Maria Pia Hospital / 16 febbraio 2023

Chirurgia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico: In cosa consiste e quando è indicata

Chirurgia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico: In cosa consiste e quando è indicata
L’intervento di sostituzione di un arco aortico aneurismatico è un esempio di alta complessità tecnica e clinica in cardiochirurgia.  Come si svolge l’operazione e quando è indicata? Risponde il dott. Mauro del Giglio, corresponsabile dell’U.O. di Cardiochirurgia del Maria Pia Hospital di Torino.
 
Che cos’è l’aneurisma dell’arco aortico?
L’aneurisma aortico consiste in un allargamento eccessivo del lume dell’arteria; l’aorta ascendente è il tratto che “nasce” dal cuore e la porzione dell’arco è quella che segue, da dove nascono i vasi che irrorano la testa; è di solito dovuto alla familiarità ma l’età, l’ipertensione, l’aterosclerosi sono ulteriori fattori di rischio.
 
La patologia è spesso asintomatica e i pazienti scoprono di avere l’aneurisma solo nel corso di altri esami di controllo. Per questo è infrequente che ci si accorga dell’aneurisma solo quando si presentano dei sintomi come il dolore, perché questo già indica la rottura del vaso.
 
L’intervento è sempre necessario?
L’intervento chirurgico è necessario in caso di dilatazioni significative del vaso, almeno 5 cm, quando si rilevano in tempo. In caso di rottura è necessario intervenire in emergenza e il rischio è molto alto.
In genere l’obiettivo dell’operazione è di recidere il tratto di aorta aneurismatico e di sostituirlo con una protesi. Contestualmente, qualora fosse compromessa la funzione della valvola aortica che segna il confine con il cuore, la si può riparare o sostituire.
 
Come si svolge l’intervento e in cosa sta la sua complessità?
L’intervento si svolge di preferenza con la tecnica di Tirone David, che permette di sostituire l’aorta ascendente preservando la valvola, se è sana. Si tratta di un’operazione complessa dal punto di vista tecnico, che di solito viene svolta con un approccio chirurgico tradizionale, tagliando lo sterno.
In Maria Pia Hospital però negli ultimi anni abbiamo messo a punto un approccio meno invasivo, con minitoracotomia e cioè con dei piccoli tagli all’altezza del torace e divaricando le costole. Il tempo di recupero è più rapido e il risultato estetico sulla cicatrice è migliore.
 
Dopo l’intervento è necessario un periodo di terapia intensiva, che varia a seconda delle condizioni del paziente, e una degenza in ospedale. La sostituzione dell’arco, nel caso di un suo coinvolgimento aneurismatico, è più impegnativa dal punto di vista “biologico” in quanto richiede un raffreddamento dell’organismo e una protezione selettiva del cervello.
 
L’intervento è indicato per tutti i pazienti?
L’intervento può essere eseguito anche su pazienti complessi, ma deve essere pianificato con attenzione dall’Heart Team, coinvolgendo quindi chirurgo, cardiologo, anestesista, perfusionista e intensivista sin dalla fase di programmazione e per tutta la durata della presa in carico del paziente fragile. Durante il ricovero, tutto il personale sanitario ospedaliero deve collaborare alla gestione del paziente complesso, dai medici fino agli infermieri e gli OSS.
 
Per maggiori informazioni chiama o scrivici.
Revisione medica a cura di: Dott. Mauro Del Giglio

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