Quando parliamo di lussazione di spalla generalmente intendiamo la
perdita dei normali rapporti articolari tra la testa dell'omero e la scapola. Sarebbe più preciso parlare di lussazione scapolo omerale perché in realtà nella spalla esiste un'altra articolazione, l'acromionclaveare, ed anche essa può dislocarsi. E' un evento frequente che
può avvenire dall'adolescenza fino alla vecchiaia con picchi di maggior incidenza nei giovani tra i 15 ed i 30 anni e negli anziani.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Pier Giorgio Pirani, Specialista in
Ortopedia e Traumatologia a
Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA).
Dottore, ma dove si sposta l'omero?
Nel 96% dei casi l'omero si sposta anteriormente ed inferiormente alla glena (zona della scapola in cui si appoggia la testa omerale). In una piccola parte dei casi e purtroppo spesso non vengono riconosciuti, l'omero si sposta posteriormente alla glena.
Qual è la causa più frequente?
La causa più frequente è un
evento traumatico, generalmente una caduta accidentale in cui il soggetto ha cercato di proteggersi con il braccio, ma l'impatto al suolo e il trasferimento dell'energia dell'impatto lungo l'arto superiore ha causato l'uscita della testa omerale.
A volte però, in soggetti con articolazioni molto lasse,
può verificarsi anche in assenza di un evento traumatico, durante un movimento di rotazione esterna a braccio elevato.
Cosa occorre fare quando si verifica la lussazione?
Quando è in atto la lussazione, il paziente accusa un
forte dolore e una notevole
difficoltà a sollevare o muovere il braccio. Il dolore ovviamente causa anche una notevole contrattura dei muscoli che a sua volta accentua la sintomatologia, per cui
è importante rilasciare il più possibile i muscoli della spalla ed eventualmente, se c'è una persona che può assistere l'infortunato, effettuare senza forzare, una
lieve trazione dell'arto.
Nei casi più fortunati, nel momento in cui il paziente riesce a rilasciare la muscolatura, esercitando una trazione, l'omero può riposizionarsi nella sua normale sede e, se si verifica, il dolore si attenua molto.
Molta attenzione a
non forzare le manovre di riduzione se non si è esperti, perché in presenza di una frattura si può verificare una accentuazione del danno. In ogni caso è
importante recarsi in Pronto Soccorso, anche se la spalla si è spontaneamente ridotta, ed effettuare una radiografia per verificare che non vi siano fratture associate.
Quali sono i trattamenti a cui si dovrà sottoporre il paziente?
Una volta risolta l'emergenza e verificato il tipo di lussazione, le caratteristiche del paziente e il danno riportato nell'articolazione, si valuterà se procedere al trattamento chirurgico o ad un periodo di immobilizzazione della spalla e successiva fisioterapia.
Occorrono altri esami?
Se sono presenti segni di frattura della glena è preferibile effettuare una
TAC per valutare l'entità del danno osseo. Se le radiografie non indicano un danno osseo è preferibile effettuare una
RMN che mostra se il cercine (una formazione connettiva che riveste il bordo della glena e protegge la spalla da lussazioni) si è distaccato e quanto è estesa la lesione.
Occorre sempre operarsi dopo una lussazione di spalla?
Purtroppo la lussazione può causare la rottura del cercine o, nei casi più gravi, anche una piccola frattura della glena o della testa omerale. Purtroppo il rischio di un secondo episodio o ulteriori episodi è maggiore nei giovani compresi tra i 14 e i 29 anni e nei casi in cui il cercine o il bordo della glena hanno riportato un danno importante ed esteso.
Ad ogni lussazione i danni all'articolazione aumentano per cui,
già dal primo episodio è importante valutare quali sono i rischi di nuove lussazioni. In base a queste caratteristiche e alle richieste funzionali si indirizza il paziente verso il trattamento che riduca il più possibile i rischi di un ulteriore episodio.
Ma occorre operarsi subito?
Vi sono sempre più indicazioni in alcune categorie di soggetti, ad operare il paziente già al primo episodio se ha riportato lesioni articolari che lo pongono a rischio di altri episodi.
Non è una emergenza, vi è il tempo necessario per approfondire con esame TAC o RMN quanto è esteso il danno. In ogni caso
più si è vicino all'episodio e maggiori sono le possibilità di guarigione.
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