Trattare il lichen sclerosus con le cellule staminali adipose
La Dott.ssa Berdondini specialista in chirurgia ricostruttiva dell’uretra e dei genitali de reparti di Urologia di San Pier Damiano Hospital di Faenza e di Ravenna Medical Center, è tra i pochissimi specialisti in Italia che esegue interventi di chirurgia plastica ricostruttiva applicata al campo dell’urologia. In questa intervista, ci spiega i trattamenti disponibili per il lichen sclerosus, una patologia che può portare al tumore del pene, con ripercussioni molto severe sulla qualità di vita dei pazienti.
Che cos’è il lichen sclerosus e perché è associato al tumore del pene?
Il lichen sclerosus è una patologia infiammatoria cronica caratterizzata dalla trasformazione della cute e delle mucose in aree sclerotiche/cicatriziali.
Può comparire in qualsiasi parte del corpo ma che nella maggior parte dei casi si riscontra (sia nell’uomo sia nella donna) nella regione ano-genitale.
Si tratta di una patologia recidivante e di difficile gestione.
Una corretta diagnosi precoce è quindi il punto chiave.
La malattia lichenoide, infatti, se non trattata interessa progressivamente il prepuzio, il glande, il meato uretrale e progredisce coinvolgendo via via tutta l’uretra.
Il lichen sclerosus rappresenta oggi una causa emergente di stenosi uretrale.
Le dilatazioni dell’uretra sono controindicate nel lichen sclerosus in quanto determinano un peggioramento e progressione della malattia.
Nel caso di interessamento del prepuzio la sola circoncisione ha dimostrato risultati eccellenti, con una percentuale di successo del 96%.
Nel caso di stenosi uretrale da lichen sclerosus l’intervento di ricostruzione uretrale è l’unica soluzione, ma ancora oggi rappresenta una sfida difficile.
Se non curato il lichen sclerosus può portare nel 4-5% dei casi all’ insorgenza del carcinoma del pene.
Rispetto al passato, oggi esistono trattamenti più adeguati ed efficaci, che – se messi in atto in una fase precoce di sviluppo della malattia – possono dare risultati molto soddisfacenti.
Come si riconosce il lichen sclerosus?
I segni e sintomi sono molto evidenti e incidono in maniera importante sulla qualità della vita del paziente:
- prurito, rossore o bruciore al prepuzio/glande;
- dolore o bruciore dovuto a lacerazioni della cute e mucose genitali durante i rapporti sessuali;
- pelle del prepuzio bianca, cicatriziale, con spaccature e sanguinamento
- glande con aree bianche, cicatriziali, con spaccature e sanguinamento
- nei casi avanzati difficoltà ad urinare per stenosi uretrale che inizia dal meato uretrale
In presenza di questi segni clinici, il sospetto di lichen è fortissimo ed è consigliabile rivolgersi a uno specialista di questa patologia per un consulto.
Quali sono i trattamenti disponibili?
La prima linea di trattamento prevede l’applicazione topica di creme o unguenti al cortisone per 7-10 giorni, ma in caso di recidiva è necessario l’intervento chirurgico.
Nei casi di lichen sclerosus, è oggi disponibile un trattamento mininvasivo innovativo, di cui Dott. ssa Berdondini è una delle pioniere in Italia, basato sull’innesto di NANOFAT, tessuto adiposo ultrapurificato ricco di cellule staminali di derivazione adiposa. Tramite una minima liposuzione (dalla pancia o dai fianchi) il tessuto adiposo viene emulsionato e filtrato per ottenere un prodotto liquido, il nanofat che viene trasferito nei tessuti cicatriziali affetti dal lichen sclerosus: nell’arco di tre mesi si assiste ad una neovascolarizzazione che conferisce elasticità e morbidezza a cute e mucose. Questo trattamento, che permette di “rigenerare” i tessuti, aiuta a evitare o ritardare un intervento chirurgico maggiore.
Con questo trattamento è possibile trattare anche la stenosi uretrale da lichen sclerosus.
Per quali pazienti è indicato il trattamento con cellule staminali adipose?
Il trattamento con cellule staminali adipose è indicato nei pazienti in cui il lichen sclerosus si trova ancora in una fase non avanzata e in cui non vi è sospetto di tumore del pene.
Qualsiasi tipo di trattamento chirurgico prevede comunque e sempre l’esecuzione di un esame istologico per confermare la presenza del lichen sclerosus.
Nei casi di lichen sclerosus in fase precoce, l’innesto di cellule staminali è stato ben tollerato da tutti i pazienti perché il tessuto adiposo autologo è al 100% biocompatibile e ha dato risultati clinici molto soddisfacenti, già evidenti da 1 a 3 mesi dal trattamento:
- scomparsa dei sintomi (di prurito, bruciore e dolore);
- scomparsa delle fissurazioni/lacerazioni
- recupero dell’elasticità delle mucose e della cute (un risultato che, nel 90% dei pazienti, si è mantenuto anche oltre i 12 mesi dal trattamento);
- recupero dell’attività sessuale
Oltre al miglioramento clinico dei sintomi, il trattamento sembra inoltre evitare la progressione della malattia:
«Siamo stati i primi in Italia, nel 2019 ad utilizzare il NANOFAT per il trattamento di alcune patologie urogenitali caratterizzate da infiammazione cronica e sclerosi e ad oggi nella nostra casistica i pazienti con lichen sclerosus uretrale-genitale sia maschile che femminile, trattati con nanofat sta andando molto bene», conclude la Dott.ssa Berdondini.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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