Le indagini di
RM Encefalo (Risonanza Magnetica) vengono prescritte per verificare o escludere eventuali patologie del distretto encefalico.
Il
sospetto di una patologia encefalica acuta o cronica (dopo la TC, utilizzata in prima istanza in caso di sospetta emorragia e/o trauma) impone oggi, come prima scelta, l’esame RM, in impianto con
magnete ad alto campo (da 1.5 T fino 3T) dotato di software dedicati sia allo studio morfologico nelle varie sequenze che a possibilità di approfondimenti anche funzionali e dinamici, come la perfusione.
Abbiamo chiesto al dott.
Francesco Violante, responsabile dell’Unità Operativa di Diagnostica per Immagini di
Maria Eleonora Hospital, a Palermo, dell’utilizzo e delle controindicazioni di questa indagine strumentale. La struttura siciliana, infatti, dispone di una Risonanza Magnetica all’avanguardia, che permette di ottenere immagini di qualità superiore ed eseguire indagini a una velocità fino al 50% più elevata rispetto a quella di macchinari di generazione precedente.
RM Encefalo: i vantaggi
La
metodica RM dell’encefalo, per la sua risoluzione spaziale e di contrasto, è il
Gold Standard nella diagnostica per immagini encefalica.
Le varie sequenze, sia prima che dopo il mezzo di contrasto (a base di gadolinio, utilizzato durante gli esami di risonanza magnetica, detto contrasto paramagnetico), permettono una
analisi attenta del distretto encefalico nelle sue varie componenti anatomiche (distretto liquorale, corteccia, nuclei della base, fasci cortico-spinali, distretto ipofisario, distretto vascolare) con fini diagnostici per le varie patologie del nevrasse, da quelle degenerative a quelle oncologiche e infiammatorie o vascolari, fino alla valutazione di alterazione assonale come in certi recenti casi di neuropatia da Covid.
La strumentazione di cui è dotata la struttura di Maria Eleonora Hospital,
l’Ingenia Ambition 1.5T X di Philips, comprende l’innovativo
magnete BlueSeal a tenuta ermetica, per operatività di imaging RM più produttive e senza elio, con scansioni in 2D e in 3D, ed è corredata da software e bobine multidistrettuali per studi personalizzati.
Controindicazioni
Le principali controindicazioni sono le medesime di tutti gli esami in magnete chiuso, in particolar modo la grave
claustrofobia (in caso di necessità, si può prevedere un esame in sedazione con assistenza rianimatoria).
Prima dell’esame è necessaria una attenta osservazione dei pazienti con comprovati
elementi metallici ferromagnetici ritenuti, specie vicino agli occhi. Piccole schegge metalliche ritenute in distretti periferici non sono controindicazioni assolute, come anche impianti protesici in titanio e simili.
Anche molti
elettrostimolatori cardiaci di recente fabbricazione, con il dovuto trattamento, sono compatibili al campo magnetico, almeno fino 1.5 T, come pure alcune protesi acustiche. È sempre il radiologo, comunque, a valutare caso per caso e a dare il nulla osta per l’esame. Controindicazione assoluta all’esame, se necessario il contrasto, una nota precedente reazione allergica maggiore al contrasto stesso.