonico la muscolatura viene potenziata sviluppando una tensione variabile nel vincere una resistenza costante. Si divide in due fasi: una concentrica (o positiva) quando cioè la muscolatura si accorcia e una eccentrica (o negativa) quando la muscolatura resiste al carico di lavoro durante l'allungamento.

L’allenamento ‘functional training’, allenamento funzionale, si basa invece sull’esecuzione di esercizi che mimano i movimenti che il corpo esegue quotidianamente finalizzati a sviluppare un fisico armonico e forte. I movimenti devono progressivamente divenire più complessi, per stimolare costantemente l’organismo e impedire l’adattamento al lavoro svolto.
 

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