Maria Pia Hospital / 16 marzo 2023

Mininvasività in cardiochirurgia e urologia

Mininvasività in cardiochirurgia e urologia
Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, grazie al lavoro dell’Heart Team costituito da professionisti che lavorano in modo sinergico con un approccio chirurgico multidisciplinare, è punto di riferimento sul territorio anche per gli interventi cardiochirurgici di alta complessità, quelli eseguiti su pazienti con un quadro clinico estremamente complicato. I pazienti complessi presentano comorbidità: diabete, obesità, insufficienza renale, o compresenza di patologie valvolari e coronariche che compromettano la funzionalità cardiaca.

In questi casi, il lavoro dell’équipe costituita da cardiochirurgo, cardiologo, anestesista, può davvero fare la differenza. Il team collabora a partire dal primo inquadramento del paziente e di pianificazione dell’intervento fino alla fase post-operatoria. Un approccio che combina competenze trasversali e complementari, permettendo di individuare la scelta più idonea di trattamento per ogni singolo paziente: chirurgia tradizionale, approccio mininvasivo e transcatetere, terapie di follow up.

A Maria Pia Hospital, l’équipe cardiochirurgica diretta dal dott. Mauro Del Giglio, ha effettuato nell’ultimo anno circa il 70% degli interventi mediante minitoracotomia (piccola incisione di 4-6 cm nello spazio intercostale), senza procurare fratture ossee, accreditandosi come uno dei centri con la più alta casistica di procedure eseguite con tecnica mininvasiva. Anche la complessa chirurgia della radice aortica, per la cura della malattia aneurismatica, viene effettuata frequentemente in minitoracotomia, come in pochi altri centri al mondo.

Nell’ambito della chirurgia valvolare, Maria Pia Hospital può essere definita un “Heart Valve Clinic” per la specificità e la complessità delle opzioni terapeutiche che è in grado di proporre e per la presenza di percorsi diagnostici e terapeutici dedicati. Quando le valvole cardiache (mitrale, tricuspide e aortica) non funzionano più correttamente e si creano disfunzioni nel passaggio del sangue, si instaura un meccanismo di sofferenza che, senza una cura nei casi gravi, porterebbe a un esito infausto. Da molti anni la medicina può intervenire, riparando o sostituendo la valvola interessata.

La riparazione è possibile, nei centri esperti, in oltre il 90% delle insufficienze mitraliche e in circa il 30% di quelle aortiche. Molti studi hanno dimostrato i vantaggi nel lungo periodo derivanti dall’impiego di tecniche di riparazione ma, anche se sostituita, la valvola nuovamente funzionante riporta il paziente a una qualità di vita superiore fino a consentirgli di riprendere attività fisiche e sportive impegnative.
Una delle innovazioni più importanti in medicina nell’ultimo decennio è stata la crescita di affidabilità delle tecniche transcatetere per il trattamento delle patologie valvolari che prevede il posizionamento di protesi attraverso la semplice “puntura” percutanea di un’arteria. L’Heart Team individua i pazienti candidabili a questo tipo di operazione, generalmente fra i più anziani e con maggiori patologie associate, seguendo le linee guida internazionali.

L’équipe cardiochirurgica impiega sempre approcci mininvasivi per il trattamento delle valvole cardiache e frequentemente anche per quello di aneurismi che coinvolgano la valvola aortica. L’incisione cutanea ridotta permette di eseguire tutti i procedimenti sulle valvole evitando la sternotomia mediana. Il recupero postoperatorio e il ritorno alla quotidianità sono più rapidi rispetto alla chirurgia tradizionale “open” e questo rende le metodiche mininvasive particolarmente indicate nei pazienti anziani, in quelli con patologia respiratoria associata e nei re-interventi. Il risultato estetico nei pazienti giovani rappresenta un ulteriore vantaggio.
 
Microinvasività in ambito urologico con l’arrivo in sala operatoria dell’innovativo Robot Hugo, il primo in Piemonte

Nel mondo solo il 3% delle procedure chirurgiche viene eseguito con l’approccio robotico. Tuttavia, l’Italia si colloca tra i Paesi più avanzati a livello europeo nell’ambito della chirurgia robot-assistita. L’approccio mininvasivo trova applicazione in tutte le specialità trattate a Maria Pia Hospital e in particolare in ambito urologico: grazie all’arrivo in sala operatoria dell’innovativo Robot Hugo, il primo in Piemonte, diviene possibile effettuare interventi complessi, prevalentemente oncologici, riducendo il trauma chirurgico intraoperatorio e post-operatorio per il paziente.

Grazie ai bracci robotici che si muovono e agiscono sul campo operatorio guidati dal chirurgo tramite una consolle immersiva con visione in 3D, l’intervento avviene con un movimento chirurgico ancor più accurato e preciso, per la massima conservazione dei tessuti sani circostanti e soprattutto nel rispetto di strutture vascolari e neurologiche importanti.

La chirurgia robotica in ambito urologico consente di intervenire su neoplasie, carcinoma prostatico, tumori renali, dell’uretere e della vescica, ed effettuare alcuni interventi ricostruttivi o trattare ingrossamenti prostatici molto voluminosi con un risultato migliore e meno invasivo rispetto alle tecniche a cielo aperto o laparoscopiche, consentendo un recupero precoce della continenza urinaria e delle funzioni sessuali, una migliore preservazione dell’organo, un minor rischio di complicanze ed un più rapido recupero post-operatorio.
Hugo diventa un alleato per interventi mininvasivi, ma il ruolo del chirurgo rimane fondamentale: non è infatti il robot che effettua l’intervento da solo ma è sempre lo specialista che guida la tecnologia.
 
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Mauro Del Giglio

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