A che età si può iniziare ad aggiungere il sale nella preparazione degli alimenti dei bambini, e in quali quantità? Ci sono delle alternative per insaporire i piatti? I genitori sono sempre più consapevoli che nei cibi dei bambini il sale va aggiunto, per l’appunto,
cum grano salis: occorrono moderazione e qualche accortezza, come quelle che la dottoressa
Sabrina Origlia, dietista presso
Tiberia Hospital di Roma, consiglia in questo articolo.
Niente sale nei primi nove mesi, poi con moderazione
È l’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dare un’indicazione ben precisa sull’età in cui cominciare a somministrare il sale ai bambini: non va aggiunto nella preparazione degli alimenti per i primi nove mesi di vita del piccolo. Solo successivamente, può essere introdotto, facendo comunque attenzione a non superare la dose massima di due grammi al giorno. Solo quando il bambino compirà sette anni, la quantità di sale potrà essere equiparata a quella consumata dagli adulti.
Il sale iodato è utile per la tiroide
E' bene preferire il consumo di
sale iodato, reperibile in commercio, poiché è utile per il funzionamento della tiroide di grandi e piccoli. La quantità, nondimeno, deve essere comunque moderata. Infatti non c’è solamente il sale che viene aggiunto normalmente durante la preparazione dei pasti. Bisogna tenere in considerazione anche quello che è già stato utilizzato per la lavorazione dei prodotti preconfezionati - anche dolciari - che vengono acquistati, ma anche quello presente in natura negli alimenti.
Spezie e aromi per insaporire la pappa
Un consumo eccessivo di sale durante l’infanzia potrebbe
accrescere, in età adulta, il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari o nell’
ipertensione arteriosa.
Ma c’è un’alternativa per insaporire gli alimenti e le pappe dei bambini senza eccedere con il sale? Sì, ed è quella di utilizzare, per esempio, le spezie e le erbe aromatiche, inclusi anche l’aglio e la cipolla.
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