Maria Cecilia Hospital / 02 dicembre 2020

L’acalasia esofagea e i trattamenti: una nuova frontiera

L’acalasia esofagea e i trattamenti: una nuova frontiera
Un importante risultato è stato recentemente conseguito dal Centro per lo studio e la terapia delle malattie dell’esofago con sede a Maria Cecilia Hospital . Lo studio coordinato dal prof. Sandro Mattioli, direttore della Chirurgia Toracica e professore dell’Università di Bologna,  realizzato con i colleghi gastroenterologi della stessa Università, volto a definire lo sviluppo del cancro nei pazienti affetti da acalasia dell’esofago è stato pubblicato on line dall’American Journal of Gastroenterology, una delle massime riviste scientifiche di settore. 
 

Che cos’è l’acalasia esofagea: sintomi e diagnosi

L’acalasia dell’esofago è una patologia rara, in cui la distruzione dei nervi dell’esofago, ovvero l’organo che deve trasportare il cibo ingerito fino allo stomaco, provoca la mancata apertura del cardias all’arrivo del bolo alimentare. Questa anomalia genera a sua volta la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire e far giungere il cibo, liquido o solido, dalla bocca allo stomaco. Le cause di questa patologia non sono ancora note e colpisce secondo le stime una persona su 100.000. Oltre alla disfagia, possono presentarsi anche i seguenti sintomi: rigurgito di cibo (in particolare notturno), tosse causata dal rigurgito, salivazione in eccesso, alitosi, dolore al torace e perdita di peso. Si diagnostica attraverso un esame radiologico del tubo digerente, durante il quale sarà visibile una dilatazione a monte di un restringimento dell’ultimo tratto dell’esofago. Ma è soprattutto con la manometria esofagea, eseguita oggi con tecniche ad alta risoluzione, che si studiano le alterazioni della  motilità dell’esofago e si definiscono diagnosi e  tipo della malattia , informazione quest’ultima  utile per decidere la terapia.  Inoltre, per escludere la presenza di eventuali neoplasie o infiammazioni croniche, è fondamentale ricorrere all’ esame endoscopico.

Lo studio e i dati raccolti

566 degli oltre 800 pazienti osservati sono stati oggetto di controllo longitudinale dal 1973 ad oggi. I dati raccolti dimostrano, per la prima volta tramite rigoroso studio epidemiologico, che i pazienti acalasici sono a rischio di sviluppo di cancro epidermoidale e di adenocarcinoma. Già nel 2018 il gruppo coordinato dal prof. Mattioli aveva pubblicato sull’European Journal of Cardio-Thoracic Surgery uno studio con cui sono stati chiariti i fattori di rischio per lo sviluppo del carcinoma epidermoidale, in particolare la persistenza della disfagia per oltre 23 anni dalla prima comparsa del sintomo e l’abnorme dilatazione dell’esofago (acalasia sigmoidea). Con lo studio più recente si definiscono inoltre i rischi di comparsa dell’adenocarcinoma, che è causato dal reflusso gastro-esofageo cronico indotto dall’intervento di miotomia secondo Heller quando non è associato ad una plastica antireflusso. Questo intervento, se prevede l’associazione alla plastica antireflusso di Dor, consente invece di ottenere i migliori risultati sull’acalasia esofagea, nonché i più duraturi nel tempo.
 

I vantaggi della tecnica Heller Dor rispetto alla tecnica POEM: i nuovi dati

I nuovi dati sullo sviluppo della sequenza reflusso gastro-esofageo, esofago di Barrett, displasia, adenocarcinoma, pongono in discussione l’intervento endoscopico di miotomia (POEM) cui non viene associata la plastica antireflusso: proprio a causa di questo, i tassi di esofagite da reflusso severa che ne conseguono possono superare il 40% dei casi operati. Per contro, i risultati a distanza ottenuti nei pazienti operati dell'equipe del Prof. Mattioli con l’intervento di Heller Dor eseguito con l’ausilio intra operatorio della manometria esofagea, nella prima fase fino al 1994 con tecnica laparotomica e a seguire con tecnica laparoscopica dimostrano che:
  • dei pazienti operati nella prima fase e controllati a una distanza media dall’intervento di oltre 15 anni, il 90% gode di un buon grado di benessere confermato dai dati oggettivi endoscopici e radiologici, con un tasso di esofagite del 7%
  • dei pazienti operati dal 1994 ad oggi con la tecnica laparoscopica , il 96%  riferisce dopo 8 anni dall’intervento con un tasso di esofagite mai severa del 3%
Questi risultati, ottenuti in un centro di elevata specializzazione per la chirurgia dell’esofago come quello di Maria Cecilia Hospital, pongono la terapia chirurgica con tecnica Heller Dor quale prima opzione per il trattamento dell’acalasia esofagea.

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Revisione medica a cura di: Prof. Sandro Mattioli

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