Depressione: la stimolazione magnetica transcranica (TMS) nel trattamento della patologia

Depressione: la stimolazione magnetica transcranica (TMS) nel trattamento della patologia
La stimolazione magnetica transcranica (TMS) è una tecnologia innovativa che, per mezzo di stimoli magnetici indirizzati attraverso il cranio al cervello, permette di trattare il paziente che soffre di depressione. La TMS consiste nello stimolare le cellule nervose della corteccia prefrontale, coinvolta con le strutture cerebrali più profonde nella disregolazione del tono dell’umore.
 
Presso la Clinica Santa Caterina da Siena di Torino, in collaborazione con la Casa di Cura San Giorgio, questo trattamento innovativo è erogato insieme alle terapie convenzionali.
Il dott. Massimiliano Mazzarino, Direttore Sanitario e Psichiatra presso la Casa di Cura San Giorgio, spiega in questa intervista come la TMS interviene nella cura della depressione e quali sono i risultati attesi.

Dottore, qual è lo scopo della terapia con TMS per la depressione?

Lo scopo della stimolazione magnetica transcranica è migliorare la sintomatologia del paziente e riportarlo quanto più precocemente possibile alla condizione pre-morbosa, analogamente a tutti gli altri interventi farmacologici o psicoterapici.
Il trattamento della depressione comunque richiede tempo, ma è una patologia curabile, dalla quale il paziente può uscire.

La TMS viene utilizzata per coadiuvare le terapie tradizionali o come terapia alternativa?

Nel trattamento della depressione, oggi è consuetudine utilizzare più approcci terapeutici in maniera integrata. Generalmente, si parla di terapia farmacologica e psicoterapia.
La TMS mira a rimodulare l’attività neuronale attraverso gli impulsi magnetici emessi da un dispositivo e può essere utilizzata sia in integrazione alle terapie tradizionali, farmaci e psicoterapia, per migliorarne gli effetti delle cure tradizionali, sia come alternativa alla terapia medica.
In particolare può essere indicata, insieme alla psicoterapia, per quei pazienti che presentano controindicazioni all’assunzione di farmaci a causa di altre patologie (cardiopatie, epatopatie, nefropatie) oppure nei pazienti che rifiutano la terapia farmacologica per esperiti effetti collaterali o per personale semplice avversione.

Ci sono controindicazioni all’uso della TMS?

Benché sia ritenuto un trattamento sicuro, è comunque importante analizzare e valutare attentamente il paziente, per evidenziare alcune possibili controindicazioni. Tra queste, l’epilessia, o la presenza nel cranio o in prossimità  di esso di materiale ferromagnetico (schegge metalliche rimaste in sede a seguito di incidenti, punti metallici o clips utilizzati durante interventi chirurgici, pacemakers, ecc). Infatti i metalli possono interagire con il campo magnetico sul quale si basa il funzionamento della TMS. 

L’impiego di questo trattamento è recente: come essere sicuri della sua efficacia?

Ci sono diversi studi scientifici che supportano l’impiego della TMS, tanto che l’uso del trattamento sulla depressione è stato approvato sia negli Stati Uniti dalla Food and Drugs Administration FDA, che dalla Comunità Europea.
Uno degli studi più autorevoli evidenzia l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica nel far regredire i sintomi della patologia.
Anche un recentissimo studio del 2021 conferma l’efficacia della TMS nella regressione dei sintomi della depressione resistente ai farmaci.
Per maggiori informazioni contatta Clinica Santa Caterina da Siena allo +39 011 8199300 oppure tramite il form dedicato 

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