La Puglia è, secondo i dati 2022 condivisi dal sito Truenumbers.it,
tra le regioni d’Italia con il tasso di obesità più alto (il 12,8% della popolazione ha un indice di massa corporea superiore al valore raccomandato). Una situazione problematica, soprattutto considerando il fatto che l’obesità è causa o concausa di patologie che possono diventare invalidanti o letali.
Per la diagnosi e l’avvio di un percorso di trattamento dell’obesità,
D’Amore Hospital di Taranto ha attivato
l’ambulatorio di Chirurgia bariatrica. Ne abbiamo parlato con il
prof. Federico Perrone, responsabile dell’ambulatorio della struttura tarantina e direttore dell’U.O di
Chirurgia Generale, Bariatrica e Metabolica di
Città di Lecce Hospital.
Cos’è l’obesità
L'obesità è una patologia cronica caratterizzata da un accumulo eccessivo di grassi nell’organismo. A questa problematica si affiancano spesso una o più patologie tipiche della condizione clinica che prende il nome di
sindrome metabolica. Il paziente obeso può presentare:
- problemi cardiovascolari;
- problemi respiratori;
- diabete mellito;
- problematiche osteo-articolari;
- steatosi epatica;
- dislipidemia;
- iperuricemia;
- infertilità femminile;
- Sindrome dell’ovaio policistico;
- aumentato rischio di neoplasie maligne.
La prima visita di Chirurgia bariatrica
La Chirurgia bariatrica si occupa del trattamento dei pazienti gravemente obesi, che presentano un
indice di massa corporea (BMI) elevato, come da linee guida nazionali della SICOB (la Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche).
La chirurgia è indicata con un valore di BMI tra 35 e 40, con comorbidità associate, e in pazienti con BMI superiore o uguale a 40, anche in assenza di problematiche.
Il BMI viene calcolato dividendo il peso corporeo (in kg) per l’altezza (in metri) al quadrato.
I pazienti obesi arrivano alla visita con il chirurgo bariatrico solitamente indirizzati dal medico di famiglia o da uno specialista, e vengono avviati - in caso di parere positivo - verso un
iter propedeutico all’intervento.
Il percorso ha carattere multidisciplinare, e si avvale della collaborazione di un internista endocrinologo, per un inquadramento endocrinologico, di un nutrizionista dietista e di uno psicologo, per valutare l’idoneità del paziente ad affrontare il trattamento chirurgico.
In seguito, sono prescritti in base alle necessità del caso
esami ematochimici, vengono effettuate indagini diagnostiche strumentali (gastroscopia, spirometria, polisonnografia, ecografia all’addome), una visita cardiologica con ECG e altre ricerche per lo studio completo delle condizioni di partenza del paziente.