Medicina dei Punti Dolorosi: cos’è e quali sono i benefici

Medicina dei Punti Dolorosi: cos’è e quali sono i benefici
La Medicina dei Punti Dolorosi è una forma di terapia che consente di trattare una grande varietà di disturbi e patologie attraverso la stimolazione diretta e/o indiretta di punti specifici del corpo, localizzati nei tessuti molli e chiamati punti dolorosi. Le evidenze cliniche raccolte nel corso degli anni hanno dimostrato che la Medicina punti dolorosi si è rivelata efficace nella maggior parte delle patologie a cui è stata applicata e in particolare nel mal di schiena, nelle cefalee, nell’artrosi e nei disturbi di origine emotiva
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elvira Bassetti, medico chirurgo e odontoiatra, esperta in Medicina dei Punti Dolorosi presso il Primus Forlì Medical Center. 

Dottoressa Bassetti cos’è la Medicina dei Punti Dolorosi e cosa la differenzia dalle altre terapie? 

Ogni patologia si manifesta attraverso i sintomi. La Medicina dei Punti Dolorosi si fonda sul principio generale e unico secondo il quale a ogni sintomo corrisponde almeno a un punto doloroso di infiammazione situato nei tessuti molli e indicato dal paziente come sede della sensazione dolorosa. Trattando il punto doloroso con uno stimolo riflessogeno, che può essere meccanico, fisico o chimico, è possibile agire sia sul sintomo che sulla causa che ha generato la patologia o il disturbo, con conseguente beneficio immediato per il paziente. 
La Medicina dei Punti Dolorosi è una terapia naturale ed estremamente personalizzata, perché non prevede l’utilizzo di farmaci e perché considera il paziente nella sua globalità e individualità. Oltre alla patologia e ai suoi sintomi, la Medicina dei Punti Dolorosi valuta anche la sfera emozionale del paziente e il suo modo di vivere il disagio e/o la patologia. 
Solo dopo aver valutato queste condizioni il medico deciderà con quale stimolo riflessogeno intervenire per promuovere la remissione del fenomeno morboso e ripristinare lo stato di salute e di benessere del paziente. 
I benefici del trattamento vengono avvertiti dal paziente già alla fine della prima seduta e possono andare dalla diminuzione notevole del dolore alla sua totale scomparsa. Per stabilizzare i risultati sono in genere necessarie dalle 6 alle 7 sedute.

Cosa si intende per punto doloroso? 

A ogni sensazione patologica o dolorosa avvertita dal paziente corrisponde sempre un punto di dolore e di infiammazione situato nei tessuti molli. Un punto tangibile, palpabile ed ecografabile che se correttamente stimolato porta a una risposta riflessa dell’organismo attraverso il sistema nervoso autonomo o vegetativo, che regola i processi fisiologici involontari (respirazione, sudorazione, battito cardiaco, etc.), con conseguente miglioramento di tutte le funzioni a esso collegate e dello stato di nutrizione degli organi. 
La risposta riflessa del sistema nervoso autonomo serve a riportare l’organismo alla situazione di equilibrio che esisteva prima della comparsa della patologia.  
Possiamo considerare il punto doloroso come la spia di un processo patologico, di un disagio, di un malfunzionamento e serve a individuare la zona dove il medico, sempre insieme alla collaborazione del paziente, imposterà il processo di ripresa e di miglioramento. 
Con lo stimolo riflessogeno applicato sul punto doloroso è possibile combattere sia il dolore che la patologia che lo ha provocato.

Come vengono individuati i punti dolorosi su cui intervenire? 

Per individuare in maniera corretta il punto doloroso il medico procede seguendo principalmente due fasi.
Durante la prima fase rivolgerà al paziente una serie di domande sul suo stato di salute generale, sulla sua patologia, sui sintomi con cui si è manifestata e sul suo stato emotivo. Durante la seconda fase, attraverso delle tecniche manuali di palpazione e di pizzicamento, procederà a delimitare con precisione l’area del punto doloroso su cui verrà applicato lo stimolo.  
Le risposte fornite dal paziente sono fondamentali per trovare e definire i punti dolorosi attraverso i quali si è manifestata la patologia, ecco perché la sua collaborazione è considerata fondamentale dalla Medicina dei Punti Dolorosi. 

Con quali tecniche il medico interviene sul punto dolorosi per stimolare la risposta dell’organismo? 

Per praticare lo stimolo riflessogeno sul punto doloroso il medico può avvalersi di un gran numero di tecniche
Inizialmente può rivelarsi opportuno includere lo sblocco cervicale e lombare, così da aumentare la risposta riflessa dell’organismo, subito seguito da preparazione con massaggio vertebrale o connettivale se necessari. 
Dopo aver praticato queste manovre è possibile passare alla stimolazione fatta con piccoli aghi sterili monouso o con un ago d’oro riscaldato, vera grossa innovazione della Medicina dei Punti Dolorosi. La stimolazione è quasi del tutto indolore e durante la seduta si tiene sempre conto della sensibilità del paziente e dei suoi limiti di sopportazione. 
Oltre agli aghi è inoltre possibile utilizzare altri stimoli indolore quali:
  • Bemer terapia, una terapia fisica vascolare basata sull’utilizzo di diversi segnali elettromagnetici brevettati, per aumentare il flusso sanguigno nei piccoli vasi, al fine di sostenere e ottimizzare il microcircolo (terapia usata per gli astronauti e per gli sportivi, per aumentare le prestazioni).
  • Scenar terapia, un’elettroterapia innovativa basata sul principio della neuro stimolazione interattiva, ossia in grado di adattarsi in tempo reale e in maniera autonoma alla reazione della parte trattata
  • Soft laser puntiformi.
I metodi usati durante la seduta vengono scelti sempre in base alle indicazioni fornite dal paziente e sulla base della sua condizione clinica ed emotiva. Lo stimolo riflesso per essere efficace dev’essere quanto più personalizzato possibile. 

Quali sono le patologie su cui è possibile intervenire con la Medicina dei Punti Dolorosi? 

L’elenco delle patologie su cui è possibile intervenire con la Medicina dei Punti Dolorosi è molto ampio e comprende:
  • cefalee croniche e indomabili
  • dolori articolari e osteoarticolari
  • artrosi
  • sciatalgie
  • periartriti della spalla 
  • epicondilite
  • tunnel carpale
  • fibromialgia
  • esiti di ictus
  • reflusso gastro esofageo
  • herpes zoster e nevralgie post erpetiche 
  • piccole perdite di urina nelle donne
  • disturbi legati alla menopausa
  • piaghe da decubito
  • ansia
  • depressione
  • disturbi del tono dell’umore
  • insonnia
  • obesità
  • terapia di supporto post chemioterapia
È inoltre possibile avvalersi della Medicina dei Punti Dolorosi anche per il trattamento di patologie croniche e disturbi di origine somatica. 

Dopo quante sedute il paziente avverte i primi risultati?

Nella stragrande maggioranza dei casi il paziente sta bene già a fine seduta. Per stabilizzare il risultato occorre comunque ripetere lo stimolo per almeno 6 o 7 sedute. In alcuni casi possono essere necessarie anche 10 o 12 sedute, questo dipende dalla gravità del disturbo e dalla risposta soggettiva allo stimolo. 
 
Revisione medica a cura di: Dott.ssa Elvira Bassetti

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