La Pasqua dell'Istituto Clinico Casalpalocco: speranza e impegno continuo
Una Pasqua molto diversa quella dell'Istituto Clinico Casalpalocco, Covid Hospital dalla metà di Marzo, vissuta tra la speranza nel veder diminuire gli ingressi dei pazienti positivi e l'attenzione a non abbassare mai la guardia.
In questo giorno così particolare e significativo, abbiamo rivolto qualche domanda al dott. Antonino Marchese, Direttore Sanitario della struttura e al dott. Sebastiano Petracca, Coordinatore medico e Referente delle Terapie Intensive di ICC.
1) Com'è la situazione oggi All'ICC di Casalpalocco?
Situazione stazionaria come sembra anche in tutto il resto Roma. Oggi non ci sono stati nuovi ingressi ma ci sono buone notizie sul fronte delle dimissioni, ad oggi complessivamente 20 dimessi negativi - dopo tutti gli opportuni controlli e verifiche in base alle linee guide - che sono potuti tornare dalle loro famiglie.
23 giorni fa il primo ricovero, quel primo paziente in Terapia Intensiva ricoverato il 18 marzo ed estubato il 30 aprile, sta costantemente migliorando e appena sarà negativo, fatte tutte le verifiche di prassi per il Covid19, verrà dimesso.
Non è solo una sensazione, ma anche un dato di fatto si percepisce fiducia, efficienza, coesione e spirito di sacrificio. Questo è quello che più è evidente, sebbene siamo un ospedale Covid, dove la pressione su tutti i medici, oss e infermieri è altissima non possiamo permetterci distrazioni mai, perché potremmo mettere in pericolo pazienti o colleghi, dobbiamo essere attenti più di prima a non sprecare nulla perché tutto oggi è fondamentale per avere il massimo dell’efficienza medica e organizzativa. Tutto funziona al meglio, una minima distrazione potrebbe essere un grande pericolo: somministrazione dei farmaci, protocollo per la vestizione e svestizione, pluri-sanificazione quotidiane degli ambienti e di ogni tipo di presidio che accede alla struttura, decontaminazione fino al semplice momento riposo per gli operatori. Per tutto c’è un protocollo, uno spazio dedicato, un kit monouso, un DPI. Una maniacale attenzione a tutto.
Siamo uno spoke dello Spallanzani, un centro di eccellenza, seguiamo i loro protocolli e i risultati sono tangibili. Ma soprattutto tutto ciò è merito della dedizione e passione di tutto il nostro personale, tutto, nessuno escluso. Da struttura Polispecialistica perfettamente attiva ci siamo completamente riorganizzati, GVM il nostro Gruppo, ha risposto alla chiamata immediatamente coinvolgendo professionisti ed esperti del settore: dai medici alle direzioni, dall’ingegneria clinica ai servizi esterni, dalle forniture agli allestimenti. Tutti abbiamo lavorato come un’orchestra perfetta, e in 5 giorni eravamo pronti per ospitare pazienti Covid positivi.
Il rapporto medico paziente è al centro, come è normale che sia, e lo è molto nel nostro Gruppo ospedaliero, in questo caso però si è maggiormente rafforzato, più sentito, la vocazione che ci guida dimostra che siamo al servizio della gente, noi medici e infermieri siamo al servizio di tutti i cittadini. Il riposo è raro, ci si stanca in particolare psicologicamente, ma i risultati ci danno le forze.
2) La Pasqua in terapia intensiva...come si affrontano queste giornate?
In Terapia Intensiva, per proprie caratteristiche intrinseche, non c’è un giorno diverso dall’altro, c’è sempre una costante e maniacale attenzione ai particolari, non ci può essere una festa, intesa come pausa, c’è tanta forza di volontà, competenza, attenzione ai particolari e il coraggio di anestesisti, rianimatori ed infermieri. La Direzione della struttura oltre all’organizzazione logistica e del personale, cerca di motivare sempre moralmente e psicologicamente tutto il personale, organizzando turni con più cambi giornalieri, almeno in questi giorni di festa.
Il giorno di Pasqua il Vicario Episcopale per la pastorale sanitaria di Roma, Monsignor Paolo Ricciardi, alle 10.30 celebrerà nel cortile la Santa messa Pasquale per tutti i pazienti e operatori che potrà essere ascoltata all’interno tramite la diffusione audio, che normalmente diffonde musica, durante il giorno.
3) Come vi rapportate con i parenti dei pazienti, come comunicate le loro condizioni?
Come è noto, alla struttura non può accedere nessuno di parenti e familiari, perciò da subito, abbiamo organizzato un servizio di informazioni telefoniche quotidiane. Ogni reparto con il medico referente chiama quotidianamente i familiari per aggiornarli sullo stato di salute dei propri cari, questo sia la degenza ordinaria che la terapia intensiva. I pazienti dalla prossima settimana avranno un ulteriore apporto da un equipe di psicologi per aiutarli durante la degenza.
4) Avete l'affetto di tante persone, questo calore arriva a tutti voi eroi in corsia e tutti coloro che partecipano a questa battaglia
Sentiamo l’affetto delle persone e di tutte quelle che non solo abitano nella zona di Casalpalocco che sono i più vicini, ma le dimostrazioni d’affetto e di forza arrivano da ogni parte del Paese tramite anche i social. Ci hanno circondato di stima per la nostra professione sia i vicini, che le aziende donandoci vari tipi di materiali anche solo di conforto, o per strapparci un sorriso, piante per il giardino, colombe pasquali, agende e tanto altro. Ci siamo commossi per le tante attestazioni di ringraziamento che riceviamo.
5) Come vedete l'evolversi della situazione sul territorio anche nei prossimi mesi per pazienti e cittadini?
Difficile dirlo ora come sarà il prossimo futuro, siamo in una situazione che apparentemente sembra essere migliore, le misure di distanziamento sociale tanto sofferte stanno però ottenendo il loro effetto, ma dobbiamo tenere tutti ancora alta l’attenzione, per proteggere noi stessi e i nostri cari.
Noi qui a ICC facciamo tutto il possibile senza sosta da mattina a notte senza risparmiarci ma lottiamo per far vedere la luce in fondo al tunnel a tutti i nostri pazienti, ci proviamo con tutte le nostre forze.
Vorremmo che questi giorni di festa, anche se vissuti in modo diverso, siano per tutti i cittadini anche momenti di riflessione perché ciò che sta migliorando, se ci dimentichiamo di tutte le regole e la quarantena, rischiamo di tornare all’inizio di una situazione che può diventare un incubo peggiore. Perciò lo chiediamo al posto dell’uovo Pasquale, osservate tutte le regole, state a casa.
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