L’impianto cocleare è un dispositivo che mima il funzionamento della coclea, un organo dell’orecchio a forma di chiocciola, indispensabile per l’udito. Malformazioni o malattie della coclea possono provocare ipoacusia o sordità: nei casi in cui non si possono ottenere risultati soddisfacenti con l’apparecchio acustico occorre una soluzione mirata, come appunto l’impianto cocleare.
Quando si ricorre all'intervento di impianto cocleare?
"A differenza degli apparecchi acustici in commercio, che ricevono uno stimolo sonoro e lo amplificano nell’orecchio del paziente - spiega
il dottor Gianfranco Niedda, Responsabile dell’
Otorinolaringoiatria di
G.B. Mangioni Hospital di Lecco - l’impianto cocleare riceve le onde sonore e le traduce in uno stimolo elettrico per il nervo acustico. Svolge quindi esattamente la stessa funzione di una coclea sana.
Per questo motivo risulta efficace
in caso di ipoacusia severa provocata da disfunzioni o alterazioni anatomiche dell’orecchio interno, che impediscono alla coclea di svolgere a dovere il suo compito. Queste condizioni si accertano tramite
i test audiometrici e l’impedenziometria.
Non è un trattamento riservato solo ai pazienti anziani, come si può pensare, ma risulta risolutivo in un’ampia casistica di ipoacusia e sordità,
anche in giovani adulti e in pazienti pediatrici."
Come funziona l’impianto?
L’impianto ha
due componenti fondamentali:
- Il microfono esterno con processore e antenna esterna con magnete simile a un apparecchio acustico;
- Un ricevitore-stimolatore interno con cavo portaelettrodi, che viene posizionato in un alloggiamento osseo sotto la cute.
Entrambe le componenti hanno dimensioni minime.
Il microfono esterno riceve lo stimolo sonoro: un rumore, una frase, una melodia e lo trasforma in impulso elettrico per il processore.
Il processore “comunica” con il ricevitore-stimolatore che è impiantato sotto-cute dietro l’orecchio e dunque non è visibile.
Questa componente interna riceve il suono e lo trasmette al nervo acustico in forma di stimoli elettrici diversi per le diverse frequenze sonore: infatti termina con dei mini elettrodi che vengono collocati nella scala timpanica della coclea. Nella coclea vi sono aree diverse per ogni frequenza del suono e l’impianto cocleare rispetta questa tonotopicità. Infine il cervello elabora le informazioni ricevute: si compie così il fenomeno dell’udito come tutti lo sperimentiamo, attribuendo a ciascun suono un significato.
Come si svolge l’intervento chirurgico?
"
Prima dell’intervento - spiega il dottor Niedda - il paziente viene sottoposto a un esame di diagnostica per immagini, generalmente una TC e una Risonanza Magnetica. Servono a valutare eventuali alterazioni anatomiche o patologiche della coclea e del nervo acustico.
Per collocare l’impianto cocleare, si effettua una piccola incisione dietro l’orecchio per alloggiare il ricevitore-stimolatore nell’osso della mastoide, ossia dietro l’orecchio. Si espone la finestra rotonda della coclea che si apre e attraverso un piccolo foro: la cocleotomia. Attraverso questa cocleotomia vengono inseriti gli elettrodi che vanno nella scala timpanica per trasmettere il segnale al nervo acustico.
L'incisione praticata viene suturata e l’apertura della chiocciola sigillata.
I dispositivi impiantati restano nascosti a chi guarda dall’esterno.
L’intervento viene eseguito solitamente in anestesia generale, in qualche raro caso in anestesia locale. Generalmente si prevedono 2 giorni di ricovero. È importante che nei giorni precedenti il paziente sospenda eventuali terapie anticoagulanti in corso.
Nei giorni immediatamente successivi all’intervento si può avvertire nausea o lieve senso di vertigine. Bisognerà poi aspettare
la guarigione completa dell’orecchio, di solito in qualche settimana, prima che l'Audiologo possa attivare il dispositivo e regolarne il volume del suono percepito con una regolazione dello stimolo elettrico per ciascuna frequenza,
permettendo definitivamente al paziente di sentire."
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