Il microbiota intestinale – che in passato veniva chiamato “flora batterica” – è un importante regolatore delle funzioni di tutto l’organismo. Da anni è ormai noto il suo ruolo nel modulare il metabolismo, le risposte del sistema immunitario o i fenomeni infiammatori, tant’è vero che diverse patologie – tra cui obesità, diabete, patologie cardiovascolari o neurologiche – trovano un riscontro nelle alterazioni del microbiota. Studi recenti sembrano indicare che il microbiota possa influenzare anche la salute degli occhi.
Il Dott. Alberto Lanfernini, oculista di
San Pier Damiano Hospital (RA), è tra i primi specialisti ad occuparsi in Italia della relazione tra microbiota e patologie oculari e, insieme alla Dott.ssa Paola Bonci dell’ospedale di Ravenna,
ha organizzato una sessione dedicata a questo tema al XII Congresso Nazionale di AIMO, Associazione Italiana Medici Oculisti, tenutosi a Roma dal 30 settembre al 2 ottobre 2021. In questa intervista, il Dott. Lanfernini ci aiuta a fare il punto su un ambito ancora tutto da esplorare, ma che potrebbe aprire nuove prospettive nella terapia delle patologie oculari.
Quali patologie oculari risentono degli effetti del microbiota?
Tra le patologie che più risentono dell’influsso del microbiota ci sono quelle che coinvolgono la superficie anteriore dell’occhio, come occhio secco, congiuntiviti, blefariti o allergie.
A queste si aggiungono anche malattie autoimmuni come uveiti, associate a patologie reumatologiche, che a loro volta concorrono ad alterare il microbiota. Studi recenti suggeriscono che alterazioni del microbiota possano favorire alcune patologie a carico della retina o predisporre al glaucoma; quest’ultimo, in particolare, sembra essere correlato ad alterazioni del microbiota del cavo orale. Si tratta di studi preliminari, ancora in attesa di conferma, ma che suggeriscono quanto ampio possa essere l’influsso del microbiota sullo stato di salute dei nostri occhi.
In che modo il microbiota può influire sulla salute degli occhi?
I dati disponibili al momento suggeriscono che l’effetto del microbiota si manifesta attraverso tre meccanismi principali:
- alterazione nella regolazione della sintesi di molecole coinvolte nei meccanismi di risposta immunitaria come, ad esempio, le interleuchine;
- una dieta squilibrata che, alterando il microbiota, porta anche a un calo di molecole antiossidanti;
- modificazioni epigenetiche, che regolano l’attivazione o lo spegnimento di alcuni geni coinvolti nella prevenzione o nella progressione di una malattia.
Particolarmente interessante è il ruolo dei fattori epigenetici, la cui comprensione potrebbe aiutare a capire perché, tra tutte le persone che hanno il gene che predispone a una certa malattia, solo alcune la manifesteranno. Per esempio, si può pensare che geni predisponenti a certe patologie, come le maculopatie, non si attivino in persone che hanno un microbiota sano, mentre i loro effetti si manifestano in chi ha un microbiota alterato: il microbiota diventa quindi uno degli attori che può favorire o meno la comparsa della malattia.
Qual è il ruolo della dieta sul microbiota intestinale e sulla salute degli occhi?
I primi indizi del ruolo della dieta nella salute degli occhi risalgono a uno studio di vent’anni fa, da cui risultò evidente che l’alimentazione può condizionare lo sviluppo di degenerazioni maculari legate all’età. In passato si pensava che questo fosse il risultato di un effetto diretto della dieta, legato all’assunzione di vitamine e minerali. Oggi sappiamo che questo effetto è molto più complesso e che la dieta agisce anche in modo indiretto, influenzando la
capacità del microbiota di produrre molecole antiossidanti o altre sostanze che regolano la risposta immunitaria e l’infiammazione. Se il microbiota viene alterato da un’alimentazione non corretta, queste importanti funzioni possono venire meno; si innescano così meccanismi infiammatori a cascata che si irradiano al di fuori dell’intestino e possono causare la cosiddetta infiammazione di basso grado polidistrettuale, responsabile di patologie in molti organi, tra cui anche gli occhi.
Esiste anche un microbiota oculare?
Il microbiota intestinale, di cui abbiamo parlato finora, è quello meglio studiato, ma diversi distretti anatomici del corpo hanno un proprio microbiota, cioè uno specifico gruppo di microrganismi residenti che possono modulare le funzioni di quell’organo, come avviene per il microbiota del cavo orale. Gli occhi non sono da meno ed è ormai chiara l’esistenza di uno specifico microbiota oculare. Gli studi in questo ambito sono ancora preliminari, ma alcune ricerche suggeriscono che alterazioni del microbiota oculare potrebbero essere la scintilla per patologie come l’occhio secco, le blefariti, il cheratocono o il rigetto dei trapianti di cornea. Se questi dati verranno confermati, la caratterizzazione del microbiota oculare potrebbe diventare nei prossimi anni un ulteriore strumento di indagine per completare la diagnosi e per mettere in luce dettagli utili a indirizzare la terapia.