La mammografia è una delle procedure diagnostiche più efficaci per lo
screening del tumore al seno e consente di rilevare una lesione quando si trova ancora in una fase iniziale e non sempre rilevabile alla palpazione o con altri esami. Al momento di programmare la mammografia è possibile scegliere tra mammografia 2D e
mammografia 3D. Ma in cosa differisce la mammografia 3D dalla mammografia 2D tradizionale e quali sono i suoi vantaggi?
Per rispondere a queste domande abbiamo parlato con la
Dottoressa Laura La Barbera medico radiologo e senologo presso l
’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma.
Dottoressa La Barbera in cosa consiste la mammografia 3D e quali sono i vantaggi offerti da questa tecnica diagnostica rispetto alla mammografia 2D?
La mammografia 3D o Tomosintesi è un esame diagnostico di ultima generazione, simile alla mammografia, in grado di
catturare più immagini del seno da diverse angolazioni, al contrario della mammografia 2D che consente di acquisire una sola immagine per ogni proiezione.
Le immagini ottenute grazie a questa tecnologia vengono poi rielaborate da un software fino a
ottenere una ricostruzione “a strati” e ad alta risoluzione dell’intera mammella. Grazie alla mammografia 3D il medico radiologo ha la possibilità di esaminare gli strati del tessuto mammario uno strato alla volta e di rilevare in maniera più accurata la presenza di lesioni e valutarne le caratteristiche. Possiamo paragonare le immagini ottenute dalla mammografia 3D alle pagine di un libro, che il radiologo può sfogliare una alla volta fino a ricostruire l’intera trama del tessuto mammario.
I vantaggi offerti dalla mammografia 3D sono:
- un aumento consistente della percentuale di individuazione del tumore mammario e in uno stadio più precoce
- una riduzione significativa dei richiami dovuti a falsi positivi
- una miglior visualizzazione delle piccole lesioni nei tessuti mammari densi, che all’esame tradizionale sfuggirebbero
- il superamento del limite della sovrapposizione dei tessuti delle immagini mammografiche tradizionali
Che differenze sussistono con la mammografia 2D?
Le mammografie 2D possono nascondere alcuni tumori, specie se molto piccoli, a causa della sovrapposizione delle immagini del tessuto mammario che si verifica con l’esame. Con la mammografia 3D questo non accade perché
vengono acquisite più immagini del seno, circa 9 per ogni proiezione, che saranno poi ricostruite
in numero variabile a seconda dello spessore e del volume della mammella. Ciò rende possibile
esaminare il tessuto mammario uno strato alla volta, cosa che invece non è possibile con la mammografia 2D.
Come viene eseguita la mammografia 3D?
L’esame viene eseguito come una normale mammografia, con un minimo aumento del tempo di acquisizione delle immagini di circa 9 secondi. Le apparecchiature di ultima generazione, in dotazione all’Ospedale San Carlo di Nancy, consentono
una riduzione della dose di radiazioni, analoga alla mammografia 2D, e una minore compressione della mammella, quindi meno fastidio per la paziente.
A chi è consigliata la mammografia 3D?
La mammografia 3D è consigliata in particolare a tutte le pazienti con seno denso, molto ghiandolare. L’esame è inoltre inserito all’interno di un percorso completo ad alta tecnologia per la
prevenzione del tumore al seno dedicato a tutte le donne sopra i 40 anni. Il percorso è attivo presso l'Ospedale San Carlo di Nancy.
L’esame richiede una preparazione specifica?
Non è richiesta alcuna preparazione specifica per eseguire l’esame. È comunque consigliabile, come in mammografia tradizionale,
evitare l’uso di talco, deodoranti talcati o creme sul cavo ascellare e sulla mammella prima dell’esecuzione dell’esame. È richiesto inoltre alle pazienti che sospettino una gravidanza o che sono in allattamento di informare il medico prima di iniziare l’esame.
Quanto conta la diagnosi precoce nel trattamento del tumore al seno?
La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le chances terapeutiche della paziente e migliorare il decorso della patologia. Grazie alla diagnosi precoce è possibile rilevare un tumore al seno quando misura ancora meno di 1 cm e questo permette di intervenire sulla lesione in maniera ottimale.
Lo stesso seno analizzato con mammografia 2D (sinistra) e mammografia 3D (destra). Evidenziato in rosso la diagnosi di nodulo maligno
Può raccontarci un case-history dove la diagnosi precoce con mammografia 3D è stata determinante?
Sì, la storia di una paziente di 50 anni, asintomatica, con un nodulo al seno di 7mm non rilevabile alla palpazione.
È stato possibile accorgersi della lesione grazie al controllo annuale di prevenzione, durante il quale è stata eseguita la mammografia 3D.
Dal confronto delle immagini ottenute dalla mammografia 2D e 3D si nota che il nodulo è visibile solo con la Tomosintesi. Grazie alla diagnosi precoce per la donna è stato possibile asportare subito chirurgicamente la lesione e garantire pertanto una migliore prognosi.