La
Induratio Penis Plastica (
IPP), detta anche
malattia di La Peyronie, o più comunemente
pene curvo acquisito, è un disturbo acuto, della durata massima di un anno. Fino ad ora veniva trattato solo con intervento chirurgico, eseguibile solo a malattia stabilizzata, nella sua fase cronica. Dolore e
difficoltà nell'erezione sono tra i problemi a cui vanno incontro i pazienti affetti da questa particolare patologia, che colpisce circa un milione di persone in Italia, e che può manifestarsi nel maschio adulto a tutte le età, dai 25 agli 80 anni. Ne abbiamo parlato con il
dott. Giovannalberto Pini, specialista Urologo del
Salus Hospital di
Reggio Emilia.
“Il
Salus Hospital – spiega il dott. Pini – è stato tra i primissimi Centri del Nord Italia ad offrire, già dal 2017, il trattamento agli uomini affetti da questo disturbo. Si tratta di un farmaco di ultima generazione, unico sul mercato, che permette di arrestarne la progressione e di garantire una correzione della curvatura. La malattia di La Peyronie riguarda circa il 13% degli uomini in tutto il mondo, con punte che possono arrivare anche al 16% in coloro che hanno subito un intervento di asportazione radicale della prostata”.
“La
Induratio Penis Plastica (
IPP), o
pene curvo, è un disturbo localizzato del tessuto connettivo che altera il collagene della guaina che riveste i corpi cavernosi del pene. Per cause ancora non del tutto conosciute, un eccesso di collagene sostituisce le fibre elastiche della guaina, o tunica albuginea, provocando una formazione cicatriziale che prende il nome di “
placca di La Peyronie”, dal nome del medico che per primo studiò questa malattia nel 1743, François Gigot de La Peyronie.
Tale placca impedisce l’elasticità dell’organo durante l’erezione, determinando una sua curvatura non fisiologica. Si ipotizza che fra le cause che portano alla formazione della placca vi possano essere microtraumi, sebbene oggi la malattia, che in prevalenza riguarda gli uomini dai 40 ai 65 anni, si verifica raramente anche tra i giovani di 25-35 anni. In questi pazienti, anche se le connessioni non sono del tutto chiare, è sicuramente presente una componente genetica ed ereditaria”.
“Ciò che è certo, invece, è che si tratta di un disturbo acquisito e che non va confuso con la
malattia congenita, chiamata anch’essa pene curvo, una malformazione causata dall’asimmetria dei due corpi cavernosi del pene, già presente in fase adolescenziale. Se la malattia di La Peyronie viene diagnosticata per tempo può essere sufficiente una sola iniezione. Il sintomo principale è
il dolore durante l’erezione che però
si manifesta solo nel 5% dei pazienti, mentre è comune una curvatura anomala del pene”.
“Il principio attivo di questo farmaco è la
collagenasi, un enzima che taglia i legamenti peptidici del collagene e che viene iniettato nella placca. Il numero dei trattamenti è soggettivo: ogni iniezione può offrire un miglioramento fino a 20-25° gradi. Ovviamente, se un paziente ha una curvatura superiore, sono necessarie più iniezioni. I protocolli internazionali indicano una media di 3-4 iniezioni da effettuare ogni 6 settimane. In tutta Europa e negli Stati Uniti, il farmaco non è attualmente a carico del Sistema Sanitario nazionale, ma rimborsabile dalle principali assicurazione mediche disponibili”.
“L’iniezione viene eseguita in ambulatorio ed in anestesia locale o con l’uso di ghiaccio secco. Si tratta di un trattamento mininvasivo, dopo l’iniezione si possono manifestare gonfiore ed ematomi locali che scompaiono nell’arco di 2-3 giorni. Anche il decorso post-trattamento è di breve durata: il paziente deve astenersi dai rapporti sessuali penetrativi per circa 20 giorni.
La differenza tra l’uso del farmaco e l’intervento chirurgico è notevole. L’intervento viene effettuato nei pazienti che soffrono della malattia di La Peyronie ma solo quando cronicizzata, e permette il raddrizzamento del pene
senza però intervenire sulla malattia. Invece,
il farmaco blocca la malattia, perché scioglie la placca, e
blocca anche il potenziale peggioramento della curvatura”.
“Bisogna però dire che questo tipo di farmaco non è indicato per tutti. Per poter eseguire il trattamento deve essere accertata la presenza della placca di La Peyronie, evidenziata attraverso una speciale ecografia, l’eco-color-doppler penieno dinamico
. Se la causa del pene curvo non è riconducibile alla presenza della placca il farmaco diventa inutile. Stessa situazione nel caso di placche complesse, di grosse dimensioni ed estremamente calcificate (placca ossificata di grado 4°), in cui purtroppo il farmaco risulta inefficace”.
“Il consiglio per chi si accorge della curvatura anomala durante l’erezione o prova dolore, è di non aspettare, perché potrebbe avere conseguenze serie. Se la presenza del pene curvo viene trascurata, la curvatura può diventare tale da non riuscire ad avere più rapporti penetrativi, causando anche un potenziale
deficit erettile, quindi incapacità di avere o mantenere un’erezione. E a quel punto l’unica soluzione rimane l’intervento chirurgico con necessità di posizionamento di protesi peniena”.
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