Secondo gli ultimi dati Istat, il 45,6% degli italiani sopra i 6 anni è affetto da almeno una patologia cronica:
l’Ambulatorio di Terapia del Dolore nasce proprio per migliorare la qualità della vita dei pazienti che soffrono di dolore, con percorsi terapeutici e trattamenti personalizzati.
“
La patologia artrosica degenerativa, insieme a quella radicolare, è tra le problematiche principali per cui i pazienti si rivolgono a noi”, spiega il
dott. Giuseppe Contino, medico anestesista, responsabile dell’Ambulatorio di Terapia del dolore di
Villa Lucia Hospital. “
In presenza di degenerazione artrosica, infatti, si genera spesso un’infiammazione che porta a un dolore diffuso”.
La Terapia del dolore si prefigge di b
loccare il dolore, sia nella trasmissione che nella percezione, con trattamenti e farmaci che agiscono a livello centrale, che interferiscono nella conduzione, che lavorano sull’infiammazione per migliorare lo stato di salute dell’organismo. “
Io preferisco iniziare con terapie soft, mai aggressive”, precisa il Dott. Contino, “
procedendo a partire da un profilo preciso del caso e pianificando un percorso mirato”.
Come viene diagnosticata l’artrosi degenerativa?
La prima diagnosi è clinica: il paziente arriva in ambulatorio lamentando dolore e,
grazie alla visita, è possibile generalmente già stabilire una causa, mentre un
controllo radiologico consente di dare una conferma. In assenza di deficit motori, si parte subito con il trattamento del dolore e, se nell’arco di massimo 5 settimane non si rilevano miglioramenti, la situazione viene approfondita con
indagini diagnostiche di secondo livello come risonanza magnetica o TC.
Quali sono i trattamenti più utilizzati?
Le
infiltrazioni articolari danno una buona risposta, perché lavorano direttamente sulla cartilagine. L’artrosi, infatti, è proprio una degenerazione della cartilagine, il tessuto che riveste un capo articolare. In un’articolazione sana, questo tessuto è così liscio da garantire lo scorrimento tra le parti articolari di un osso sull’altro. Quando la cartilagine si deteriora, la superficie diventa più ruvida, portando a un effetto abrasivo tra i capi articolari. Nella prima fase, localmente si utilizzano
infiltrazioni con cortisone, in seguito si predilige l’
acido ialuronico, che migliora la lubrificazione (in quanto i capi articolari riescono a scorrere meglio uno sull’altro) e il trofismo dell’articolazione. Naturalmente, l’acido ialuronico non risolve l’artrosi: l’
obiettivo è quello di rallentare la degenerazione artrosica, che porta una rigidità delle articolazioni che - a sua volta - genera l’infiammazione e, quindi, il dolore.
Vengono prescritte anche terapie farmacologiche?
Si possono prescrivere
farmaci antinfiammatori e che aiutano a controllare il dolore, come
farmaci analgesici centrali, premorfine, morfine e tramadolo. Si tratta, però, di sostanze il cui uso deve essere ben calibrato, in quanto possono portare a complicanze ed effetti collaterali come nausea, prurito, vomito, stipsi (e quest’ultima nell’anziano può risultare più problematica del dolore). Un aiuto, infine, arriva dagli
integratori, che si spera favoriscano un ripristino e un miglioramento dello stato del trofismo della struttura. Tra le altre sostanze che vanno a rallentare dall’interno la degenerazione delle articolazioni la
glucosamina solfato, un’unità costitutiva della cartilagine.