San Pier Damiano Hospital / 26 ottobre 2021

Patologie dell’apparato urogenitale maschile: tecniche innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura

Patologie dell’apparato urogenitale maschile: tecniche innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura
L'unità operativa di Urologia di San Pier Damiano Hospital di Faenza si occupa di patologie oncologiche urologiche, di calcolosi urinaria, di ipertrofia prostatica benigna nell’uomo e di patologie uroginecologiche per incontinenza urinaria nella donna. Sono inoltre disponibili tutte le tecniche chirurgiche per l’infertilità maschile.

Insieme al Dott. Carlo Saltutti, responsabile dell' Urologia presso San Pier Damiano Hospital di Faenza, facciamo il punto sulle metodiche all’avanguardia oggi disponibili per la prevenzione, diagnosi e cura delle patologie urologiche maschili. Il Dott. Saltutti, che ha al suo attivo oltre 11000 interventi chirurgici, ha contribuito a sviluppare presso la struttura di Faenza nuove tecniche chirurgiche per i tumori dell’apparato urinario e della calcolosi urinaria; ha inoltre introdotto l’uso di apparecchi laser per la chirurgia mininvasiva urologica e andrologica e per la chirurgia ricostruttiva dell’apparato urogenitale.
 

Quali terapie sono disponibili per la calcolosi renale?

I calcoli renali sono strutture compatte che si formano nell’apparato urinario (in particolare quello maschile) a causa della precipitazione in forma solida dei minerali presenti nelle urine. La presenza di calcoli, soprattutto se di grandi dimensioni, può causare dolori intensi e favorire le infezioni urinarie.
Esistono diverse modalità di trattamento per la calcolosi urinaria. Oltre alla litotrissia extracorporea a onde d'urto, che è un trattamento della calcolosi prevalentemente localizzata al rene, eseguito per via ambulatoriale per calcoli di dimensioni limitate (da 5 mm a 1.5 cm di diametro), è possibile presso SPDH effettuare ureteroscopie sia con strumenti rigidi che flessibili, anche monouso, associate a litotrissia (URS e/o RIRS) che permettono di frammentare i calcoli con l'uso del laser ad olmio. Inoltre, sempre presso la stessa struttura di San Pier Damiano Hospital, vengono effettuate per il trattamento delle calcolosi sia tecniche mininvasive più complesse attraverso la nefrolitotrissia percutanea ad ultrasuoni o con energia balistica e, naturalmente, anche la chirurgia invasiva "open-surgery" per alcuni casi specifici (pielolitotomia, calicotomia).

Nel trattamento della calcolosi, particolarmente innovativa è la tecnologia che si basa sull’uso di piccoli cestelli che catturano il calcolo e lo trasportano lungo tutto il percorso delle vie urinarie. Questa tecnica fa da supporto a un’altra procedura, chiamata “dusting”, che permette letteralmente di polverizzare i calcoli che si trovano sia nella cavità endorenale sia nell’uretere. Dopo aver inguainato il calcolo nel cestello, lo si fa ruotare e lo si erode progressivamente grazie all’uso del laser, che lo riduce in frammenti minutissimi.
Il residuo del calcolo che rimane nel cestello può essere estratto dalle vie urinarie per essere analizzato e valutarne la composizione chimica, molto importante a fini diagnostici. La calcolosi urinaria può infatti avere origini diverse, come testimonia la composizione chimica dei calcoli, che possono essere formati da ossalati, urati, fosfati o cistina, oppure possono avere una composizione mista. Lo studio delle caratteristiche chimiche del calcolo permette di risalire alle condizioni metaboliche che ne hanno favorito la formazione: sulla base di queste informazioni si possono dare consigli dietetici al paziente e privilegiare terapie che, favorendo l’acidificazione o l’alcalinizzazione delle urine a seconda dei casi, riducono la formazione di ulteriori calcoli.

 
Ipertrofia prostatica benigna: quali sono i vantaggi del laser al tulio (ThuLEP)?

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è una patologia caratterizzata dall’aumento di volume della prostata. Non è una patologia tumorale, ma la sua comparsa, molto comune all’aumentare dell’età, incide sulla qualità della vita dei pazienti a causa del frequente bisogno di urinare, del bruciore durante la minzione e della progressiva difficoltà a urinare. L’intervento di enucleazione permette di ridurre il volume della prostata e di alleviare questi sintomi.
Presso San Pier Damiano è disponibile una tecnologia endoscopica innovativa di enucleazione della prostata basata sul laser al tulio (ThuLEP). Rispetto ad altre tecniche laser, la tecnica ThuLEP è molto versatile e maneggevole: alla capacità di incidere e tagliare le porzioni di tessuto prostatico da rimuovere unisce la possibilità di coagulare immediatamente la ferita, riducendo moltissimo il rischio di sanguinamenti o emorragie. Il laser al tulio può quindi essere usato anche in pazienti che seguono terapie anticoagulanti.  
Queste caratteristiche fanno della ThuLEP la tecnica mininvasiva per eccellenza e riducono il disagio post-operatorio del paziente, che può recuperare le proprie attività quotidiane rapidamente: basti pensare che, con questa tecnica, il catetere può essere rimosso già dopo 24-48 ore dall’intervento.

 
Prevenzione del tumore alla prostata: in che cosa consiste la biopsia fusion?

La biopsia prostatica fusion è una tecnica innovativa usata per la diagnosi precoce del tumore alla prostata.
Il termine “fusion” sta ad indicare che questa tecnologia si avvale di due procedure diagnostiche fuse insieme: le immagini ottenute dalla risonanza magnetica vengono infatti sovrapposte con quelle dell’ecografia prostatica. In questo modo si possono evidenziare con maggiore precisione le aree sospette verso cui dirigere l’ago per la biopsia. 
Rispetto alle biopsie tradizionali, questa procedura è meno invasiva e permette di limitare il numero di prelievi bioptici alle sole regioni sospette della prostata, anziché fare un alto numero di prelievi in tutto l’organo (biopsia "random").

Per maggiori informazioni guarda l'intervista completa 

Dott. Saltutti ospite a Teleromagna ci parla delle patologie dell’apparato urogenitale maschile


 
 
Revisione medica a cura di: Dott. Carlo Saltutti

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