Le prime Unità del Dolore in Europa risalgono agli anni ’70 e si rivolgevano ai malati di cancro: questa iniziale associazione con il paziente oncologico, terminale e palliativo ha causato nella società una certa paura e un iniziale rifiuto a recarsi nelle unità di terapia del dolore.
Eppure, in Italia sono oltre 10 milioni gli adulti che soffrono di dolore cronico: è quanto emerge dalla prima stima validata a livello nazionale pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità all’interno del Rapporto Istisan “Dolore cronico in Italia e suoi correlati psicosociali”
1. Una indagine che offre uno spaccato importante dei cittadini italiani, avendo coinvolto oltre 44000 partecipanti. Eppure, il suo sviluppo e i suoi benefici sono ancora avvolti da disinformazione e poca conoscenza.
Abbiamo approfondito l’argomento insieme al
dott. Tiago Ferreira - specialista in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore - per analizzare il tema alla luce della nuova unità dedicata aperta presso
Tiberia Hospital di
Roma, dove l'approccio scientifico si unisce alla cura umanizzata, rappresentando un'eccellenza nel benessere dei pazienti affetti da dolore cronico o acuto.
In cosa consiste la terapia del dolore e qual è l’approccio medico presso Tiberia Hospital?
La
terapia del dolore – spiega il
dott. Ferreira – è un approccio medico completo che mira a curare non solo il sintomo del dolore, ma anche la causa che lo determina.
Secondo la medicina moderna, infatti, il dolore non è più considerato solo come un sintomo, ma è diventato una malattia con la sua complessità. La terapia del dolore altro non è che l’insieme degli interventi per applicare appropriate terapie, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per il sollievo e il controllo del dolore, rivolta a pazienti affetti da una patologia ad andamento cronico ed evolutivo, nonché pazienti affetti da patologia dolorosa cronica da moderata a severa.
È fondamentale, infatti, considerare che si tratta di un problema di salute pubblica, ma alla quale non viene prestata quasi nessuna attenzione. Ad esempio, 8 persone con dolore cronico su 10 soffrono anche di ansia o depressione, 150 milioni di cittadini europei soffrono di dolore cronico, tre su dieci non rispondono adeguatamente alle terapie farmacologiche e necessitano di tecniche interventistiche. La multidisciplinarità è, quindi, non solo fondamentale, ma necessaria: all’interno dell’unità del
Tiberia Hospital ritroviamo infatti figure molto diverse che collaborano insieme.
In che modo si realizza quindi la collaborazione di diverse figure?
Il nostro approccio è decisamente
multidisciplinare: coinvolgiamo specialisti come ortopedici, neurochirurghi, fisioterapisti, psicologi e molti altri. L'obiettivo è offrire ai pazienti il miglior trattamento possibile, personalizzato e specifico per ogni situazione.
Se facciamo alcuni esempi è facile capire: se si riceve un paziente con dolore alla spalla, quello che ha senso è avere un parere di un traumatologo, ed un trattamento combinato con un riabilitatore che a sua volta necessita dell'aiuto di un fisioterapista. Se vediamo l’esempio dei trattamenti dei malati di cancro, tutti hanno comitati multidisciplinari, non si tratta della chemioterapia o della radioterapia, si tratta del trattamento complessivo del paziente. Le cefalee sono inimmaginabili senza un neurologo.
È chiara la necessità di un approccio multidisciplinare per poter fare bene le cose, infatti nella definizione delle unità del dolore, i centri multidisciplinari di cura del dolore comprendono diverse specialità. Tra le specialità non mediche, quelle più legate al trattamento del dolore sono i fisioterapisti, gli psicologi, i nutrizionisti e gli agopuntori. Avere questi specialisti nel team farà crescere l’Unità e migliora significativamente il trattamento dei pazienti.
Quali sono le patologie e i sintomi che vengono trattati con la terapia del dolore?
Le unità di terapia del dolore sono centri specializzati nel
trattamento di tutti i tipi di dolore e
disturbi muscolo-scheletrici, perciò trattiamo una vasta gamma di patologie dolorose, sia legate a interventi chirurgici che a patologie croniche e degenerative. Il nostro
team multidisciplinare affronta condizioni come il dolore oncologico, le patologie degenerative e altro ancora.
Quali sono i trattamenti offerti al Tiberia Hospital e come si differenziano?
Tiberia Hospital dispone attualmente di un eccellente servizio neurochirurgico specializzato in trattamenti all'avanguardia con tecniche mininvasive, in particolare nella chirurgia della colonna vertebrale. Ad esempio, la Sindrome da Fallimento Chirurgico Spinale (FBSS – Failed Back Surgery Syndrome), definita dall'Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) come dolore spinale lombare di origine sconosciuta che persiste nonostante l'intervento chirurgico o che compare dopo l'intervento chirurgico per dolore spinale originariamente nella stessa posizione topografica. Il dolore può avere origine dopo l'intervento chirurgico, oppure può essere l'intervento a esacerbare o migliorare in modo insufficiente il dolore esistente. È stato infatti riportato che la FBSS colpisce tra il 10 e il 40% dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico alla schiena. Una attenzione professionale e affidabile a conoscenza di questa possibilità motiva e rafforza la necessità di avviare un'
Unità di Terapia del Dolore.
Quanto può durare un trattamento di terapia del dolore? Esistono controindicazioni?
I pazienti con dolore cronico, oltre alla terapia farmacologica, spesso richiedono una gestione interventistica periodica. Ad esempio, nella gestione dei pazienti con lombosciatalgia, le iniezioni epidurali di steroidi possono essere iniettate in sicurezza 3-4 volte all'anno, con una durata minima di almeno due settimane tra due iniezioni e spesso sono necessarie due o tre iniezioni per alleviare efficacemente il dolore. L’unica controindicazione assoluta al trattamento interventistico del dolore è l’infezione associata. I pazienti cardiopatici, spesso in terapia anti aggreganti o anticoagulante, ricevono particolare attenzione a causa del rischio emorragico e tromboembolico associato.
1. https://www.iss.it/-/in-italia-oltre-10-milioni-di-adulti-soffrono-di-dolore-cronico-in-prevalenza-donne