Il 22 aprile scorso si è tenuto il webinar:
Esophageal motor disorders and new diagnostic advancements. Do treatments improve?, dedicato allo studio e alla terapia della
acalasia e organizzato dalla
European Society for Diseases of the Esophagus ( ESDE).
Il
prof. Sandro Mattioli dell’
Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e direttore del
Centro per lo studio e la terapia delle malattie dell’esofago di Maria Cecilia Hospital (Cotignola, Ravenna), è stato uno dei coordinatori dell’importante evento a cui hanno preso parte medici di tutti i continenti.
L’acalasia è una malattia che si manifesta ad ogni età con il sintomo della “disfagia”, ovvero la difficoltà di passaggio di solidi e liquidi attraverso l’esofago.
Il prof. Mattioli è uno dei maggiori esperti internazionali in tema di acalasia dell’esofago: negli
anni 80 ha ideato l’intervento chirurgico di miotomia secondo Heller associato alla plastica antireflusso secondo Dor. Questa tecnica oggi viene considerata la tecnica di elezione ed è adottata da oltre l’85% dei chirurghi che pubblicano lavori scientifici in lingua inglese.
Durante il webinar, il Prof Mattioli, con la dott.ssa
Valentina Tassi, ha presentato i risultati ottenuti in oltre due decenni degli interventi da lui eseguiti con
tecnica di Heller-Dor, inizialmente eseguito con chirurgia con tecnica tradizionale, open poi, da ormai più di 20 anni, per via laparoscopica, con tempi di ricovero e di recupero molto brevi.
L’intervento laparoscopico è stato
efficace nella cura della disfagia nel 95% dei pazienti operati dal professore, con la
comparsa di esofagite in percentuale inferiore al 3%.
Questi risultati si pongono, nella letteratura scientifica, ai primissimi posti. Da sempre, infatti, la cura della disfagia da acalasia si ottiene con l’abolizione dello sfintere inferiore dell’esofago, il
cardias, che regola il passaggio del bolo alimentare dall’esofago allo stomaco e contemporaneamente impedisce il reflusso gastro-esofageo. Questa procedura è chiamata
miotomia.
Il buon risultato è dato però dal ripristino del passaggio
in assenza di reflusso che, se importante, diviene malattia nella malattia.
A questo proposito, durante l’evento, il gruppo del prof Mattioli ha presentato dati inediti raccolti per oltre 40 anni all’interno di un suo progetto di studio longitudinale sui pazienti operati di Heller. Lo studio, iniziato negli anni ‘70, evidenzia in modo chiaro che se alla miotomia non si associa anche un intervento di
chirurgia plastica antireflusso, aumenta il rischio di sviluppare un’
esofagite anche severa e che difficilmente risponde ai farmaci poiché l’esofago acalasico, aperistaltico non ha capacità di “ pulizia” del reflusso gastro-esofageo che quindi ristagna nell’esofago e produce seri danni. . Con il passare del tempo, l’esofagite può causare il cosiddetto
esofago di Barrett, che a sua volta è un fattore di rischio per
displasia e adenocarcinoma.
Le modalità e i dati di incidenza di questa severa complicanza sono oggetto di
una recente pubblicazione del 2021, i cui autori sono il prof Mattioli ed il gruppo gastroenterologico dell’Università di Bologna diretto dal Prof Franco Bazzoli, sull’American Journal of Gastroenterology, una delle massime riviste scientifiche del settore.
Alla luce di questi dati il prof Mattioli ha espresso forti dubbi sull’impiego della POEM, che consiste nella esecuzione della miotomia esofagea per via endoscopica, cui non è possibile associare una valida plastica antireflusso. La POEM è gravata da esofagite in percentuali che arrivano a superare il 50% dei casi.