Varicocele: anche le donne ne soffrono

Varicocele: anche le donne ne soffrono
Forse non tutti lo sanno, ma anche le donne possono soffrire di varicocele. La patologia, chiamata varicocele pelvico, o femminile, è però spesso misconosciuta, poiché i sintomi non sempre vengono prontamente  identificati dal medico curante, il quale può confonderli con diversi altri tipi di alterazioni. Da qui quindi il notevole ritardo nella diagnosi, con il risultato di allungare il disagio delle pazienti nel subire i sintomi. 
Ciò potrebbe essere tra le cause che ha condotto il varicocele pelvico ad essere in netto aumento tra le pazienti italiane, tanto che si stima che siano circa 250 mila le rappresentanti della popolazione femminile nel nostro Paese che ne abbiano già sperimentato i sintomi.
Un trattamento efficace per curarlo sembra essere quello dell'embolizzazione. Ci dice di più in proposito il dott. Tommaso Lupattelli, medico chirurgo, specialista in Radiologia all'ICC - Istituto Clinico Casalpalocco di Roma e uno dei maggiori esperti sul campo mondiale di embolizzazione per le patologie della donna. 

Che cos’è il varicocele femminile, noto anche, appunto, come varicocele pelvico, e quali sono le ultimi trattamenti per eliminarlo? 
Il dott. Lupattelli spiega subito che il varicocele femminile “consiste nella dilatazione  di alcune vene dell’addome inferiore, in particolare del plesso venoso a partenza dalla vena ovarica, soprattutto di sinistra. Tale dilatazione comporta un aumento del volume di  sangue a livello dello spazio compreso tra utero e ovaie”. La stessa dilatazione può presentarsi anche come conseguenza di un ristagno sanguigno nella zona pelvica.

Quali sono i sintomi più evidenti?
Un dolore di intensità varia al basso ventre, con senso di oppressione che si fa più importante verso sera, mentre migliora decisamente al mattino: sono i sintomi principali del varicocele pelvico o femminile. Ma perché il dolore si allevia al mattino? “Le algie pelviche tendono ad aumentare verso sera - dice il dott. Lupattelli - mentre si alleviano la mattina al risveglio perché la posizione distesa ha facilitato il ritorno di sangue verso il cuore riducendo quindi l’accumulo di sangue all’interno delle vene dilatate”. Lo specialista chiarisce inoltre come a volte il dolore diventi talmente insopportabile da risultare invalidante per la vita di tutti i giorni. Chi soffre di varicocele pelvico può inoltre soffrire di dispaurenia, che è la difficoltà ad  avere rapporti sessuali; dismenorrea, cioè i dolori durante il ciclo mestruale, e infine di dilatazioni varicose della parte inferiore della vagina e della vulva”.

Come si effettua la diagnosi e il trattamento di questa patologia ?
Quando si trova davanti ai sintomi sovraelencati, un medico curante dovrebbe sospettare la presenza del varicocele pelvico. “A questo  punto – evidenzia il dott. Lupattelli - una semplice ecografia dell'addome inferiore o un’ecografia intravaginale può essere la chiave per la diagnosi definitiva. In casi più complessi può anche essere richiesta una Risonanza Magnetica, meglio se con mezzo di contrasto”. Per quanto riguarda il trattamento di tale patologia, una buona soluzione può invece giungere dalla tecnica dell'embolizzazione.
L'embolizzazione, tecnica mininvasiva che non prevede l'impiego del bisturi, eseguita anche in caso di fibroma uterino, emorroidi, emorragie acute, fistole artero-venose, malformazioni artero-venose, aneurismi o pseudoaneurismi, carcinomi benigni o maligni ipervascolari, ipersplenismo, è particolarmente indicata nel varicocele pelvico.Nelle donne colpite da varicocele pelvico rappresenta l’unico trattamento in grado di alleviare o eliminare definitivamente i sintomi, con grande sollievo della paziente che così può evitare l’intervento chirurgico, molto più invasivo”. In pratica, con l'embolizzazione i vasi vengono atrofizzati ed il sangue in eccesso all’interno delle vene dilatate viene eliminato, sconfiggendo così la principale causa dei dolori di questa patologia. È una tecnica che ha un alto successo  clinico e una percentuale di recidiva nettamente minore rispetto alla chirurgia tradizionale.

Effettuata in day hospital, poiché non comporta né tagli né incisioni, questa tecnica chirurgica avanzata consente nella stragrande maggioranza dei casi di sconfiggere definitivamente la patologia in una sola seduta. Anche la sua esecuzione è rapida e conduce ad ottimi risultati, secondo il dott. Lupattelli: “Si esegue sotto semplice anestesia locale all’inguine dove viene inserito un tubicino di plastica chiamato catetere vascolare, che è in sostanza più sottile della punta di una penna biro. Il cateterino viene agevolmente veicolato fino alle due vene ovariche che vengono quindi embolizzate, in altre parole ostruite, con del materiale sclerosante. Questo procedimento riduce notevolmente le dilatazioni venose responsabili di tutti i sintomi correlati al varicocele. La durata del trattamento va dai 20 ai 40 minuti. Il giorno dopo l’intervento la paziente può già tornare alla sua operatività. È infine estremamente importante sottolineare che l’embolizzazione del varicocele risulta completamente indolore e non comporta alcuno stress per la paziente”. 


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Revisione medica a cura di: Dott. Tommaso Lupattelli

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