Quando arriva, è fastidiosa e spiacevole. Ma la tosse, di per sé, non è qualcosa di negativo. Al contrario, è uno dei più importanti meccanismi di difesa di cui disponiamo per difenderci da agenti irritanti o per espellere corpi estranei entrati nelle vie aeree.
In alcuni casi, però, da alleata la tosse può diventare una compagna fastidiosa: la tosse stizzosa, in particolare, riduce in modo significativo la qualità di vita delle persone e non andrebbe mai trascurata. Il primo passo per gestirla e trattarla in modo adeguato è una diagnosi accurata: un percorso che spesso richiede il contributo di più specialisti.
Ne abbiamo parlato con due esperti del centro per la tosse di Primus Forlì Medical Center: il Prof. Claudio Vicini, specialista in otorinolaringoiatria, e il
Dott. Alessandro Zanasi, specialista in pneumologia.
Che si intende per tosse stizzosa?
La tosse si può dividere in due categorie: se è accompagnata da emissione di muco, si ha la tosse grassa (chiamata anche
catarrale o
produttiva); in caso contrario si parla di
tosse secca. A quest'ultima categoria appartengono i casi di
tosse stizzosa, che è una tosse secca particolarmente insistente, che non recede mai e che irrita in continuazione le vie aeree. La tosse stizzosa cronica può durare anche mesi o anni.
Quali sono le cause più comuni?
La tosse stizzosa è generalmente legata a un’irritazione anomala dei recettori che attivano questa risposta di difesa. I recettori per la tosse sono sensori presenti nell’apparato respiratorio che percepiscono la presenza di un agente esterno o irritante: quando vengono attivati, si ha una contrazione brusca dei muscoli respiratori che porta poi a una violenta espulsione dell’aria, volta a detergere le vie aeree con l’espulsione di muco.
Nel caso della tosse secca e stizzosa, però, si innesca un meccanismo diverso, dovuto a un’attivazione eccessiva dei recettori che provocano questa risposta di difesa. Con un’analogia, potremmo dire che il meccanismo della tosse stizzosa assomiglia a quello di un antifurto, il cui allarme si attiva anche se non c’è
nessun tentativo di effrazione: si attiva semplicemente perché il sistema è troppo sensibile agli stimoli esterni.
In quali casi questa tosse deve fare allarmare?
La tosse secca accompagna spesso i più comuni mali di stagione (lievi faringiti, laringiti o bronchiti), ed è da considerarsi un fenomeno normale che in genere si esaurisce nell’arco di un paio di settimane. Se invece la tosse si mantiene attiva per periodi più lunghi (oltre le 8 settimane), allora è importante indagare le cause sia di natura otorinolaringoiatrica sia polmonari.
Quali sono le cause otorinolaringoiatriche della tosse stizzosa?
Per una corretta diagnosi, a livello otorinolaringoiatrico, è importante valutare questi aspetti:
- condizioni che alterano le funzioni del naso, come un setto deviato o la presenza di turbinati gonfi o rinosinusiti croniche;
- infiammazione del rivestimento della mucosa nasale e di tutte le vie aeree fino ai bronchi: se la mucosa nasale è infiammata, è probabile che anche quella della trachea e dei bronchi lo sia;
- scolo retronasale e vellichio: nei mesi invernali, alcune persone possono sviluppare un gocciolamento o scolo retronasale cronico; questo rivolo di muco ha una potente azione solleticante e rifornisce in modo continuo i bronchi di stimoli infiammatori che fomentano la tosse stizzosa;
- rilascio di sostanze infiammatorie in circolo: l’infiammazione nel naso rilascia sostanze chimiche chiamate citochine che vengono riassorbite nel sangue e arrivano nei bronchi, dove mantengono attiva l’infiammazione;
- alterazioni che riflessi naso-bronchiali: i principali meccanismi di difesa a livello nasale sono la secrezione, gli starnuti e il gonfiore, che permettono di trattenere ed espellere sostanze dannose; tuttavia, queste risposte innescano una risposta anche nei bronchi, che per riflesso si chiudono favorendo la tosse;
- reflusso gastro-esofageo: l’acido che risale dallo stomaco attraverso l’esofago favorisce l’irritazione delle vie aeree e la risposta difensiva della tosse;
- apnee notturne dovute ad alterazioni del naso e della gola durante il sonno.
Quali sono le cause polmonari della tosse stizzosa?
Oltre agli aspetti precedenti, che riguardano le alte vie aeree e sono di pertinenza dell’otorinolaringoiatra, esistono altre cause da indagare a livello polmonare, in particolare:
- presenza di patologie polmonari: le polmoniti, l’embolia, la tubercolosi e in generale tutte le patologie di origine polmonare si accompagnano a tosse;
- asma bronchiale: in alcuni casi, ci sono persone in cui l’asma si manifesta solo con la tosse e non presenta altri sintomi ritenuti tipici (come sibili e affanno). In questi casi (detti “tosse come equivalente asmatico”), la diagnosi viene eseguita con un test con un broncocostrittore, che permette di confermare o smentire l’iperattività asmatica.
- tosse di origine sconosciuta e non trattabile: circa il 30% dei soggetti - anche se studiati e trattati in modo accurato - non guarisce: il problema è legato a una reattività recettoriale anomala, cioè i recettori per la tosse sono estremamente sensibili a stimoli che normalmente non dovrebbero far tossire (parlare molto, cambi di temperatura, odori forti o sgradevoli, ecc.). In questi pazienti, la tosse innesca un circolo vizioso per cui si liberano sostanze infiammatorie che continuano a sostenere la tosse.
Come orientarsi tra tutte queste cause?
Una corretta diagnosi richiede la stretta collaborazione tra più specialisti: oltre all’otorinolaringoiatra e allo pneumologo, che in genere sono le prime figure a cui ci si rivolge in caso di di tosse stizzosa, è importante coinvolgere anche il gastroenterologo (per i casi di reflusso esofageo) o l’allergologo (se l’infiammazione ha una base allergica).
Presso il centro per la tosse di Primus Forlì Medical Center, i pazienti possono trovare tutte queste figure professionali, insieme a dotazioni tecnologiche di tipo endoscopico con una caratteristica importante: gli esami diagnostici possono essere seguiti dal paziente (o dai congiunti) su uno schermo alla parete. Questo permette ai pazienti di visualizzare e comprendere il problema, motivandoli a seguire le terapie in modo puntuale e aumentando così le possibilità di risolvere il problema con successo.