La sala di emodinamica ed elettrofisiologia: tecnologie avanzate per le patologie cardiache

La sala di emodinamica ed elettrofisiologia: tecnologie avanzate per le patologie cardiache
Le patologie del cuore sono oggi una delle prime cause di decesso nel mondo. Ma l’evoluzione dei trattamenti e delle tecniche cardiochirurgiche degli ultimi 40 anni ha impattato considerevolmente sull’aumento dell’aspettativa di vita e ha progressivamente consentito di ridurre l’invasività di certe procedure. Nella nuova sala di emodinamica ed elettrofisiologia di Clinica Santa Caterina da Siena, tecnologicamente all'avanguardia, è possibile infatti effettuare procedure di cardiologia interventistica mininvasive, come ad esempio l'applicazione di stent o ablazioni transcatetere.

Il prof. Fiorenzo Gaita, cardiologo di caratura internazionale, è tra coloro che hanno concretamente contribuito al progresso delle tecniche per il trattamento delle patologie cardiache, trattamenti che trovano spazio all’interno della nuova sala di emodinamica della Clinica: “L'emodinamica è la branca della fisiologia vascolare che analizza lo stato delle coronarie. La coronarografia è una procedura oramai consolidata per individuare eventuali ostruzioni delle coronarie, ma l'evoluzione delle tecnologie ha ridotto fortemente l'invasività dell'esame, permettendo di applicare il liquido di contrasto passando col catetere dall'arteria del polso. E sempre per via transcatetere è possibile applicare uno stent in caso di ostruzione”.

Ma la nuova sala consente di effettuare anche procedure di elettrofisiologia per trattare anomalie del ritmo cardiaco e della conduzione elettrica: “Le tachicardie parossistiche – continua il professor Gaita – si presentano anche in soggetti giovani e sani, mentre la fibrillazione atriale, quando cioè il cuore perde ritmicità, è una patologia che aumenta col crescere dell'età, arrivando a manifestarsi nel 10% degli individui sopra i 70 anni». Situazioni che però possono essere trattate, proprio grazie agli studi svolti da professionisti come il professore: fu lui nel 1998 a presentare per primo il trattamento dell'ablazione transcatetere per la fibrillazione atriale.

Il professor Fiorenzo Gaita in Piemonte e, contemporaneamente, il dottor Michel Haïssaguerre a Bordeaux, con cui collaborava. “All'inizio non fu semplice far accettare questa metodica, ma i risultati parlavano da soli. Il nostro trattamento è ormai diffuso nel mondo”. Tutto parte da un primo step, il mappaggio elettrico, utile per individuare il punto di origine della fibrillazione, che sarà poi trattata attraverso l’ablazione, sempre per via transcatetere. “Parliamo di una chirurgia interventistica ma la durata della procedura è di 1 ora, massimo 2 ore, rispetto alle 7 ore a cui si era soliti sottoporsi. Inoltre, lo straordinario miglioramento delle metodiche, grazie al contributo della tecnologia, ha portato l'esposizione radiologica del paziente a livello 0. Per la localizzazione dei punti da trattare infatti non si usano più i raggi X, ma un sistema di ricostruzione tridimensionale del cuore ad altissima precisione».

Tutte metodiche che trovano applicazione nella nuova sala di emodinamica e elettrofisiologia di Clinica Santa Caterina da Siena dotata di tecnologia all'avanguardia per entrambi gli ambiti di intervento. La Clinica inoltre, a conferma della completezza della propria struttura, dispone di 5 posti di terapia intensiva e 4 di sub-intensiva coordinata da anestesisti e cardiologi, pronti a seguire il paziente nel post-operatorio, quando necessario, a seguito dell'ablazione.
 
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