Salus Hospital / 22 marzo 2018

Malattia di Lyme: che cos'è e come si cura

Malattia di Lyme: che cos'è e come si cura
Con l’arrivo della bella stagione è più facile andare incontro alla puntura delle zecche, le quali, con l’aumento delle temperature, abbandonano lo stato di letargo. Il loro morso può provocare un eritema (noto come eritema cronico migrante) che tende ad allargarsi nel tempo, assumendo la forma del bersaglio. Le conseguenze possono essere talvolta particolarmente serie e possono interessare il sistema nervoso, cardiaco e articolare. Tra le patologie trasmesse attraverso la puntura della zecca, la più conosciuta, e in certe regioni d’Italia anche la più frequente, è la Malattia di Lyme, chiamata anche Borrelliosi, dal nome del batterio che causa la malattia (Borrelia burgdorferi). Le zecche inoculano il microbo prima di iniziare a nutrirsi del sangue dell’ospite e nell’uomo tendono a nascondersi in alcune zone del corpo come, ad esempio, l’inguine, l’addome o la parte posteriore del ginocchio.

 “La puntura della zecca - spiega il dott. Ermanno Gabbi, infettivologo di Salus Hospital di Reggio Emilia - che trasmette il batterio e quindi l’infezione, si traduce nella comparsa di un’area d’arrossamento, di almeno 5 centimetri, che tende ad allargarsi ed assumere le caratteristiche di un bersaglio. Trascorsa qualche settimana, l’eritema può scomparire spontaneamente ed il batterio entrato da quel punto migrare verso altre aree dell’organismo e dar luogo a manifestazioni sistemiche quali febbre, dolori muscolari e cefalea. A volte possono poi insorgere vere e proprie complicanze dovute alla disseminazione del batterio all’interno del sistema nervoso centrale (la conseguenza più temibile è la meningite) o periferico (infiammazione dei nervi) e problematiche cardiache. La comparsa di artriti è invece tipica degli stadi più avanzati della malattia se non sottoposta a trattamento. Nella maggior parte dei casi la puntura della zecca si ferma all’eritema cutaneo, di per sé già chiaro segno diagnostico, e richiede il tempestivo intervento con terapia farmacologica a base di antibiotici, in genere tetraciclina negli adulti e amoxicillina nei bambini, per scongiurare la diffusione del batterio. Da evitare assolutamente l’utilizzo di medicinali a base di cortisone”.

“Ciò che fa la differenza è la diagnosi precoce. Qualora dopo una passeggiata nei boschi frequentati si noti una lesione a forma di occhio di bue o qualche altro segno che possa far pensare ad un morso di zecca, è meglio rivolgersi al medico e spiegare la situazione. Esistono alcuni test specifici del sangue per la Malattia di Lyme, ma nella fase dell’eritema cutaneo possono rivelarsi ancora negativi e divenire positivi soltanto a 3-4 settimane dal morso. Altre volte il test non diventa positivo in quanto la terapia antibiotica precoce blocca la risposta sierologica”.

“Per prevenire il problema è importante, prima di avventurarsi nei boschi, indossare scarpe alte e chiuse, applicare repellenti per insetti e scegliere vestiti chiari in modo da poter individuare meglio la zecca che è piccolissima, rotonda, scura. Buona norma è fare un bagno o una doccia entro le 2 ore dal contatto con il parassita, in modo da favorirne il distacco dalla cute. Animali domestici, come cani e gatti, possono essere infettati dai batteri della Malattia di Lyme e possono portare zecche nelle zone in cui vivono gli esseri umani. Se si ha un cane o un gatto, è consigliato rivolgersi al veterinario per valutare l’utilizzo di un repellente per zecche o altre misure protettive da adottare per proteggere l’animale domestico e le persone con cui è a contatto”.

“Le zecche - continua il dott. Gabbi - impiegano dalle 24 alle 36 ore per fissarsi tenacemente all’uomo, nutrirsi di sangue fino a rigurgitare e inoculare il batterio. Per rimuovere correttamente l’insetto è consigliato afferrarlo con delle pinzette nel punto più vicino alla pelle, assicurandosi di prendere la zecca per la testa, e tirare con fermezza e saldamente verso l'esterno. Una volta rimossa, lavare e disinfettare accuratamente sia la zona del morso che le mani. E’ preferibile non applicare in quella zona sostanze irritanti quali ammoniaca, alcol, etere, vaselina, smalto per unghie o altro. La zecca, infatti, potrebbe espellere il microbo responsabile della Malattia di Lyme attraverso il suo uncino, aumentando le possibilità di trasmissione della malattia”.

Il dott. Ermanno Gabbi è disponibile per visite specialistiche presso il Salus Hospital di Reggio Emilia.
Per informazioni e prenotazioni telefona al numero 0522.499111 o scrivici.

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