Secondo quanto riportato dalla FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e dai dati disponibili dal Registro Italiano Tumori,
in Italia il tumore della vescica è sempre più diffuso (con una media del +8% nel 2022 rispetto ai dati del 2017), e
l’aumento dell’incidenza riguarda soprattutto le donne (+11%). La diagnosi precoce e un intervento adeguato sono fondamentali per consentire una sopravvivenza a 5 anni anche superiore all’80%.
Ne abbiamo parlato con il
prof. Antonio Cisternino, nuovo responsabile dell’U.O. di
Urologia dell’
Ospedale Santa Maria, a Bari, che nel carcinoma infiltrante della vescica nella donna da oltre 10 anni esegue un
approccio funzionale conservativo dei genitali femminili durante l’intervento di cistectomia, ricostruendo poi integralmente con l’intestino la vescica asportata. “
Questo tipo di trattamento chirurgico elimina il problema della derivazione esterna con sacchetto per le urine, devastante dal punto di vista psicologico. E consente la conservazione della fertilità nelle donne giovani e della sessualità in quelle di tutte le età”, spiega il professore.
Intervento di asportazione e ricostruzione della vescica nella donna: quando è indicato
Questa tecnica chirurgica di trattamento è utilizzata nei casi di
tumori della vescica infiltranti, quando la
malattia è strettamente confinata all’organo.
L’intervento che si può effettuare con tecnica chirurgica tradizionale o con l’ausilio di un sistema robotico, consiste nell’asportazione dell’organo compromesso e nella
ricostruzione contestuale della vescica con intestino.
Il paziente e la patologia
Non essendo, a oggi, previsti percorsi di screening specifici per questo tipo di carcinoma, è importante che il paziente - in caso di
sintomi come sangue nelle urine, stimolo a urinare di frequente, urgenza di urinare - si rivolga a un medico specialista e che effettui una ecografia dell’addome e in particolare della vescica.
Dopo l’accertata diagnosi, vengono effettuate altre
indagini strumentali complementari per la stadiazione della patologia, TAC, Scintigrafia ossea e PET, per passare poi all’intervento di demolizione e ricostruzione della vescica lasciando completamente integri vagina,utero, tube e ovaie. La sopravvivenza della paziente dipenderà dalla variante istologica della malattia e dalla sua aggressività biologica.
I vantaggi della tecnica conservativa
I
vantaggi della ricostruzione della vescica dopo la sua asportazione per tumore infiltrante sono molteplici: non viene alterato lo schema corporeo, non ci sono sacchetti urinari esterni e questo consente di ridurre al minimo l’impatto sulla qualità di vita di una patologia devastante.
Una nuova vescica, senza derivazione esterna, consente
una discreta continenza urinaria e una vita igienico-sanitaria regolare alle pazienti. La contestuale conservazione di vagina, utero e ovaie consentirà di conservare la
fertilità, di mantenere una buona qualità della
vita sessuale e di affrontare in maniera più positiva anche altri eventuali trattamenti terapeutici successivi, come quelli chemioterapici quando necessari (dallo studio “
New concept in urologic surgery: The total extended genital sparing radical cystectomy in women” di Antonio Cisternino, Lorenzo Capone, Antonio Rosati, Costanzo Latiano, Nicola Sebastio, Antonio Colella, Giuseppe Cretì, Department of Urology, Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, Italy, pubblicato su Archivio Italiano di Urologia e Andrologia Vol. 95 No. 2/2023).