San Pier Damiano Hospital / 16 dicembre 2022

Trattare il lichen sclerosus con le cellule staminali adipose

Trattare il lichen sclerosus con le cellule staminali adipose
La Dott.ssa Berdondini specialista in chirurgia ricostruttiva dell’uretra e dei genitali de reparti di Urologia di San Pier Damiano Hospital di Faenza e di Ravenna Medical Center, è tra i pochissimi specialisti in Italia che esegue interventi di chirurgia plastica ricostruttiva applicata al campo dell’urologia. In questa intervista, ci spiega i trattamenti disponibili per il lichen sclerosus, una patologia che può portare al tumore del pene, con ripercussioni molto severe sulla qualità di vita dei pazienti.

 
Che cos’è il lichen sclerosus e perché è associato al tumore del pene?

Il lichen sclerosus è una patologia infiammatoria cronica caratterizzata dalla trasformazione della cute e delle mucose in aree sclerotiche/cicatriziali.
Può comparire in qualsiasi parte del corpo ma che nella maggior parte dei casi si riscontra (sia nell’uomo sia nella donna) nella regione ano-genitale.
Si tratta di una patologia recidivante e di difficile gestione.
Una corretta diagnosi precoce è quindi il punto chiave.
La malattia lichenoide, infatti, se non trattata interessa progressivamente il prepuzio, il glande, il meato uretrale e progredisce coinvolgendo via via tutta l’uretra.
Il lichen sclerosus rappresenta oggi una causa emergente di stenosi uretrale.
Le dilatazioni dell’uretra sono controindicate nel lichen sclerosus in quanto determinano un peggioramento e progressione della malattia.
Nel caso di interessamento del prepuzio la sola circoncisione ha dimostrato risultati eccellenti, con una percentuale di successo del 96%. 
Nel caso di stenosi uretrale da lichen sclerosus l’intervento di ricostruzione uretrale è l’unica soluzione, ma ancora oggi rappresenta una sfida difficile.
Se non curato il lichen sclerosus può portare nel 4-5% dei casi all’ insorgenza del carcinoma del pene.
Rispetto al passato, oggi esistono trattamenti più adeguati ed efficaci, che – se messi in atto in una fase precoce di sviluppo della malattia – possono dare risultati molto soddisfacenti.

Come si riconosce il lichen sclerosus?

I segni e sintomi sono molto evidenti e incidono in maniera importante sulla qualità della vita del paziente:
- prurito, rossore o bruciore al prepuzio/glande;
- dolore o bruciore dovuto a lacerazioni della cute e mucose genitali durante i rapporti sessuali;
- pelle del prepuzio bianca, cicatriziale, con spaccature e sanguinamento
- glande con aree bianche, cicatriziali, con spaccature e sanguinamento
- nei casi avanzati difficoltà ad urinare per stenosi uretrale che inizia dal meato uretrale
In presenza di questi segni clinici, il sospetto di lichen è fortissimo ed è consigliabile rivolgersi a uno specialista di questa patologia per un consulto.
 

Quali sono i trattamenti disponibili?

La prima linea di trattamento prevede l’applicazione topica di creme o unguenti al cortisone per 7-10 giorni,  ma in caso di recidiva è necessario l’intervento chirurgico.
Nei casi di lichen sclerosus, è oggi disponibile un trattamento mininvasivo innovativo, di cui Dott. ssa Berdondini è una delle pioniere in Italia, basato sull’innesto di  NANOFAT, tessuto adiposo ultrapurificato ricco di cellule staminali di derivazione adiposa. Tramite una minima liposuzione (dalla pancia o dai fianchi) il tessuto adiposo viene emulsionato e filtrato per ottenere un prodotto liquido, il nanofat che viene trasferito nei tessuti cicatriziali affetti dal lichen sclerosus: nell’arco di tre mesi si assiste ad una neovascolarizzazione che conferisce elasticità e morbidezza a cute e mucose. Questo trattamento, che permette di “rigenerare” i tessuti, aiuta a evitare o ritardare un intervento chirurgico maggiore.
Con questo trattamento è possibile trattare anche la stenosi uretrale da lichen sclerosus.
 

Per quali pazienti è indicato il trattamento con cellule staminali adipose?

Il trattamento con cellule staminali adipose è indicato nei pazienti in cui il lichen sclerosus si trova ancora in una fase non avanzata e in cui non vi è sospetto di tumore del pene.
Qualsiasi tipo di trattamento chirurgico prevede comunque e sempre l’esecuzione di un esame istologico per confermare la presenza del lichen sclerosus.
 
Nei casi di lichen sclerosus in fase precoce, l’innesto di cellule staminali è stato ben tollerato da tutti i pazienti perché il tessuto adiposo autologo è al 100% biocompatibile e ha dato risultati clinici molto soddisfacenti, già evidenti da 1 a 3 mesi dal trattamento:
- scomparsa dei sintomi (di prurito, bruciore e dolore);
- scomparsa delle fissurazioni/lacerazioni
- recupero dell’elasticità delle mucose e della cute (un risultato che, nel 90% dei pazienti, si è mantenuto anche oltre i 12 mesi dal trattamento);
- recupero dell’attività sessuale
Oltre al miglioramento clinico dei sintomi, il trattamento sembra inoltre evitare la progressione della malattia:
«Siamo stati i primi in Italia, nel 2019 ad utilizzare il NANOFAT per il trattamento di alcune patologie urogenitali caratterizzate da infiammazione cronica e sclerosi e ad oggi nella nostra casistica i pazienti con lichen sclerosus uretrale-genitale sia maschile che femminile, trattati con nanofat sta andando molto bene», conclude la Dott.ssa Berdondini.
 
 
Revisione medica a cura di: Dott.ssa Elisa Berdondini

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