Ospedale San Carlo di Nancy / 24 febbraio 2023

Protesi dell'anca: recuperi più rapidi con la chirurgia mininvasiva

Protesi dell'anca: recuperi più rapidi con la chirurgia mininvasiva
​Tornare a camminare e guidare con un ricovero di soli due giorni: grazie alle tecniche mininvasive di chirurgia all’anca il recupero avviene in tempi record. Non è una fortunata coincidenza, ma il risultato dei grandi passi compiuti dalle tecniche chirurgiche negli ultimi 10-15 anni. Oltre all’innovazione tecnologica, a cambiare è stata anche la tipologia di pazienti che si sottopongono ad interventi di protesi all’anca. E con loro, sono cambiate le aspettative sulla ripresa delle attività possibili dopo l’intervento.
 
Il cambio di prospettive 
“I pazienti che arrivano oggi a questo tipo di operazioni hanno delle richieste molto più ambiziose – spiega il dott. Mario Tartarone, Capo Dipartimento del Reparto di Ortopedia e Traumatologia e responsabile dell’Unità di Chirurgia Protesica dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma – la protesi all’anca infatti non riguarda più solo persone anziane, che vogliono riuscire a camminare senza bastone e in maniera indolore, ma anche persone più giovani, che desiderano tornare non solo alle attività quotidiane ma anche a praticare attività sportiva come facevano prima dell’insorgenza del dolore”. Persone che, ad esempio, sono nate con una displasia o con una patologia artrosica, e che cominciano ad avere problemi di deambulazione o dolore intorno ai 40-45 anni di età. 
 
La chirurgia mininvasiva offre una soluzione. Applicata all’anca permette di accedere all’osso senza incidere i muscoli o tagliare i legamenti, scegliendo anche tra diverse vie d’accesso – tendenzialmente si parla di accessi per via anteriore o laterale, con una incisione che va dai 5 ai 7 cm.
 
I vantaggi della microchirurgia
Come spiega il dott. Tartarone, questo comporta molteplici vantaggi: “In primis, garantisce un minor sanguinamento post-operatorio, rendendo non necessari i drenaggi dalla ferita chirurgica e accorciando quindi drasticamente i tempi di ospedalizzazione del paziente, che dopo pochissimi giorni può essere dimesso già in grado di deambulare autonomamente. Per tornare a svolgere attività sportive di intensità medio alta è necessario attendere i naturali tempi di recupero muscolare e seguire una riabilitazione di almeno un paio di mesi generalmente, ma il ritorno alle attività quotidiane di base è pressoché immediato”. 
 
Un altro vantaggio legato alla chirurgia mininvasiva è, inoltre, l’impianto di protesi molto più piccole rispetto a quelle utilizzate con lo strumentario chirurgico tradizionale: “Un vantaggio per il paziente sia nell’immediato, per quanto concerne i tempi di recupero, ma anche per il futuro del paziente” ha aggiunto il dott. Tartarone. Laddove si rendesse necessario intervenire nuovamente sulla protesi per qualsiasi problematica traumatica o di usura, il chirurgo potrà più facilmente revisionare la protesi avendo a disposizione una maggior quantità di osso su cui impiantare la nuova protesi con minori difficoltà. 
 
Per maggiori informazioni chiama o scrivici.
Revisione medica a cura di: Prof. Mario Tartarone

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