Cistite: cos’è, quali sono i sintomi, le cause, come prevenirla e come trattarla

Cistite: cos’è, quali sono i sintomi, le cause, come prevenirla e come trattarla
La cistite è una patologia infiammatoria della vescica caratterizzata da disturbi spesso fastidiosi, sia nella donna che nell’uomo. Molte persone che ne sono affette tendono a trattarla con l’automedicazione, ma questa consuetudine (che non tiene conto delle cause dell’infiammazione) può portare a una malattia cronica o recidiva.

Ne abbiamo parlato con il dott. Andrea Callea, specialista dell’U.O. di Urologia di Villa Lucia Hospital, a Conversano, e di Ospedale Santa Maria, Bari.

Cistite: i sintomi

La cistite presenta sintomi come dolore o bruciore alla minzione (stranguria), bisogno di urinare più spesso e con piccole quantità di urina (pollachiuria), urgenza minzionale, fino a fenomeni di incontinenza urinaria, dolore o senso di peso al basso ventre, necessità di svegliarsi spesso di notte per urinare (nicturia), emissione di urine torbide e/o maleodoranti. 

Talora la cistite è accompagnata da emissione di urine miste a sangue (ematuria): questo sintomo spesso si risolve spontaneamente, ma richiede in ogni caso una diagnostica accurata per escludere la coesistenza di altre patologie di tipo tumorale. 

La cistite, come tutte le infiammazioni degli organi cavi, non dovrebbe mai dare iperpiressia; in caso di febbre associata, è bene escludere altre comorbilità dell’apparato genitourinario (calcoli, ostruzioni, ascessi ecc).

Le cause della cistite

Le cause possono essere infettive e non, dunque non è sempre necessaria l’assunzione di antibiotici. Come diventa sempre più evidente, del resto, la terapia antibiotica senza una reale necessità sta portando alla selezione di ceppi batterici resistenti che, secondo l’OMS, porterà le sepsi da batteri multiresistenti a diventare nel 2050 la prima causa di morte in assoluto (rapporto “Bracing for Superbugs: Strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance”, pubblicato a febbraio 2023).

La sintomatologia, se nella maggior parte dei casi è legata a un’infezione batterica, in altre situazioni può essere dovuta ad altri fattori (infezioni virali, fungine, patologie autoimmuni, flogosi croniche interstiziali, farmaci irritanti, radiazioni ionizzanti ecc.) che non si giovano affatto della terapia antibiotica.

Una patologia che interessa anche l’uomo

La cistite non è appannaggio esclusivo del sesso femminile. Negli uomini le stesse cause possono determinare una cistite anche se, nella stragrande maggioranza dei casi, la sintomatologia descritta, nel maschio, è da attribuire a una prostatite acuta o cronica, batterica e non, che va curata in modo diverso dalla cistite, con terapie diverse e, generalmente, per tempi più lunghi.

Nella donna, la cistite è spesso in rapporto con l’attività sessuale, a causa della brevità dell’uretra femminile che determina durante il coito l’ascesa in vescica di batteri presenti a livello vaginale.

Nelle donne in menopausa, anche in assenza di attività sessuale, per la carenza di estrogeni tipica di questa fase, la mucosa vescicale è più facilmente aggredita dai batteri, al punto che si calcola che circa il 20-50% delle over 60 possa soffrire di cistiti.

La cistite recidivante

La cistite nella donna è spesso recidivante, per la persistenza delle cause predisponenti (attività sessuale, brevità dell’uretra femminile), motivo per cui in questi casi è utile - per prevenire le recidive - agire su più fronti:
  • migliorare il microbiota intestinale con l’uso di fermenti lattici e probiotici;
  • aumentare le difese intrinseche dell’epitelio vescicale con l’uso del D mannosio, uno zucchero capace di inibire l’adesione dei batteri all’epitelio della vescica.
Per altri motivi la cistite nel maschio, che, come detto, può essere quasi sempre un problema della prostata, ha un andamento recidivante in quanto la prostatite è una malattia cronica.

In caso di cistiti recidivanti, sia nell’uomo che nella donna, è opportuno escludere delle comorbilità dell’apparato urinario (come ostruzioni cervicouretrali o calcolosi) con un’uroflussometria o un’ecografia dei reni e della vescica.

La prevenzione

La prevenzione della cistite necessita anche e soprattutto di una corretta idratazione, dell’osservanza delle normali norme igieniche nella pulizia dell’area ano genitale, specialmente nella donna, e nella regolarizzazione dell’alvo in caso di stipsi.

In entrambi i sessi può esistere una situazione di dolore pelvico cronico che spesso è confusa con quadri di cistite e di prostatite, e che va distinta da questi e trattata in modo specifico.

Diagnosi e trattamenti

La cistite batterica è solitamente diagnosticata con un esame delle urine e un’urinocoltura con antibiogramma, che identifica il batterio in causa (spesso batteri Gram negativi come l’Escherichia Coli, di provenienza fecale) e consente di individuare l’antibiotico più idoneo per il trattamento. 

A questi farmaci è bene associare D mannosio e probiotici per limitare la tendenza alla recidiva e gli effetti collaterali della terapia antibiotica. Nelle forme di cistite non batterica, la terapia sarà completamente diversa, spesso solo sintomatica (antinfiammatori o farmaci che riducano la contrattilità vescicale).

Una cistite mal curata può cronicizzare e, soprattutto, in caso di coesistenza di altre affezioni dell’apparato urinario (calcolosi, malformazioni, ostruzione ecc.), può determinare complicanze infettive alle alte vie urinarie e al rene (pielonefriti) o stati settici potenzialmente gravi.

Nel maschio, in particolare, la terapia antibiotica, quando necessaria (cistite o prostatite batterica), va protratta per tempi più lunghi, sempre sotto la guida del medico specialista.

Si sconsiglia tassativamente l’automedicazione, ovvero il ricorso su base empirica ad antibiotici o disinfettanti urinari, senza una diagnosi precisa della patologia in causa.
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Revisione medica a cura di: Dott. Andrea Callea

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