La patologia di Crohn, frequente nei Paesi Occidentali, si classifica fra le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, gruppo che include anche la rettocolite ulcerosa.
Il morbo di Crohn può colpire qualunque tratto del canale digerente, dalla bocca fino all’ultimo tratto dell’intestino. Se non adeguatamente curata, questa patologia può interessare anche ad altri organi ed apparati.
Si calcola che in Italia, grazie ai dati forniti dall’
AMICI – Associazione Malati Affetti da Malattie Croniche Intestinali – ci siano almeno 150.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali. La malattia colpisce prevalentemente pazienti in giovane età (20-30 anni), più raramente nella fascia della terza età (over 65), ma, purtroppo, non sono rari i casi che vedono interessati anche bambini e adolescenti.
Presso
San Pier Damiano Hospital è presente l’
Ambulatorio dedicato alle malattie infiammatorie intestinali e ai disturbi funzionali gastrointestinali – coordinato dal
Dott. Vincenzi Massimo gastroenterologo - che segue il paziente nel percorso di diagnosi e cura. Un inquadramento diagnostico corretto consente un approccio terapeutico medico ed eventualmente chirurgico idoneo ed efficace per migliorare e risolvere la sintomatologia.
Per maggiori informazioni 0546 671111 o consulta la
brochure dedicata.
Il morbo di Crohn si può manifestare attraverso
tre modalità:
- Infiammatoria – l’infiammazione, comporta un inspessimento della parete intestinale di uno o più tratti del canale digerente
- Stenosante – infiammazione importante che provoca stenosi, cioè chiusura o restringimento del pezzo di intestino interessato
- Fistolizzante – si caratterizza per la presenza i di fistole, cioè canali di comunicazione fra i vari tratti dell’intestino o con la cute o con gli organi.Le tre modalità possono combinarsi insieme o presentarsi singolarmente.
I
sintomi con quali si presenta la patologia sono dolori addominali, diarrea, accompagnata da muco intestinale o perdite ematiche. Le perdite ematiche sono da considerarsi sintomi di allarme, è pertanto necessario in questo caso rivolgersi immediatamente al proprio medico che provvederà ad indagini approfondite ed in particolare sottoporrà il paziente a indagini radiologiche ed endoscopiche.
Fra i
fattori di rischio principali ricordiamo una predisposizione genetica, un fattore infettivo - batteri o virus che possono essere gli elementi scatenati la comparsa della malattia e delle eventuali fasi di riacutizzazione. Da non dimenticare le anomalie del sistema immunitario e della mucosa intestinale e in particolare le alterazioni della flora batterica intestinale che può essere negativamente influenzata anche dal tipo di alimentazione effettuata.
“La ileocolonscopia (esame endoscopico del colon e dell’ileo, ultimo tratto dell’intestino tenue) è l’accertamento diagnostico cardine per comprende se il paziente è affetto o meno da Morbo di Crohn – ci spiega il dott. Dott. Vincenzi Massimo – permettendo di analizzare le pareti intestinali e di prelevare campioni di tessuto sui quali svolgere esami istologici. Altri esami frequentemente prescritti sono esami ematochimici, esami radiologici, ecografici e microbiologici delle feci”.
“Poiché la causa della malattia rimane ancora in gran parte sconosciuta – prosegue il il dott. Dott. Vincenzi– non esiste un trattamento medico che debelli completamente la patologia. L’obiettivo principale della terapia oggi è quello di indurre la remissione clinica della malattia e di prevenire le riacutizzazioni. Oggi accanto ai farmaci tradizionali vengono consigliati ai pazienti anche farmaci di ultima generazione, detti “biologici”, che svolgono un’azione antinfiammatoria specifica; utilizzati con oculatezza possono anche modificare la storia naturale della patologia”.
“Si consiglia comunque al paziente, se possibile, uno stile di vita sano con ridotta sedentarietà ed un corretto regime alimentare, con un contenuto equilibrato di carboidrati, proteine e grassi e relativamente povero di scorie soprattutto nelle fasi diarroiche. Da non sottovalutare infine il tabagismo, vizio doppiamente dannoso in questi casi, in quanto rappresenta un elemento favorente l’insorgenza di ricadute”. conclude il Dott. Vincenzi.