La protesi di anca totale bilaterale in simultanea, eseguita cioè a entrambe le anche nella stessa seduta operatoria, potrebbe rappresentare una valida opzione nei pazienti affetti da marcata artrosi bilaterale dell’anca in stadio avanzato.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Giovanni Vavalle, responsabile dell’
Unità Operativa di Ortopedia di Santa Maria Hospital, a Bari, che ha pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Surgery and Research “Protesi d’anca bilaterale in un unico tempo, con approccio anteriore diretto e protocolli Fast Track: studio prospettico”.
Lo scopo dello studio
L’artroplastica totale bilaterale d’anca simultanea potrebbe rappresentare un’opzione ragionevole nei pazienti affetti da artrosi dell’anca (coxartrosi) bilaterale in stadio avanzato.
L’artroplastica totale bilaterale d’anca in unico tempo chirurgico (1-SBTHA) consente di trattare una patologia marcatamente invalidante con un unico intervento chirurgico,
con vantaggi come un più breve periodo totale di ospedalizzazione, un’unica anestesia, un periodo più breve di assenza dal lavoro, tempi di riabilitazione ridotti e costi di gestione minori per il paziente rispetto all’intervento in due step.
Ci sono anche alcuni svantaggi, quali una procedura chirurgica più lunga, la possibile maggiore perdita di sangue durante l’intervento, maggiori complicanze peri-operatorie, motivo per cui molti chirurghi sono ancora scettici sulla procedura in un unico tempo.
Lo scopo dello studio è stato di valutare se i vantaggi associati all’approccio anteriore diretto (DAA), in combinazione con l’applicazione del percorso Enhanced Recovery After Surgery (ERAS), detto anche Fast Track, possono garantire l’efficacia e la sicurezza alla procedura di protesizzazione d’anca (THA) in simultanea.
Il percorso Fast Track
Il percorso Enhanced Recovery After Surgery (ERAS), spesso chiamato anche Fast Track Surgery, è un approccio multidisciplinare volto a ottimizzare il recupero post-operatorio.
Il protocollo mira a ridurre lo stress chirurgico, le perdite ematiche, migliorare la gestione del dolore e accelerare la ripresa del paziente, con conseguente diminuzione dei tempi di recupero e riduzione delle complicanze.
Il protocollo coinvolge diverse figure specialistiche (chirurgo, anestesista, internista, fisioterapia, ecc.) che si occupano del paziente dalla fase pre-operatoria a quella post-operatoria, e si basa su principi come la preparazione e la selezione pre-operatoria del paziente, l’ottimizzazione della gestione del dolore e delle perdite ematiche, la mobilitazione precoce, un’alimentazione adeguata e una gestione attenta delle complicanze.
L’accesso chirurgico dell’anca per via anteriore
Si tratta di una via chirurgica il cui utilizzo è stato ripreso negli ultimi anni, in quanto considerata la via di accesso mininvasiva prediletta dell’anca. Viene considerata una via chirurgica intermuscolare, in quanto consente di raggiungere l’articolazione passando attraverso i muscoli, senza la necessità di distaccare i tendini.
I vantaggi sono minori perdite di sangue intraoperatorie, minore dolore, recupero funzionale più rapido e completo.
Il metodo di ricerca
È stato condotto uno studio clinico prospettico monocentrico su 46 pazienti (30 uomini e 16 donne) sottoposti a protesi totale d’anca bilaterale in un unico tempo, utilizzando la via chirurgica anteriore e protocolli Fast-Track, tra maggio 2019 e marzo 2023, presso
Santa Maria Hospital.
L’età media era di 61,8 anni (range 50-74 anni) e l’ultimo follow-up medio è stato di 6 mesi (range 5-7 mesi).
Sono stati documentati:
- la durata della degenza ospedaliera;
- il tempo operatorio;
- le trasfusioni di sangue;
- le eventuali complicanze.
Gli esiti funzionali e il dolore sono stati valutati utilizzando diverse scale internazionali: il Western Ontario and McMaster Universities Osteoarthritis Index (WOMAC), l’Oxford Hip Score (OHS), il Forgotten Joint Score (FJS) e la Numeric Pain Rating Scale (NRS).
Protesi di anca bilaterale con accesso anteriore e protocolli Fast Track, i risultati dello studio
La durata media della degenza ospedaliera è stata di 6,4 giorni (range 5-10 giorni) e la durata media dell’intervento è stata negli ultimi 20 casi di 100,2 minuti (range 86-118 minuti). I livelli medi di Hb nel sangue (emoglobina, la cui quantità è parametro fondamentale per valutare la capacità del sangue di trasportare ossigeno) si sono ridotti di 4g/dl.
Solo 8 pazienti (17,4%) hanno ricevuto una sacca di sangue allogenico (proveniente da un donatore diverso dal paziente stesso). Non sono stati registrati decessi peri-operatori. Non si sono verificati casi di tromboembolia o altre complicanze sistemiche. I punteggi funzionali e relativi al dolore sono migliorati statisticamente dal periodo preoperatorio all’ultimo follow-up.
In conclusione, i risultati suggeriscono che l’artroplastica totale d’anca bilaterale simultanea, eseguita utilizzando un approccio a risparmio tissutale (DAA) e un percorso accelerato per l’ottimizzazione della gestione peri-operatoria con approcci multidisciplinari, può essere considerata un metodo di trattamento sicuro ed efficace in casi selezionati con grave artrosi bilaterale dell’anca.